Deficit di bilancio in crescita
Il deficit di bilancio della Romania è aumentato, ma il Governo di Bucarest afferma che rientrerà nei limiti proposti.
Ştefan Stoica, 27.03.2024, 11:38
I moniti sulle conseguenze dell’aumento del deficit di bilancio della Romania sono sempre più frequenti e arrivano da diverse direzioni, sia dagli organismi europei, che da esperti o analisti. Non c’è nulla di speculativo al riguardo, perché si basano su numeri. Gli ultimi dati in tal senso sono stati forniti dal Ministero delle Finanze, secondo il quale il deficit di bilancio ha raggiunto, dopo i primi due mesi dell’anno, quasi 29 miliardi di lei, l’equivalente di circa 6 miliardi di euro, che rappresenta l’1,67% del PIL. E’ quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le entrate totali di gennaio e febbraio sono state superiori di oltre il 17% rispetto ai primi due mesi del 2023, sostenute principalmente dall’evoluzione delle entrate provenienti da contributi assicurativi, IVA, fondi europei, imposte su salari e accise, ma le spese sono state molto più elevate, in aumento di oltre il 27%.
“Il deficit non è una catastrofe”, ha detto il primo ministro Marcel Ciolacu, nel tentativo di calmare i timori degli analisti. Il premier ritiene che, alla fine dell’anno, la Romania rientrerà nella fascia proposta. La costruzione del bilancio si basava su un deficit di bilancio stimato al 5% del PIL, che l’opposizione aveva, però, qualificato come irrealistico, perché le entrate sarebbero state sovrastimate e le spese sottovalutate. Il ritmo di crescita sarà sostenuto, è convinto il primo ministro, che prevede ottimisticamente che quest’anno la Romania avrà la crescita economica più alta d’Europa. E non sarà una crescita economica basata sui consumi, ma soprattutto sugli investimenti, confida Marcel Ciolacu.
Lunedì, la Commissione Europea ha pubblicato un’analisi approfondita per 6 stati membri, compresa la Romania. Nel suo caso, l’Esecutivo comunitario ha ammonito che continua ad affrontare vulnerabilità legate ai conti delle finanze pubbliche e alla bilancia estera. Gli elevati deficit pubblici e di conto corrente, nonché l’elevato tasso di inflazione, tutti superiori ai livelli pre-pandemici, rendono l’economia potenzialmente vulnerabile agli shock, sottolinea la Commissione Europea. L’Esecutivo comunitario nota che sono stati compiuti progressi nel ridurre il disavanzo delle partite correnti nel 2023, principalmente sulla scia dell’inasprimento della politica monetaria e dell’indebolimento dei consumi privati, ma, con le politiche invariate, si prevede che i rischi sulla posizione esterna rimangano elevati negli anni successivi.
Nel documento si valuta che il perseguimento di una strategia credibile di consolidamento fiscale è la priorità chiave delle politiche volte a mitigare i rischi per la stabilità dell’economia. Questa strategia richiederà la piena attuazione delle riforme fiscali e strutturali incluse nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare quelle mirate ad un aumento strutturale delle entrate pubbliche e ad un’esecuzione del bilancio molto più rigorosa, indica l’analisi della Commissione Europea.