Linee elettriche sicure per l’avifauna in Dobrugia
La mortalità per folgorazione degli uccelli è un grave problema di conservazione, che colpisce in particolare i rapaci. Le linee elettriche a media tensione non isolate, che spesso vengono utilizzate da questi uccelli come luogo di sosta durante la caccia o il riposo, rappresentano uno dei rischi maggiori per queste specie.

Eugen Coroianu, 02.02.2025, 17:59
La mortalità per folgorazione degli uccelli è un grave problema di conservazione, che colpisce in particolare i rapaci. Le linee elettriche a media tensione non isolate, che spesso vengono utilizzate da questi uccelli come luogo di sosta durante la caccia o il riposo, rappresentano uno dei rischi maggiori per queste specie. La Società Ornitologica Romena ha montato 1.000 guaine isolanti elettriche su pali di media tensione, situati nei territori di nidificazione del Falco del Danubio (Falco cherrug – lat.)
Ciprian Fântână è responsabile della conservazione presso la Società Ornitologica Romena e coordinatore dell’attività in Romania per il progetto internazionale “LIFE for Falcons”, svolto in Bulgaria e Romania. “È un progetto iniziato nel 2021. Proseguirà fino al 2026 e mira a preservare la popolazione del falco del Danubio nel sud della Romania e in Bulgaria. Il falco del Danubio è una specie di falco in via di estinzione, tipica delle terre steppiche, che in Romania incontriamo in due popolazioni distinte. Abbiamo la popolazione pontica della Dobrugia e la popolazione pannonica, nella Pianura occidentale, continuazione della popolazione in Ungheria. La popolazione con cui lavoriamo, quella pontica, fa parte di una popolazione che comprende anche la Moldavia meridionale, l’Ucraina e si estende fino alla Russia meridionale. In Romania le due popolazioni hanno dinamiche diverse. La popolazione pannonica, nell’ovest del paese, sembra stare bene perché ha beneficiato di diversi programmi di conservazione, e la popolazione pontica ha una tendenza completamente diversa. È in declino. Abbiamo solo sette, nove coppie di falchi nella popolazione pontica e per questo motivo in questo progetto ci occupiamo solo della popolazione pontica.”
Fino all’effettiva realizzazione del progetto è stato effettuato uno studio i cui risultati sono essenziali per la conservazione della biodiversità. I risultati sono la base per lo sviluppo di misure di protezione efficaci, volte a ridurre i rischi sulla popolazione del falco del Danubio in Romania, una specie dichiarata a rischio di estinzione e inclusa nella Lista Rossa, sia in Romania che in Bulgaria. Da Ciprian Fântână, responsabile della conservazione, abbiamo appreso che la zona centrale della Dobrugia è stata identificata come la regione con il maggior numero di vittime, e che i pali elettrici qui sono stati designati come prioritari per l’isolamento nell’ambito del progetto internazionale “LIFE for Falcons”, attuato in Romania dalla Società Ornitologica Romena. “Lo studio ha preso di mira i territori conosciuti dei falchi del Danubio della popolazione pontica, cioè entro un raggio di 10 chilometri attorno al nido, abbiamo studiato ogni linea elettrica per vedere il rischio di elettrocuzione. A tale scopo abbiamo analizzato circa 3.700 pali e studiato quali specie vengono fulminate e quanti esemplari. C’erano diverse migliaia di uccelli. Circa il 13% dei tralicci indagati ha avuto almeno una vittima folgorata. Sulla base di questo studio, abbiamo individuato le aree critiche in cui è necessario intervenire attraverso un’attività di conservazione mirata a isolare i pali pericolosi. Per l’isolamento si usano manicotti in gomma che riducono notevolmente il rischio di scosse elettriche. Abbiamo individuato le aree critiche, dopodiché siamo riusciti, attraverso una partnership con Reti Elettriche Romania, a completare l’attività. Abbiamo identificato i pali pericolosi, acquistato le guaine isolanti elettriche e, inoltre, Reti Elettriche Romania ha contribuito con i propri fondi all’installazione di queste guaine isolanti sui pali. Quest’anno inizieremo a monitorare gli effetti di questa attività di conservazione. Riteniamo che ridurrà significativamente il rischio di folgorazione, ma ciò deve essere dimostrato con i dati. Non abbiamo dubbi che ciò accadrà, poiché la tecnica ha già dimostrato la sua efficacia in numerosi progetti di conservazione. Controlleremo i pali per vedere se ci sono vittime folgorate.”
La Società Ornitologica Romena ha collaborato con Reti Elettirche Romania, l’operatore della distribuzione elettrica in quest’area, che ha coinvolto un numero significativo di specialisti, sia per lo sviluppo dello studio di fattibilità e del progetto tecnico, sia per il lavoro sul campo. In totale sono intervenuti sul campo 30 specialisti, raggruppati in 10 squadre, con altrettante macchine speciali per l’esecuzione di lavori in quota. Inoltre sono state svolte altre attività, spiega Ciprian Fântână, responsabile della conservazione presso la Società Ornitologica Romena e coordinatore delle attività in Romania per il progetto internazionale “LIFE for Falcons”. “Per la specie sono stati installati 60 nidi artificiali. Alcuni sono monitorati tramite video per ridurre il rischio che i pulcini scompaiano. Questi falchi sono di particolare importanza nelle attività di falconeria. A volte ci sono casi, soprattutto in Bulgaria, ma anche in Ucraina, in cui i pulcini vengono prelevati dal nido per queste attività. Per proteggere queste popolazioni che abbiamo nel sud-est della Romania, abbiamo anche installato delle telecamere di sorveglianza per monitorare l’attività intorno al nido. Un aspetto interessante, dietro le quinte del monitoraggio, è che la probabilità di trovare un falco del Danubio fulminato è estremamente bassa. È estremamente bassa perché sono pochissimi e una volta fulminati, i loro cadaveri di solito scompaiono rapidamente da sotto il palo perché vengono mangiati dai mammiferi macrofagi: volpi, sciacalli. Quando uno monitora, può scoprire cosa è morto negli ultimi giorni. A volte anche scheletri, ma quando ci sono cespugli o vegetazione più fitta alla base del palo, che non permettono ai macrofagi di consumare il cadavere. Noi, in base a quanto troviamo, abbiamo individuato i pali pericolosi. Su questi pali è più probabile che un falco del Danubio venga fulminato. Si trovano vicino al nido o nel loro territorio e lì gli uccelli vengono costantemente fulminati. In qualche modo, vengono usati dagli uccelli come osservatori. Delle diverse migliaia di uccelli rinvenuti, la maggior parte erano corvidi, seguiti da cicogne e poi specie di rapaci. Come specie, in particolare, la poiana comune, il gheppio comune, ma c’era anche il biancone. Anche quest’ultima è una specie protetta che utilizza molto i pali durante il periodo migratorio, perché ci dorme sopra. Migra durante il giorno e la sera cerca un posto dove riposare. Molto spesso gli unici punti di sosta, dove non verranno disturbati, sono i pali di media tensione. Si siedono sopra e spesso si fulminano. Hanno anche un’apertura alare maggiore, quindi, in termini percentuali, la maggior parte erano corvidi, seguiti dalle cicogne.”
Ridurre le cause che portano alla scomparsa del Falco del Danubio, come la mortalità per folgorazione, la mancanza di siti di nidificazione e di habitat favorevoli per l’alimentazione e la persecuzione che gli uccelli subiscono nelle loro aree di riproduzione, è uno dei pilastri su cui si fonda la strategia di questo progetto cofinanziato dal programma “LIFE” dell’Unione Europea.