Romania, benefici dell’appartenenza all’UE
Con l’appartenenza alla struttura comunitaria, la Romania ha scelto il progresso, ritiene il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Marcel Boloş.

Ştefan Stoica, 06.03.2025, 11:27
A gennaio sono ricorsi 17 anni dall’adesione della Romania all’Unione Europea. Nello stesso mese, un sondaggio condotto da INSCOP ha indicato che 9 romeni su 10 si oppongono all’idea che la Romania esca dall’UE, rispetto a circa il 72% a gennaio 2022. Intitolato “La Romania tra nazionale ed europeo nell’era della disinformazione. Patriottismo economico, valori e cospirazioni” e commissionato dall’organizzazione Funky Citizens, il sondaggio ha anche rivelato un tasso di fiducia di circa il 67% nell’Unione Europea, rispetto al 56% di gennaio 2022. È stato il primo sondaggio condotto dopo lo shock dell’annullamento delle elezioni presidenziali a dicembre.
Quasi per rispondere ai non pochi detrattori delle istituzioni comunitarie, il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Marcel Boloş, afferma in un post su Facebook: “In un periodo in cui le voci estremiste cercano di minimizzare i benefici della nostra appartenenza all’Unione Europea, non dimentichiamo che lo sviluppo non è una questione di ingenuo orgoglio, ma di pragmatismo. La Romania non è cresciuta dal nulla, non si è trasformata dall’oggi al domani e, di certo, non si è sviluppata rifiutando le opportunità.”
Dalla sua adesione, la Romania ha ricevuto oltre 100 miliardi di euro di fondi europei, in valore lordo, spiega inoltre Marcel Boloş. È il motore che ha cambiato radicalmente la struttura della nostra economia, ha sottolineato il ministro. Marcel Boloş aggiunge che la Romania non è più una periferia economica, ma un paese che sta recuperando rapidamente i divari e che ha superato la Polonia, l’Ungheria, la Croazia e la Grecia nel PIL pro capite, un indicatore essenziale del tenore di vita. “Le cifre dicono moltissimo, il valore degli investimenti realizzati è all’incirca pari al valore del PIL al momento dell’adesione. Se siamo incoscienti, diamo la colpa all’UE, ma il fatto che ci troviamo nel momento migliore dello sviluppo del nostro paese è dovuto all’appartenenza alla comunità europea e alla NATO”, ha sottolineato il ministro.
Marcel Boloş ha precisato inoltre che i fondi europei ricevuti dal nostro paese si ritrovano nelle infrastrutture, dove negli ultimi due decenni sono stati costruiti quasi 900 km di autostrade e superstrade. Nello stesso periodo, oltre due milioni di romeni sono stati connessi alla rete fognaria. Secondo il ministro degli Investimenti e dei Progetti europei, oltre 100.000 aziende hanno ricevuto sovvenzioni per lo sviluppo, migliaia di scuole e ospedali sono stati ristrutturati, attrezzati o ampliati, sono stati creati posti di lavoro stabili e sono stati attratti nuovi investimenti.
Tutto ciò ha stimolato l’economia e il ritmo annuale degli investimenti privati nell’economia è triplicato nel 2024 rispetto al momento dell’adesione, passando da circa 100 miliardi di lei (20 miliardi di euro) a oltre 350 miliardi di lei (70 miliardi di euro), ha affermato Boloş. Il ministro sostiene che, senza i soldi europei, la Romania sarebbe rimasta bloccata in un ciclo infinito di sottosviluppo, continuando a dipendere solo da un bilancio nazionale insufficiente per gli investimenti strategici. “La realtà è una: l’UE è stata e rimane il nostro partner per lo sviluppo. Con l’appartenenza alla struttura europea, la Romania ha scelto il progresso”, ha concluso Boloş il suo post.