La Giornata dell’Ascoltatore 2016 a RRI
All'edizione di quest'anno della Giornata dell'Ascoltatore, RRI vi ha invitato a rispondere alla domanda «Dove vivono le persone più felici?».
România Internațional, 06.11.2016, 08:00
Alledizione di questanno della Giornata dellAscoltatore, RRI vi ha invitato a rispondere alla domanda «Dove vivono le persone più felici?». Abbiamo atteso con interesse le vostre risposte, che sono state svariate e interessanti. Alcuni ascoltatori hanno fatto riferimento alle classifiche, altri ci hanno indicato zone geografiche, alcuni il proprio Paese o la città natia ed altri hanno fatto riferimento alla Romania. La maggior parte hanno detto che la felicità vuol dire avere una buona vita sociale.
Ecco quanto ci ha detto, in unintervista telefonica, il nostro fedele ascoltatore Stefano Citterio, di Trescore Balneario, Provincia di Bergamo.
Dal canto suo, Francesco Greco, di Palagianello, Provincia di Taranto, ci ha scritto: “Cari amici, io credo che, come alto tenore di vita, ottimo sistema di welfare che offre ottime prestazioni sanitare ed alto livello di istruzione, ordine pubblico efficiente, delinquenza quasi inesistente, i Paesi Scandinavi sono allavanguardia, se poi parliamo di persone che trovano la felicità non nel soddisfacimento dei piaceri materiali, ma nella totale spiritualità allora la mia ammirazione va ai monaci tibetani, ma…..in fondo il posto più bello per viverci è proprio quello in cui si vive la propria quotidianità, insieme ai propri cari, i propri amici, le proprie passioni ed i propri interessi. Questa è sinteticamente la risposta al vostro interessante quesito. Grazie per lattenzione e buona Giornata dellascoltatore. La revedere!!!”
Ecco anche le risposte dellascoltatore Ugo, dellItalia, alle domande fatte da RRI per la Giornata dellAscoltatore 2016. Alla domanda “dove pensate che vivano le persone più contente?” il nostro amico ha risposto: “Dove non devono chiedersi come faccio a vivere“. Alla domanda “dove e come vorreste vivere?” ci ha confessato: “Sono contento dove vivo e come vivo.” Per quanto riguarda gli «ingredienti» che fanno una persona trovarsi bene in un posto, Ugo ci ha scritto: “Gente normale, tranquillità e la possibilità di avere un buon lavoro per garantire a me e la mia famiglia una vita normale. Niente delinquenza (utopia) e punto.”
Hans Verner Lollike della Danimarca ci ricorda che neanche la felicità si raggiunge senza sforzo. “Molte volte la Danimarca è stata in testa alle classifiche, assieme ad altri Paesi scandinavi, nei sondaggi sulle persone più fortunate del mondo, ma, in generale, non sono sicuro che siamo più fortunati di altre nazioni. Se uno è interessato allistruzione gratuita, a servizi sanitari gratuiti, a scuole gratuite, sussidi sociali, alla sicurezza del posto di lavoro e dellabitazione, senza dubbio i Paesi scandinavi sono in testa alla classifiche, anche se ci manca ancora la parità totale di genere, per quanto riguarda le retribuzioni. Se due persone con la stessa qualifica si candidano per un posto di lavoro, sarà luomo a riceverlo. Non siamo un Paese come nei film di Hollywood, dove devi solo stendere la mano pechè i soldi cadano dal cielo. Uno deve lavorare nella vita, imparare sul serio per superare un esame, deve fare tutto il possibile per ottenere un lavoro. Credo che la fortuna sia una percezione molto soggettiva. Non si può comprare, non si può regalare. È qualcosa che spunta dimprovviso, che ti resta impresso nella mente: una parola, un giorno assolato, un abbraccio caldo, stare con i figli e guardarli mentre stanno giocando, un campo pieno di narcisi in fiore, una persona che si ama, una famiglia cui si vuole bene. Personalmente non posso concepire la felicità in assenza della mia fede cristiana, in cui tutto nella vita è un dono di Dio. Mi ricordo di uno spettacolo teatrale. Era su un uomo che aveva tutto e viveva una vista di lusso. Aveva bisogno di una sola parola per ottenere tutto ciò che voleva: bevande, donne belle, divertimento, una piscina grande. Ma lui si annoiava sempre di più, cosicchè un giorno chiamò un domestico e gli disse “Se la vita è cosi noiosa, era meglio che vivessi nellinferno!” e il domestico gli rispose “Adesso dove credi di essere?”, ci ha scritto Hans Verner Lollike.
Dal canto suo, Christer Brunstrom, della Svezia, ritiene che la felicità sia piuttosto un atteggiamento di vita. “Dove vivono le persone più felici? È una domanda interessante e la risposta non è cosi semplice come sembra. I recenti sondaggi cercano di valutarla secondo criteri come il reddito, i servizi sanitari, listruzione, la speranza di vita e la sicurezza. Ciononostante, la felicità significa molto di più; è un sentimento che può essere condiviso da ricchi e poveri, ovunque si trovino. Sicuramente è molto più facile essere felici finchè uno non si deve preoccupare per i soldi e la salute. La vera felicità è un sentimento forte di soddisfazione per la propria vita e per la gente intorno. È allorquando ci si sveglia la mattina ogni giorno felice di andare al lavoro e fare altre attività. Infatti, è un atteggiamento di vita in generale. Molte persone trovano la felicità in un contesto religioso, quando contano su un Dio pieno di amore che si prende cura di tutti i loro problemi e di tutte le loro preoccupazioni. Per quello che so io, il Regno del Bhutan è lunico Paese del mondo in cui il livello di felicità venga misurato come parte del processo di sviluppo del Paese”.
