Contributo della Romania al mantenimento della pace nel Kosovo
Bucarest annuncia l'aumento del contributo alla forza di mantenimento della pace nel Kosovo.
Bogdan Matei, 05.10.2023, 11:26
Nel periodo immediatamente successivo, la Romania dislocherà una compagnia di fanteria, nominata come parte della riserva strategica nell’ambito dell’operazione NATO nel Kosovo, ha riferito a Bucarest il Ministero della Difesa. La decisione fa seguito all’autorizzazione da parte del Consiglio Nord Atlantico relativa all’aumento delle forze per gestire la situazione corrente nei Balcani Occidentali. Da membro della NATO e dell’UE, Bucarest ha assunto l’impegno di contribuire con truppe e mezzi militari agli sforzi volti a mantenere un ambiente stabile di sicurezza nella regione dei Balcani, nota storicamente come la polveriera dell’Europa.
Assieme a Spagna, Grecia, Cipro e Slovacchia, la Romania è uno dei cinque paesi membri dell’UE che non riconoscono lo stato kosovaro, e le sue truppe sono dispiegate lì sotto mandato internazionale, per preservare la fragile pace tra le comunità. In questo momento, nei teatri operativi dei Balcani Occidentali sono dispiegati circa 330 militari romeni, di cui quasi 250 in Bosnia-Erzegovina e un’ottantina nel Kosovo.
Le tensioni in Kosovo sono salite nuovamente, dopo che un gruppo paramilitare di decine di uomini ha ucciso, alla fine dello scorso mese, un poliziotto kosovaro albanese e ha ferito un altro nei pressi di Banka, nel nord della provincia. Tre membri del gruppo, tutti serbi del Kosovo, sono stati successivamente uccisi nel corso di un’operazione lanciata dalle forze speciali della polizia kosovara.
Il dispiegamento di truppe serbe al confine con il Kosovo ricorda il comportamento della Russia nei confronti dell’Ucraina prima di invaderla, ha dichiarato la ministra degli Esteri kosovara, Donika Gervalla-Schwarz, sostenendo che una simile concentrazione di truppe non è esistita negli ultimi anni e che l’armamento che hanno lì, i carri armati, ci creano una cattiva sensazione, poichè non sappiamo come risponderà la comunità internazionale. Donika Gervalla-Schwarz ha sollecitato all’Unione Europea di prendere delle misure contro la Serbia, come quella di congelare il suo status di candidato all’adesione.
Sin dalla scorsa settimana, gli Stati Uniti avevano annunciato di monitorare un ammassamento preoccupante dell’esercito serbo lungo il confine con il Kosovo. Sempre la scorsa settimana, il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha dichiarato che non intende ordinare alle sue truppe di passare il confine con l’ex provincia serba, con popolazione a maggioranza albanese, che ha proclamato l’indipendenza da Belgrado nel 2008. Un’escalation del conflitto danneggerebbe le aspirazioni della Serbia di aderire all’Unione Europea, afferma Vucic. Successivamente, il comandante dell’esercito serbo, il generale Milan Moisilovic, ha dichiarato di aver disposto il ritiro di quasi la metà degli 8.000 militari ammassati lungo la frontiera.