La settimana 25 – 30/11/2024
Elezioni con sorprese e scandalo / Politiche, in secondo piano / Referendum per Bucarest / I romeni e la libera circolazione / Una nuova Commissione Europea
Roxana Vasile, 30.11.2024, 07:00
Elezioni con sorprese e scandalo
L’organizzazione, in Romania, in un solo anno, di tutti i tipi di elezioni – presidenziali, politiche, europee e amministrative – nonché tre domeniche consecutive – il 24 novembre, il 1 e l’8 dicembre – riservate all’elezione del presidente e del Parlamento, rappresentavano, anche se solo in teoria, un vero banco di prova per le autorità e la società nel suo insieme. Dopo il primo turno delle presidenziali del 24 novembre, alle sfide di carattere logistico si sono aggiunti però una grande sorpresa e un enorme scandalo politico e sociale. Contrariamente a tutte le previsioni, l’indipendente sovranista Calin Georgescu, percepito come un estremista filorusso, si è piazzato al primo posto nelle opzioni di voto dei romeni, seguito dalla candidata dell’USR (all’opposizione), Elena Lasconi. Quest’ultima ha superato per meno di tremila voti il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu, dopo una notte piena di capovolgimenti. Che cosa è successo dopo? Il primo ministro Marcel Ciolacu si è dimesso dalla carica di leader del PSD, così come Nicolae Ciuca dalla guida del PNL (membro nella coalizione governativa), dopo essersi piazzato solo al quinto posto nelle opzioni di voto dei romeni. La Corte Costituzionale, che giovedì avrebbe dovuto convalidare il risultato del primo turno, ha chiesto un’ulteriore verifica e un nuovo conteggio di tutte le schede, dopo aver ricevuto una notifica secondo la quale i voti ottenuti da un candidato che si è ritirato dalla corsa all’ultimo minuto sarebbero stati passati ad Elena Lasconi. La decisione della CCR è stata criticata dalla maggioranza dei candidati coinvolti nella competizione elettorale, che hanno attirato l’attenzione che un eventuale annullamento delle elezioni del 24 novembre genererebbe tensioni e instabilità. Nel frattempo, sempre giovedì, si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa del Paese, che ha constatato l’esistenza di attacchi informatici con l’obiettivo di influenzare la correttezza del processo elettorale. Allo stesso tempo, uno dei candidati – si legge in un comunicato del Consiglio Supremo di Difesa – ha beneficiato di un trattamento preferenziale e di un’ampia visibilità su TikTok. La piattaforma di proprietà cinese ha respinto le accuse che riguardavano indirettamente Calin Georgescu, affermando che la maggior parte dei candidati ha fatto campagna elettorale sulla piattaforma, e quelli che hanno vinto lo hanno fatto anche su altre piattaforme digitali, oltre che sui media tradizionali. Il Servizio Romeno di Telecomunicazioni ha informato che, per l’organizzazione delle elezioni del 24 novembre, sono state implementate misure proattive per prevenire e contrastare i rischi legati alla sicurezza informatica, e che i sistemi informatici hanno funzionato entro parametri normali.
Politiche, in secondo piano
Il “rumore” infernale dopo il primo turno delle presidenziali ha fatto diminuire d’importanza le politiche previste per il 1 dicembre, giorno in cui si celebra anche la Festa Nazionale. Tuttavia, il voto dei romeni è essenziale visto che dal suo risultato dipende la configurazione del futuro legislativo, così come anche la struttura del governo. Al termine di una campagna elettorale durata fino alla mattina del 30 novembre, oltre 8.000 candidati di 31 partiti e alleanze e 19 organizzazioni delle minoranze nazionali sperano di ottenere il voto dei romeni per entrare nel Parlamento. Mentre in Romania il voto si svolge in un solo giorno, domenica, in quasi 19.000 seggi elettorali, i romeni all’estero sono attesi alle urne in 950 seggi, per due giorni: sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre.
Referendum per Bucarest
Contemporaneamente al primo turno delle presidenziali del 24 novembre è stato organizzato anche un referendum a Bucarest, voluto dal sindaco generale Nicusor Dan. Alla domanda se sono d’accordo che il Consiglio Generale del Comune si occupi della distribuzione per settori delle imposte sul reddito, delle tasse e delle imposte locali, più del 64% dei bucarestini ha risposto “sì”. Al momento tale stanziamento spetta al Governo e al Parlamento. Inoltre, più del 66% degli abitanti della capitale concorda sul fatto che il sindaco generale debba rilasciare tutte le autorizzazioni di costruzione. Infine, al terzo quesito del referendum, proposto dal PSD, più dell’84% dei residenti di Bucarest hanno risposto che sono d’accordo che il Comune finanzi un programma di lotta all’uso della droga nelle scuole. La partecipazione al referendum è stata quasi del 41%. Per essere applicato, il voto deve essere confermato dal Legislativo.
I romeni e la libera circolazione
Bucarest ha salutato la decisione del Comitato dei Rappresentanti Permanenti dei Governi degli Stati Membri dell’Unione Europea (COREPER), che ha dato luce verde all’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen anche con le frontiere terrestri a partire dal 1 gennaio 2025. La decisione è stata presa a Bruxelles, all’unanimità. L’accordo andrà all’approvazione del Consiglio Giustizia e Affari Interni a metà dicembre. D’altro canto, la Romania ha soddisfatto il criterio essenziale del tasso di rifiuto del visto per qualificarsi nel Programma Visa Waiver che consente di viaggiare senza visto negli USA. Il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato il rapporto secondo il quale la Romania è scesa al di sotto della soglia del 3% imposta dalla legislazione americana. Più precisamente, quest’anno i romeni hanno presentato circa 80.000 domande di visto, di cui le rappresentanze diplomatiche americane ne hanno accettato la cifra record di oltre 78.000.
Una nuova Commissione Europea
La nuova Commissione Europea ha ricevuto, mercoledì, il voto favorevole del Parlamento Europeo. Uno dei vicepresidenti dell’Esecutivo guidato sempre da Ursula von der Leyen sarà la romena Roxana Manzatu. La prima iniziativa del team di cui fa parte sarà l’adozione di un piano strategico per la crescita dell’economia europea e della competitività. Roxana Manzatu, infatti, coordinerà indirettamente anche questo settore, perché si occuperà di politiche sociali e della formazione professionale dei lavoratori europei. A lei spetterà anche il settore più ampio della preparazione della società ai momenti di crisi, che non si riferisce solo alle guerre o alle catastrofi climatiche, ma anche alla transizione verde, alla digitalizzazione e ai problemi sociali. La nuova CE inizierà il suo mandato il 1 dicembre.