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Documenti iconici della Grande Unione

Il ricordo dell'unione della Transilvania con la Romania avvenuta il 1° dicembre 1918, festa nazionale della Romania, è stato immortalato in diversi tipi di documenti e fonti.

Documenti iconici della Grande Unione
Documenti iconici della Grande Unione

, 10.12.2024, 09:33

Il ricordo dell’unione della Transilvania con la Romania avvenuta il 1° dicembre 1918, festa nazionale della Romania, è stato immortalato in diversi tipi di documenti e fonti. Alcuni sono diventati, negli oltre 100 anni trascorsi da allora, punti di riferimento del grande momento.

Una delle immagini più note dell’assemblea che proclamò l’unione della Transilvania con la Romania è la partecipazione obbligatoria alla celebrazione della Giornata Nazionale. È esposta in tutti i libri di storia, appare nei film documentari dedicati all’evento, nei musei e nei luoghi pubblici di tutta la Romania. Si tratta di una foto che mostra molta gente sul campo detto “Il Campo di Horea”, per lo più contadini, ma in cui si vedono anche alcune tute militari. Al centro dell’immagine c’è un anziano in abito tradizionale, che tiene nella mano sinistra una bandiera tricolore rosso-giallo-blu e ha la mano destra alzata a 45 gradi. Attorno a lui si vedono altre cinque o sei persone che tengono in mano anche loro le bandiere tricolori, con i colori disposti orizzontalmente. L’onnipresenza di questa foto si spiega con la volontà del regime comunista prima del 1989 di mostrare i contadini come il principale fattore decisivo dell’Unione. La fotografia del Campo di Horea ha messo in ombra un’altra fotografia in cui appariva la figura di spicco del vescovo greco-cattolico Iuliu Hossu, prigioniero politico, e colui che lesse la proclamazione dell’Unione.

Una seconda immagine, altrettanto presentata al pubblico quanto quella menzionata prima, è la foto in cui appare un gruppo di circa 50 donne e uomini, contadini del villaggio di Galtiu, del comune di Sântimbru, della provincia di Alba. Lo sfondo è rappresentato da alcuni alberi, e sulla sinistra c’è un uomo del gruppo vestito in abito tradizionale bianco e nero con in mano una bandiera tricolore. Al centro, sopra, c’è uno striscione su cui sta scritto “Galtiu. Viva l’Unione e la Grande Romania”. L’autore delle due foto iconiche è Samoilă Mârza, il cosiddetto “fotografo dell’Unione”. Nato nella località di Galtiu, Mârza è colui al quale i romeni devono queste foto uniche, le due menzionate, ma anche altre otto meno conosciute. Nato nel 1886, dopo essersi diplomato al liceo classico di Alba Iulia, Mârza apprese il mestiere di fotografo da un fotografo di Sibiu. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e fu assegnato al servizio topografico e fotografico dell’esercito austro-ungarico. Alla fine della guerra, Mârza scattò tre cliché fotografici che colgono la consacrazione della prima bandiera tricolore del Consiglio Militare Nazionale Romeno, il 14 novembre 1918. Quattro giorni prima dell’incontro ad Alba Iulia, Mârza arrivò nel suo villaggio natio, scattò tre fotografie con i suoi concittadini prima di partire per Alba Iulia. Trasportava la camera, il treppiede e le lastre di vetro su una bicicletta. A causa del peso degli apparecchi e del tempo nuvoloso, Samoilă Mârza scattò cinque foto che raffigurano aspetti dell’incontro, tre con la folla e due con le tribune ufficiali dove venne letto l’atto di unione. All’inizio del 1919, Samoilă Mârza pubblicò le sue fotografie in un album intitolato “La grande assemblea di Alba Iulia nei volti”.

Anche se non sono diventati iconici, i documenti audio legati alla memoria della giornata vissuta non sono meno importanti. Nel 1918, il sacerdote greco-cattolico Gherasim Căpâlna aveva 24 anni e in un’intervista degli anni ’70 conservata negli archivi del Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, ricordava l’organizzazione della partenza per Alba Iulia dal vescovado dove lavorava: “I preparativi vennero fatti a voce, di villaggio in villaggio, tramite i preti e gli insegnanti. Si decise che l’incontro si sarebbe tenuto il giorno dell’Arcangelo, l’8 novembre. Ma le cose cambiarono e ad Arad fu presa la decisione che il primo giorno di dicembre saremmo andati ad Alba Iulia. Ma lì, ad Alba Iulia, c’era così tanta gente che non ci si poteva passare. Per prima cosa furono organizzati i leader, fu nominato un presidente dell’Assemblea, Gheorghe Pop de Băsești. Era il più anziano e quindi diede ordini ad ogni centro, di ogni contea. Vaida-Voevod era qui al centro, si nascondeva qui. E c’era anche il medico Theodor Mihali, deputato. Il motore principale, la dinamica dell’organizzazione dell’assemblea, erano il sacerdote e l’insegnante, senza di loro non si poteva fare nulla. E lo fecero rischiando la propria vita. Venne stilata una lista specifica delle persone che volevano andare e quella lista ci fu richiesta per poter ottenere un lasciapassare per il viaggio in treno. Le Ferrovie ci misero a disposizione le carrozze, partimmo giovedì e l’incontro avvenne la domenica. Venerdì eravamo in viaggio e sabato arrivammo ad Alba Iulia ben 100 persone. La maggior parte non aveva un posto dove dormire e molti dormirono all’aperto. Rimasero là, passeggiarono per la città e dormirono appoggiati alle mura di Alba Iulia.”

I documenti iconici dell’incontro storico di Alba Iulia del 1° dicembre 1918 hanno una loro piccola storia, che oggi integriamo nella grande storia per comprenderla meglio.

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