Chi sono i candidati in lizza per la presidenza
16 candidati sono ammessi nella corsa per la presidenza della Romania. Tuttavia, l’elenco sarà definitivo il 10 ottobre.
Roxana Vasile, 07.10.2024, 14:00
Manca poco alle elezioni presidenziali, le più attese tra tutte e quattro le elezioni organizzate quest’anno in Romania, e che si svolgeranno in due turni: il 24 novembre e l’8 dicembre. Riunitosi domenica sera per esaminare le ultime candidature inoltrate, l’Ufficio Elettorale Centrale ha respinto 10 candidature e ha ammesso la registrazione di altre 9. In totale sono quindi 16 i candidati ammessi alla corsa per la carica più alta nello Stato. L’elenco dei candidati resterà definitivo il 10 ottobre, dopo che saranno presentati gli altri documenti obbligatori: le autocertificazioni relative alla collaborazione o meno con la polizia politica del regime comunista, la Securitate, nonché le dichiarazioni patrimoniali e d’intenti.
La campagna elettorale per le elezioni presidenziali inizia ufficialmente il 25 ottobre e si preannuncia dura, commisurata alla posta in gioco delle elezioni. Tuttavia, la campagna è già iniziata ufficiosamente da settimane, con ciascuno dei più noti aspiranti alla carica presidenziale che cerca di massimizzare la propria posizione di partenza nella corsa. I candidati, nell’ordine di presentazione delle candidature all’Ufficio Elettorale Centrale, sono: George Simion, dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), Elena Lasconi dell’Unione Salvate Romania (USR) e Nicolae Ciucă, il leader del Partito Nazionale Liberale. A questi si aggiungono Kelemen Hunor, dell’Unione Democratica Magiari di Romania, Mircea Geoană, candidato indipendente, e Marcel Ciolacu, leader del Partito Socialdemocratico.
Sabato sera è scoppiato un enorme scandalo, dopo che i giudici della Corte Costituzionale hanno ammesso, a maggioranza di voti, le obiezioni alla registrazione della candidatura di Diana Şoşoacă alle elezioni presidenziali. La controversa eurodeputata ha inoltrato un nuovo dossier di candidatura, ma anche questo è stato respinto domenica, questa volta dall’Ufficio Elettorale Centrale. La decisione della Corte Costituzionale, definitiva e senza precedenti, di rimuovere la presidente del partito S.O.S. Romania dalla corsa elettorale ha aggravato i dissensi tra il PSD e il PNL, attuali partner di governo.
Diana Şoşoacă ha accusato che la sua eliminazione dalla corsa favorirebbe il leader dell’AUR, George Simion, che avrebbe così maggiori possibilità di accedere al secondo turno, e il socialdemocratico Marcel Ciolacu – che nei sondaggi si piazzerebbe al primo posto nelle preferenze dell’elettorato – avrebbe un avversario più facile da sconfiggere nella finale presidenziale. L’opinione è stata condivisa dal PNL e dall’USR, i cui leader – Nicolae Ciucă ed Elena Lasconi – ritengono che il PSD avrebbe influenzato il rifiuto della candidatura di Diana Șoșoacă. Il PSD ha smentito le accuse, e Marcel Ciolacu ha sottolineato che la Corte Costituzionale deve pubblicare rapidamente la motivazione, altrimenti si può parlare di una vulnerabilità del sistema democratico in Romania. La decisione della Corte può avere una copertura costituzionale, ma certamente ha effetti antidemocratici, dannosi per la democrazia – ha reagito anche l’indipendente Mircea Geoană.