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Sulina, il cimitero pluriconfessionale

Porto fluviale e marittimo, Sulina è la più orientale città della Romania e dell’UE. Situata sulla riva destra del Danubio, è diventata un’attrattiva turistica estiva negli anni 70 del secolo scorso.

La tomba del pirata Gheorghios Kontoguris (foto: Ştefan Baciu, RRI)
La tomba del pirata Gheorghios Kontoguris (foto: Ştefan Baciu, RRI)

, 14.05.2024, 07:01

Porto fluviale e marittimo, Sulina è la più orientale città della Romania e dell’UE. Situata sulla riva destra del Danubio, è diventata un’attrattiva turistica estiva negli anni 70 del secolo scorso per chi voleva scoprire le bellezze del Delta del Danubio e godersi, allo stesso tempo, la spiaggia selvaggia, con sabbia finissima, del Mar Nero. Gli edifici storici di Sulina evocano il periodo di gloria della città, quando qui c’era la sede della cosiddetta Commissione Europea del Danubio, che aveva il ruolo di garantire la navigazione di tutte le navi sul Danubio, a prescindere dalla bandiera, secondo il Trattato di Parigi del 1856. I lavori per rendere navigabile il braccio centrale del Danubio è stato un progetto complesso, realizzato in diverse tappe e coordinato dall’ingegnere inglese Charles Hartley, consulente anche nel progetto del canale di Suez.

Nella seconda metà del 19/o secolo, a Sulina erano attivi consolati, uffici di armatori e commercianti, si facevano grandi affari, soprattutto con cereali e la città era diventata fiorente. Negli edifici sulla riva destra del Danubio c’erano anche tante locande. Molti dei vecchi edifici di Sulina sono scomparsi nel periodo comunista e al loro posto sono stati costruiti condomini. Per chi visita Sulina, oltre ai vecchi edifici che si sono conservati, compresa la sede della Commissione Europea del Danubio, un’attrattiva è anche il cimitero pluriconfessionale, una testimonianza della vita cosmopolita della Sulina di una volta. Venne fondato nel 1864 ed era gestito proprio dalla Commissione Europea del Danubio. Vi sono sepolti imprenditori, principesse, donne leggendarie, pirati, marinai, abitanti e avventurieri di tutto il mondo. Era un cimitero comune per tutte le religioni.

Valentin Lavric, docente a Sulina e membro dell’Associazione Scopri Sulina, che promuove questa destinazione turistica, presenta ai visitatori le storie di molte persone sepolte in questo cimitero con zone riservate a cattolici, protestanti, ebrei, turchi, russi lipoveni e ortodossi, nella maggior parte greci e romeni. Nella zona degli ortodossi si può vedere anche la tomba di un pirata di Sulina, come ci ha raccontato Valentin Lavric: “Il più visitato è il Monumento del Pirata. Si chiamava Gheorghios Kontogouris ed è stato un “areistos politeisis”, ovvero un buon cittadino. Certo, se derubava i ricchi per dare ai poveri, come una specie di Robin Hood, la gente lo apprezzava! Era nato in Kefalonia, ha vissuto 33 anni ed è morto a Sulina, il 25 marzo, il giorno della Festa Nazionale della Grecia, l’Annunciazione. La sua tomba è stata costruita da suo fratello, Grigorios. Ai piedi notiamo il teschio e le ossa incrociate. È, infatti, l’unica tomba di pirata attestata in Europa. Come si faceva allora la pirateria? I pirati portavano sulla spiaggia un bue e gli mettevano un bastone di legno tra le corna, al quale appendevano dei lampioni. I marinai vedevano le luci, pensavano che fossero delle manovre nel porto e che la profondità dell’acqua fosse sufficiente. Avanzavano a grande velocità e finivano sulla sabbia. Quindi non c’erano combattimenti come nei Caraibi o in “Toate pânzele sus”, ma era una specie di saccheggio sulla spiaggia. Pare che in questo modo si sia arricchito, perché vedremo anche la tomba di suo frattello, molto più grande e imponente.

Nel 1871, l’anno della scomparsa del pirata Gheorghios Kontogouris, era stato appena messo in funzione il faro che indicava alle navi la strada verso il porto di Sulina. Oggi è conosciuto con la denominazione di Faro Vecchio e si trova lontano dalla riva del mare, all’interno della piccola città situata allo sfocio del Danubio nel Mar Nero. Ogni anno, la terra avanza di qualche metro a causa delle alluvioni portate dal Danubio e depositate attorno alle foci nel mare. Proprio a causa di questo fenomeno, tra i bracci Sulina e Chilia si è formata una superficie di terraferma che è diventata zona di nidificazione per molti uccelli. È un’area strettamente protetta, che può essere ammirata dai turisti solo da lontano, oppure a bordo della barca con cui vanno in gita sui canali e nei laghi del Delta del Danubio.

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