01.03.2025 (aggiornamento)
Romania-Moldova: colloqui a Chişinău tra il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, e la presidente moldava, Maia Sandu. Domani, Bolojan è atteso a Londra, ad un vertice dedicato all'Ucraina / USA-Ucraina: i leader internazionali, compreso il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, hanno reagito alla lite tra Volodymyr Zelenski e Donald Trump / 1 marzo: i romeni festeggiano il Mărțișor.
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Newsroom, 01.03.2025, 18:30
Romania-Moldova – La Romania è il più importante partner della Repubblica di Moldova, sul quale Chişinău ha fatto affidamento in ogni circostanza. È il messaggio trasmesso dalla presidente Maia Sandu all’incontro a Chişinău con il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan. Lei ha sostenuto che in questi tempi difficili questo sostegno è tanto più rilevante. “Al di là dei progetti comuni, siamo legati da una visione per il futuro, dal desiderio di vivere in pace, libertà, democrazia”, ha detto Maia Sandu. Da parte sua, il presidente ad interim Ilie Bolojan ha dichiarato che auspica un consolidamento delle relazioni tra i due Paesi e ha sottolineato di essere venuto a Chişinău per consultarsi con Maia Sandu, in questi momenti complicati per il mondo intero. “Vi assicuro che la Romania sarà al vostro fianco. Sosterremo, accanto ai partner europei, l’intensificazione del sostegno a tutti i livelli: finanziario, di competenze e di progetti. La guerra della Russia contro l’Ucraina continua a generare sfide per la Repubblica di Moldova. La Moldova non è la sola ad affrontare queste sfide. La Romania, così come i suoi numerosi partner esterni, sostiene pienamente l’obiettivo della Repubblica di Moldova di rafforzare la propria resilienza e sicurezza.” Ilie Bolojan è atteso domani a Londra, dove si svolgerà un vertice dedicato all’Ucraina, convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer, e al quale parteciperanno numerosi leader europei.
USA-Ucraina – I leader internazionali, tra cui il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, hanno reagito alla disputa tra Volodymyr Zelenski e Donald Trump, la maggior parte di loro chiedendo la calma e il sostegno all’Ucraina. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha detto a Volodymyr Zelenski di essere forte e coraggioso perché non è solo, nota l’agenia Reuters. Messaggi di incoraggiamento per l’Ucraina sono arrivati anche da Polonia, Norvegia, Canada, Repubblica Ceca, Spagna, Paesi Bassi, Lettonia, Lituania e Gran Bretagna, e il presidente francese Emmanuel Macron ha ricordato che in questo conflitto la Russia è l’aggressore, e gli ucraini sono gli aggrediti e coloro che lottano sia per la propria indipendenza che per la sicurezza dell’Europa. Un messaggio simile è stato inviato dalla presidente della Repubblica Moldova, Maia Sandu, mentre la presidente del consiglio italiana, Georgia Meloni, ha detto che in questi momenti è necessaria l’unità e ha chiesto l’organizzazione di un vertice tra gli USA – l’UE – i loro alleati. Dopo i colloqui tra Zelenski e Trump nello Studio Ovale, il presidente ad interim della Romania ha postato un messaggio sulla rete X in cui ha sottolineato che “la sicurezza dell’Ucraina è cruciale per la sicurezza dell’Europa” e che “dobbiamo essere uniti per lottare per i nostri valori, la libertà e la pace”. L’incontro tra Trump e Zelenski, durante il quale è intervenuto anche il vicepresidente J.D. Vance, si è svolto nello Studio Ovale della Casa Bianca e si è concluso con una lite. Volodymyr Zelenski ha spiegato che dal 2014, quando la Russia ha attaccato per la prima volta l’Ucraina, fino all’invasione su larga scala nel 2022, ci sono stati numerosi tentativi di risolvere il conflitto e regolamentare il cessate il fuoco, ma la Russia ha trasgredito ogni volta i propri impegni. Ecco perché Zelenski ha chiesto al presidente Donald Trump di non accettare compromessi con Vladimir Putin. I due leader americani hanno ribattuto duramente, accusando Volodymyr Zelenski di non essere grato e di non aver ringraziato gli Stati Uniti per il sostegno ricevuto e di rischiare di provocare la terza guerra mondiale. In seguito alla situazione tesa, l’accordo sullo sfruttamento congiunto dei minerali ucraini, richiesto dal presidente Donald Trump come compensazione per il sostegno fornito finora dagli Stati Uniti, non è stato più firmato, e la conferenza stampa congiunta dei due leader è stata annullata.
