I pogrom di Iași e Bucarest
Nel 2025 ricorrono 84 anni dal “Pogrom di Bucarest” del 21-23 gennaio 1941 e 80 anni dalla liberazione del maggiore campo di sterminio nazista, quello di Auschwitz (Polonia), il 27 gennaio 1945.
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Eugen Cojocariu e Ion Puican, 02.03.2025, 19:19
Nel 2025 ricorrono 84 anni dal “Pogrom di Bucarest” del 21-23 gennaio 1941 e 80 anni dalla liberazione del maggiore campo di sterminio nazista, quello di Auschwitz (Polonia), il 27 gennaio 1945. Due commemorazioni tristi per la storia moderna del mondo e della Romania. Il Pogrom di Bucarest ha rappresentato una serie di manifestazioni violente e omicidi nei confronti degli ebrei, che sono avvenuti durante la Ribellione Legionaria del gennaio 1941. E’ considerato il più grande e violento pogrom contro gli ebrei nella Valacchia (regione della Romania). Nello stesso anno, nel 1941, nella Moldavia, è avvenuto, nel periodo 27-30 giugno, un altro pogrom, forse il più violento nella storia degli ebrei di Romania. In quei giorni del giugno 1941 sono stati uccisi 13.266 cittadini ebrei di Iași.
Il regista Copel Moscu è di origine ebraica. Ha realizzato più di 50 corto- e lungometraggi, come regista e sceneggiatore e ha vinto molti premi nazionali e internazionali. Alla fine del 2024 ha avuto luogo la prima del suo film “Fotografii însângerate/Fotografie insanguinate”, un documentario che evoca i terribili avvenimenti accaduti durante il Pogrom di Iași. Abbiamo parlato con il regista delle sue origini e di com’erano considerati questi avvenimenti durante la sua infanzia e gioventù, prima del crollo del comunismo nel 1989: “Prima di tutto, sapete che io provengo da una famiglia di origine ebraica. La parte interessante è che nel periodo della mia infanzia e gioventù non ho sentito alcun tipo di evocazione di questo pogrom, quest’avvenimento terribile, una macchia nera nella storia moderna. I miei genitori hanno voluto però impedirmi di giudicare quei tempi, non avendo conoscenze in merito. Ero molto interessato a scoprire quello che era successo ai nostri parenti, perché abbiamo avuto anche vittime, parenti e amici che sono stati vittime dell’Olocausto. Ecco che quest’oscuramento della storia reale andava molto di moda in quel periodo. Le autorità comuniste discutevano pochissimo, se non affatto, di quel periodo. Non era vietato, però era meglio se non ne parlavi. … E’ stato uno sviamento estremo della storia. Spero che sia l’unico momento nella storia, in cui persone che si conoscevano molto bene tra di loro sono poi diventate nemiche e alcune hanno soppresso altre senza una spiegazione molto chiara, solo per odio. … ”
Il regista Copel Moscu ci ha raccontato come ha lavorato a questo documentario: “Al Consiglio Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate (la polizia politica del regime comunista) – CNSAS – sono conservate le foto di quegli avvenimenti. Esistono ancora molti documenti e immagini classificati, non so perché, ma un giorno saranno declassificati e offerti al pubblico. E’ molto interessante che, ecco, ci sono ancora cose segrete della nostra storia e probabilmente continueremo ad avere delle sorprese, perché i documenti, le foto, le immagini e i racconti di quei tempi cominciano a chiarirsi e ognuno di noi interpreterà tutto nel proprio modo di pensare moderno. Dobbiamo capire che una determinata epoca ha una certa visione sulla storia ed è difficile capirla se non entriamo nei più approfonditi dettagli. … ”
Il documentario “Fotografii însângerate/Foto insanguinate” presenta immagini che rilevano i preparativi e la messa in atto del pogrom, dai segni posti sulle case abitate da ebrei, alle colonne di ebrei costretti a scavare i fossati in cui sarebbero stati poi buttati i loro prossimi. Copel Moscu ci ha parlato dell’effetto di queste foto sul pubblico e del modo in cui sono state inserite nel documentario: “Si chiama effetto di parallasse in cui da una foto bidimensionale si passa in qualche modo nella tridimensionalità, nello spazio, in qualche modo si dà la possibilità allo spettatore di vivere più intensamente quell’immagine … Immagini che sono in negativo. Quelle sono proprio nei momenti in cui si parla della morte … Ovvero le persone possono vedere in certi momenti le radiografie delle proprie esistenze. …”
Questo documentario potrebbe diventare materiale di studio nelle istituzioni d’insegnamento per le nuove generazioni, affinché possano capire quei momenti della storia della Romania? “Secondo me, il film andrebbe proiettato nelle scuole, soprattutto perché è una disciplina quasi obbligatoria. E’ facoltativa, ma inserita nel curriculum scolastico. Si studia l’Olocausto. … Vedendo questo film, i ragazzi potrebbero farsi un’idea su quell’epoca, sui rapporti tra le persone, su come può essere pensata una situazione di crisi … ”
Questo documentario riporta nella coscienza collettiva momenti di storia drammatica. La legislazione romena dell’ultimo anno di regno di Carlo II aveva elevato al rango di legge la discriminazione razziale degli ebrei, considerati “razza inferiore”. Lo Stato Nazionale Legionario aveva inasprito e limitato le libertà e i diritti civili degli ebrei. Durante la Ribellione Legionaria sono stati arrestati, indagati e torturati migliaia di ebrei di Bucarest. Sono stati profanati e saccheggiati templi e sinagoghe. Nel bosco di Jilava, nei pressi della capitale sono stati commessi omicidi.
Secondo una statistica di quei momenti tragici, più di 120 ebrei sono stati uccisi nel Pogrom di Bucarest, 1.274 negozi, appartamenti e botteghe sono stati devastati e centinaia di camion con oggetti sono stati saccheggiati. Gli avvenimenti accaduti a Bucarest sono stati smentiti oppure ommessi dalla storia recente dopo la repressione della Ribellione Legionaria. Sono state emesse teorie su presunte cospirazioni degli ebrei e dei comunisti in merito al Pogrom di Bucarest e alla veridicità di quegli atti.