Covid-19: disaccordo sul green pass
È sempre meno probabile che il green pass diventi dobbligo per laccesso al luogo di lavoro in Romania.
Bogdan Matei, 24.12.2021, 13:04
Introdotto già in più Paesi, anche dell’Unione Europea, l’obbligo di esibire al lavoro la certificazione verde COVID ha provocato dispute politiche accese in Romania. Secondo i mass-media di Bucarest, è sempre meno probabile che una nuova legge sul green pass entri in vigore entro la fine dell’anno e ancora meno probabile che la certificazione verde diventi d’obbligo per l’accesso al lavoro. I leader della coalizione governativa PSD-PNL-UDMR hanno avuto anche giovedì un incontro su questo tema, senza alcun risultato. I colloqui dovrebbero essere ripresi la settimana prossima, dopo Natale. Secondo alcune fonti politiche, l’idea che l’obbligo di esibire il green pass al lavoro sia eliminato sarebbe del presidente Klaus Iohannis. I leader della coalizione, il liberale Florin Cîţu e il socialdemocratico Marcel Ciolacu, parlano, ora, del rischio che una legge che imponga il green pass come condizione per l’esercitazione della professione sia dichiarata contraria alla costituzione.
Dall’opposizione, l’USR afferma, invece, che senza il green pass obbligatorio al lavoro, una legge su questo tema sarebbe priva di contenuto. In una lettera aperta al presidente Iohannis, gli ex ministri della Salute dell’USR, Ioana Mihăilă e Vlad Voiculescu, affermano che questo strumento è vitale per contrastare le infezioni e per sostenere la campagna vaccinale. Le esitazioni dei politici arrivano dopo che un centinaio di persone che protestavano contro la possibile introduzione del green pass sul lavoro sono entrate, martedì, nel perimetro del Palazzo del Parlamento di Bucarest. La protesta, che nessuno si è assunto, è stata intensamente pubblicizzata un giorno prima dall’AUR (l’opposizione nazionalista) ed ha visto partecipare, secondo le autorità, circa 1.500 persone, che hanno perturbato il traffico stradale nella zona. Ai parlamentari dell’AUR che accusavano la trasgressione di alcuni diritti fondamentali si sono aggiunti numerosi gruppi No Vax, molto attivi nello spazio pubblico.
Il ministro dell’Interno, il liberale Lucian Bode, afferma che non c’è stato, in alcun momento, il rischio che i manifestanti entrassero nell’edificio del Parlamento, protetto da 300 gendarmi, ai quali ha ordinato di non intervenire con forza. Bode sostiene inoltre che i parlamentari dell’AUR abbiano portato persone dentro con le loro macchine e, successivamente, hanno esortato coloro che protestavano fuori di entrare pure loro.
Dall’inizio della pandemia, sul territorio della Romania sono stati registrati oltre 1,8 milioni di casi di COVID-19 e quasi 60 mila persone diagnosticate con il nuovo coronavirus hanno perso la vita. In altre parole, notano gli esperti, la Romania ha perso, in meno di due anni, la popolazione di una città di medie dimensioni. Sullo sfondo della psicosi anti-vaccino alimentata da una parte dei mass-media, politici e altre figure pubbliche, la Romania ha il secondo più basso tasso d’immunizzazione tra i 27 stati membri dell’Unione Europea, dopo la Bulgaria.