I legami sociali sono per Jonathan Murphy, dellIrlanda, lingrediente più importante per una vita felice. “La chiave di una vita felice è avere la famiglia e gli amici vicino. Questo fa si che un posto possa essere chiamato casa. Con i membri della propria famiglia vicino, uno ha una rete di persone disposte ad aiutarlo in qualsiasi momento, prestargli un ingrediente che manca quando si mette a cucinare, avere cura dei bambini quando sono molto piccoli o dei genitori quando sono anziani. Purtroppo, è sempre più difficile godersi questo tipo di felicità nellepoca moderna. Numerose famiglie hanno membri che vivono allestero. Tuttavia lo spirito di questo “a casa” vive nei nostri cuori, e lo condividiamo allorquando manteniamo i legami anche a grandi distanze”, sottolinea Jonathan Murphy, dellIrlanda.
Miodrag Ristici, della Serbia, afferma che le persone che vivono in piccoli villaggi sono più felici. “Dove vivono le persone più felici? Secondo me, la nozione di felicità/della persona più felice non è una costante assoluta, bensi una storia relativa nella vita di ciascuno di noi. A volte, siamo resi felici dalle piccole cose, mentre le realizzazioni eccezionali passano quasi inosservate. Spesso mi sono chiesto in quale posto del mondo vivano le persone più felici, senza preoccupazioni e rilassate. Sono giunto alla conclusione che le migliori condizioni di vita le hanno le persone che vivono in città-stati, come il Kuweit, il Singapore, lAndorra, la Gibilterra, o altri stati piccoli, come numero di abitanti e superficie, come il Principato di Monaco, che esiste dal 1297 ed ha circa 36.000 abitanti. Un esempio di Paese in cui vivono persone felici può essere la Slovenia, un piccolo stato con poco più di 2 milioni di abitanti, sito in una zona subalpina. Leconomia di questo Paese è sviluppata. Secondo alcune stime, è il Paese con la migliore situazione tra gli stati europei in via di transizione. Per il resto, cosi come le miniature nel campo dellarte sono sempre interessanti e belle, cosi succede con i piccoli stati del mondo”.
Pensando alle zone di conflitto nel mondo arabo, Farid Boumechaal, dellAlgeria, dice che la felicità la troviamo laddove non cè guerra. “Secondo i più recenti sondaggi (…) i Paesi scandinavi sono nel top delle preferenze, avendo un alto tenore di vita e una densità della popolazione inferiore a quella dellAfrica e dellAsia. Anche gli aspetti politici e culturali di una zona svolgono un ruolo importante nella felicità degli abitanti. Nel contesto dellesodo dai Paesi africani e arabi in guerra, vediamo persone che sono scappate verso luoghi sicuri presentati come un paradiso. Noto anche il fatto che le zone turistiche montane con paesaggi pittoreschi svolgono un ruolo importante nella felicità e nel confort della gente. Ad esempio, troviamo più anziani in Giappone perché lambiente e il clima della zona permettono di vivere un lunga vita. Immaginiamoci il continente africano senza guerre e conflitti, vivendo in sicurezza, pace e prosperità. Allora partirebbe ancora la gente con le navi verso lEuropa? Se avessimo a disposizione confort, sicurezza e abbastanza soldi, saremmo i più felici uomini al mondo e contribuiremo a portare la felicità nelle zone di conflitto”.
Leng Yue, della Cina, è del parere che la felicità la si trova lontano dagli agglomerati urbani. “Quando ero giovane, un amico mi ha detto ad un certo momento: il luogo in cui ti trovi non è importante, sono importanti le persone. Il senso di queste parole è infatti questo: bisogna trovare la persona amata, questa è la felicità. Ma anche il fatto di vivere vivere vicino alle montagne e alle acque, lontano dallatmosfera delle città grandi e diformi, può portare felicità”.
La felicità non è legata ad un certo posto, o ad una persona, ma solo ai momenti – è del parere Hugo Longhi dellArgentina. “Secondo me dovremmo cominciare con lanalisi della parola “felicità” o di ciò che si intende per una persona felice. Io penso che la persone più felici siano coloro che si accontentano di poco, coloro che lavorano abbastanza da poter far fronte alle necessità senza investire troppo tempo. Ad esempio, coloro che preferiscono restare a contatto con la natura e vivere di quello che loro stessi producono, oppure coloro che si rifugiano in una casa che costruiscono con le loro mani e con i materiali che hanno a disposizione, oppure coloro che si vestono per proteggere il proprio corpo dal freddo o dal caloro e non per esibire i loro abiti firmati, e così via.Dove vivono le persone felici? Io credo che la felicità non sia propria di un popolo o di una zona geografica. La felicità è fatta di momenti. Nessuno è sempre felice oppure è felice in un determinato posto. Lo stesso vino è migliore se bevuto nella giusta compagnia. Un film che ci ha impressionati qualche tempo fa, potrebbe sembrarci noioso quando lo vediamo per la seconda volta, lamore forte che abbiamo sentito, un giorno può scomparire. Però finché esistono questi momenti e queste esperienze, possiamo dire di aver raggiunto la nostra quota di felicità.” (traduzione di Adina Vasile e Gabriela Petre)