80 anni dalla liberazione di Auschwitz
Il 27 gennaio sono ricorsi 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
Ştefan Stoica, 28.01.2025, 11:08
In Polonia, il paese con la più numerosa popolazione ebraica prima dell’Olocausto, il 27 gennaio si sono svolte cerimonie per ricordare gli otto decenni dalla liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz. Nella più famigerata delle fabbriche della morte create dal regime nazista perì quasi un sesto dei 6 milioni di ebrei vittime del genocidio.
Il presidente polacco, Andrej Duda, ha affermato che il suo paese è custode della memoria dell’Olocausto affinché una simile catastrofe umana non si ripeta mai più. Alle cerimonie hanno preso parte 50 sopravvissuti, la maggior parte di età compresa tra 80 e 90 anni. Alcuni di loro sono tornati più volte ad Auschwitz e il loro messaggio è stato sempre quello di raccontare alla gente cosa è successo e che quegli orrori non devono mai più ripetersi.
La Romania è stata rappresentata dal ministro della Cultura, Natalia Intotero. Stati come la Germania, la Gran Bretagna, la Francia o la Spagna sono stati rappresentati al massimo livello. A Bucarest, il presidente Klaus Iohannis ha trasmesso un messaggio in cui afferma che il 27 gennaio 1945 rimarrà per sempre il giorno in cui nella storia è stata segnata la fine del capitolo più buio, con la liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau.
“Coloro che erano riusciti a sopravvivere, potevano testimoniare al mondo intero che l’inferno si era scatenato sulla terra, ma anche che, alla fine, la forza della vita ha sconfitto la morte. Una catastrofe senza pari, in cui sono stati uccisi 6 milioni di bambini, donne e uomini”, ha sottolineato Iohannis. Il presidente ha ricordato che il 27 gennaio è anche il giorno in cui la Romania commemora le sofferenze subite dalle vittime del pogrom di Bucarest nel 1941, quando migliaia di ebrei furono dati alla morte da bande di legionari (l’estrema destra).
Il messaggio del presidente ha fatto riferimento anche al presente. Secondo Iohannis, a livello internazionale, il populismo, l’estremismo, gli atteggiamenti e le manifestazioni xenofobe e antisemite vengono mascherati perfidamente, con l’intenzione di erodere i pilastri fondamentali sui quali è costruito il mondo libero, in cui i diritti fondamentali svolgono un ruolo essenziale. E la diffusione dell’odio, gli attacchi, il linguaggio violento e la disinformazione indeboliscono le democrazie e rischiano di portare in derisione i diritti e le libertà conquistati con tanta fatica lungo il tempo.
La Romania, ha sottolineato Iohannis, ha compiuto passi importanti per onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto e per lottare contro l’antisemitismo, adottando una legislazione solida in materia e sviluppando progetti commemorativi ed educativi che contribuiscono a una cultura basata sui valori europei fondamentali.
Da parte sua, il primo ministro Marcel Ciolacu ha ribadito il fermo impegno del Governo romeno nella lotta al flagello dell’antisemitismo e nella promozione della memoria delle vittime della Shoah. Il premier ha affermato che è dovere delle autorità assicurarsi che la società romena conosca e non ripeta gli errori della storia.
Marcel Ciolacu ha partecipato lunedì, presso il Tempio Corale di Bucarest, il più grande luogo di culto mosaico della Capitale, alla cerimonia dedicata alla Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto e alla commemorazione delle vittime del pogrom antiebraico dei legionari nella Capitale.