Giustizia – Il mercenario Horaţiu Potra, suo figlio e suo fratello sono stati messi sotto indagine internazionale dalla Polizia Romena, dopo che la corte suprema ha deciso di arrestarli. Allo stesso tempo, altri 16 imputati sono già stati messi in custodia cautelare e due persone sono state poste agli arresti domiciliari. Sono tutti accusati di azioni contro l’ordine costituzionale e Horaţiu Potra anche di mancato rispetto del regime delle armi e munizioni e del regime delle sostanze esplosive. Secondo alcune fonti i tre latitanti si troverebbero a Dubai. La procura sostiene che Horaţiu Potra e il suo gruppo di mercenari miravano a infiltrarsi nelle proteste organizzate subito dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali dello scorso anno in Romania, per creare caos. Il piano d’azione sarebbe stato messo a punto dall’ex candidato indipendente Călin Georgescu e dai suoi soci in un incontro clandestino, subito dopo l’annullamento delle elezioni. Quanto a Călin Georgescu, mercoledì è stato posto sotto controllo giudiziario per 60 giorni. È indagato per diversi reati, tra cui quello di istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale.
Drone russo – I frammenti di drone di provenienza russa scoperti, con esplosivi a bordo, in prossimità del valico di frontiera di Giurgiuleşti, al confine orientale della Romania con la Repubblica di Moldova, sono stati fatti esplodere sotto controllo. Sul posto è intervenuta una squadra composta da specialisti del Ministero della Difesa Nazionale, del Servizio Romeno di Informazione e del Ministero degli Interni che hanno eliminato il pericolo. Sul territorio romeno vengono spesso scoperti frammenti di droni utilizzati dalle forze russe negli attacchi contro le infrastrutture civili e militari dell’Ucraina, il che ha portato a numerose proteste rivolte a Mosca da parte della diplomazia di Bucarest. Questa settimana, il Senato romeno ha adottato, in qualità di istituzione con potere decisionale, una legge che permette all’esercito di abbattere i droni che entrano illegalmente nello spazio aereo del Paese.
Proteste – Qualche migliaio di persone hanno protestato oggi nel centro di Bucarest, su invito del partito sovranista all’opposizione l’Alleanza per l’Unione dei Romeni. Il suo leader, George Simion, ha dichiarato che si è trattato di una manifestazione contro il governo romeno e contro la decisione della Corte Costituzionale di annullare il secondo turno delle elezioni presidenziali dell’anno scorso. I partecipanti sono stati visti anche sventolare bandiere tricolori ed esporre cartelli a favore di Călin Georgescu, candidato indipendente alla presidenza della Romania. Georgescu si è trovato tra i manifestanti e ha accusato le autorità che cercano di bloccare la sua candidatura alle elezioni presidenziali previste a marzo.
1 marzo – I romeni festeggiano il 1 marzo, il primo giorno di primavera del calendario, la giornata del Mărțişor. L’antica usanza del Mărțişor è registrata dagli etnologi dell’inizio del XX secolo sia tra i romeni, sia tra i bulgari e gli albanesi dei Balcani. In Romania, nelle campagne, il Mărțişor era considerato un portafortuna, un oggetto che proteggeva dalle malattie e dalla sfortuna. Ai bambini veniva legata alla mano una moneta d’argento con un filo ritorto di lana o cotone bianco e rosso per proteggerli dalle malattie. Loro appendevano questo filo a un albero dopo 12 giorni, affinché l’albero fosse fruttuoso, oppure al bestiame, affinché fosse sano. Penetrato dal mondo urbano e diventato di moda, il Mărțişor può essere realizzato in argento o oro, indossato come gioiello sul petto o sotto forma di collana. La tradizione del Mărțişor è stato registrata dall’UNESCO nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel 2017, in seguito alla presentazione di un dossier multinazionale da parte di Romania, Repubblica di Moldova, Bulgaria e Macedonia del Nord.