Reazioni alle dichiarazioni di un servizio segreto russo
La Romania respinge le dichiarazioni della Russia, secondo cui i leader dell'UE sarebbero dietro la decisione di muovere accuse contro l'ex candidato alla presidenza della Romania, Călin Georgescu.

Daniela Budu, 05.03.2025, 10:58
Le autorità romene respingono categoricamente le affermazioni del Servizio di intelligence estera russo, secondo cui l’Unione Europea avrebbe ricattato la Romania per bloccare la candidatura dell’indipendente Călin Georgescu alle elezioni presidenziali di maggio. Senza fornire alcuna prova, il servizio russo sostiene che la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto alle autorità di Bucarest di impedire a Georgescu di partecipare alle prossime elezioni, avvertendo che, in caso contrario, avrebbe limitato l’accesso della Romania ai fondi europei.
Lo stesso tipo di messaggio è stato trasmesso di recente anche dall’ex candidato indipendente, in un’intervista rilasciata al giornalista James Freeman, in cui afferma che si dovrebbe indire un referendum per l’uscita della Romania dall’Unione Europea e dalla NATO.
Il Ministero degli Esteri romeno definisce le accuse del servizio russo come “ridicole e totalmente prive di fondamento” e afferma che fanno parte di una campagna ibrida volta a minare la democrazia e a diminuire la fiducia nelle autorità. “L’insieme di queste attività, che includono messaggi pubblici, campagne di influenza e interferenze con processi democratici, mira a diminuire la fiducia nelle autorità e a criticare l’appartenenza della Romania all’UE e alla NATO”, precisa il Ministero romeno.
Da parte sua, il primo ministro Marcel Ciolacu ritiene intollerabili i commenti di un servizio segreto russo in merito alle decisioni delle autorità romene. “La Russia non può dire alle autorità romene chi indagare e chi no, non può dettare ai romeni chi eleggere e non può essere un modello di buone pratiche di democrazia”, ha sottolineato il primo ministro su una rete sociale.
A sua volta, la presidente dell’USR, Elena Lasconi, ritiene che la Russia sia arrivata a sostenere Călin Georgescu “apertamente e ufficialmente”. Al ballottaggio che doveva svolgersi a dicembre, Călin Georgescu, che inaspettatamente era riuscito a classificarsi al primo posto nelle opzioni di voto dei romeni, avrebbe dovuto sfidare Elena Lasconi.
Nel frattempo, Georgescu è stato sottoposto a controllo giudiziario per 60 giorni, con diversi divieti, tra cui quello di lasciare il paese senza l’approvazione delle autorità giudiziarie. Non gli è inoltre consentito pubblicare sulle reti sociali contenuti di stampo legionario, fascista, antisemita, razzista o xenofobo.
I pubblici ministeri accusano Georgescu di aver elaborato un piano per destabilizzare la Romania con l’aiuto di mercenari guidati da Horațiu Potra, dopo che la Corte Costituzionale ha annullato le elezioni presidenziali. La Consulta ha invocato interferenze esterne e ha disposto la ripresa del processo elettorale, che si terrà a maggio. Călin Georgescu è preso di mira in due fascicoli, quello in cui è già stato messo sotto accusa per azioni contrarie all’ordine costituzionale, ma anche quello in cui è stato disposto l’arresto preventivo di Horaţiu Potra e dei suoi mercenari.