Protesta delle Casse Sanitarie in Romania
In Romania, i dipendenti delle Casse Sanitarie hanno avviato un'azione di protesta a tempo indeterminato.
Sorin Iordan, 03.11.2023, 10:17
Insoddisfatti del fatto che i loro stipendi non sono cresciuti più da sei anni, i dipendenti della Cassa Sanitaria Nazionale (CNAS) e delle sedi provinciali hanno bloccato ieri l’attività di pubbliche relazioni a tempo indeterminato. Il Blocco Nazionale Sindacale, l’organismo che li rappresenta, afferma che la decisione è la conseguenza del fatto che, dopo mesi di dialogo e di attesa, l’amministrazione di Bucarest non ha trovato soluzioni soddisfacenti e immediate. Le organizzazioni sindacali e la direzione della CNAS hanno cercato di risolvere i problemi salariali promuovendo un disegno di legge che generasse il necessario sostegno legislativo per le correzioni salariali. Tuttavia, è stato cancellato per due volte dall’ordine del giorno della Camera dei Deputati, in questo caso decisionale, poichè nel progetto sono state incluse anche altre categorie di personale del settore pubblico sanitario, il che ha comportato un aumento dell’impatto sul bilancio .
Il presidente del Blocco Nazionale Sindacale, Dumitru Costin, afferma però che i dipendenti del sistema non chiedono un aggiustamento del bilancio, dal momento che la Cassa Sanitaria Nazionale dispone di risorse finanziarie sufficienti per dieci incrementi salariali. Costin ha dichiarato di aver discusso la questione con membri del Governo e del Parlamento. L’argomento è a dir poco conosciuto, è addirittura ben noto. Personalmente ho parlato con il primo ministro, ho parlato con il presidente della Camera dei Deputati, ho parlato con il ministro del Lavoro, che è anche ministro del Dialogo sociale. Questa settimana ho incontrato anche il ministro delle Finanze. Nessuno può dire che ora ci troviamo con un problema alla Cassa Nazionale, alle Casse provinciali e a quella della previdenza nell’ordine pubblico, sicurezza nazionale e autorità giudiziaria, ha dichiarato Dumitru Costin.
Da parte loro, i rappresentanti della Federazione dei Sindacati delle Casse Sanitarie attirano l’attenzione che, dopo che il Governo romeno ha assunto la responsabilità per la legge sulle misure fiscali e di bilancio, più di 100 dipendenti delle casse sanitarie sono migrati verso altre istituzioni committenti del sistema pubblico, il che ha indebolito la capacità di gestire il rapporto con gli oltre 40.000 fornitori di servizi sanitari operanti a livello nazionale. I sindacalisti spiegano che queste uscite dal sistema sono avvenute in un contesto in cui, negli ultimi 4 anni, attraverso le partenze volontarie, la CNAS ha perso più del 25% dei suoi dipendenti.
Da parte sua, il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha comunicato che l’interruzione dell’erogazione dei servizi medici non può essere accettata, auspicando un dialogo tra la nuova direzione della Cassa Sanitaria Nazionale e i dipendenti. In un’intervista rilasciata alla televisione pubblica romena, il ministro ha affermato che il bilancio della CNAS è il più grande della Romania, più volte superiore al budget del Ministero della Salute, e che è naturale che sia così, dato che l’istituzione paga per programmi sanitari nazionali, i servizi forniti dagli ospedali, ma anche per il rimborso di medicinali gratuiti e compensati. Tuttavia, Rafila ha attirato l’attenzione che esiste un problema, dal momento che, che di 19 milioni di persone che beneficiano dei servizi sanitari in Romania, solo 5 milioni contribuiscono al fondo assicurativo.