UE: strumento per tutelare gli stati membri
LUnione Europea potrebbe rispondere, prendendo misure, quando un Paese non membro ricatterà economicamente gli stati membri oppure le compagnie europee.
Mihai Pelin, 09.12.2021, 13:05
La Commissione Europea ha proposto uno strumento tramite cui potrà rispondere se un Paese non-membro cercasse di ricattare uno stato membro o modificare politiche dell’Unione per i propri interessi oppure quando le compagnie europee fossero trattate in modo scorretto su mercati terzi. Lo strumento non prende di mira un determinato Paese, ma potrà essere applicato anche nel caso in cui uno stato come la Russia diminuisse o interrompesse la fornitura di gas, oppure in una situazione simile a quella attraversata adesso dalla Lituania, i cui prodotti sono bloccati dalla Cina al confine come rappresaglie dopo l’apertura manifestata da Vilnius nei confronti del Taiwan.
Si tratta di uno strumento anti-coercitivo, ha spiegato il vicepresidente della CE, Valdis Dombrovskis, il quale ha insistito che l’Unione continua a sostenere un commercio globale libero, basato su regole, solo che altri Paesi non-UE non aderiscono allo stesso principio e addirittura ricattano certi stati membri per ottenere vantaggi politici ed economici. L’UE collaborerà direttamente con lo stato interessato per porre fine al ricatto economico. Se questo non viene subito fermato, il nuovo strumento permetterà all’UE di reagire rapidamente e con efficacia. Stando al vicepresidente della CE, è un segnale per i partner europei che l’Unione si difenderà se minacciata. Negli ultimi anni, l’UE e gli stati membri sono stati bersagli di intimidimenti economici, situazioni che appaiono quando un Paese tenta di forzare uno stato membro di modificare le proprie politiche minacciando oppure limitando il commercio o gli investimenti in quello stato, ha aggiunto Valdis Dombrovskis.
Visto che il nuovo strumento è inserito nella politica commerciale dell’Unione, che è di competenza della CE, per la sua applicazione non sarà necessario il voto degli stati membri. Secondo gli analisti, quest’aspetto desta il malcontento di alcune capitali come Budapest, che hanno stretti legami con Pechino, spesso accusata di atteggiamenti economici e politici aggressivi sul mercato europeo. Il regolamento prevede, ad esempio, che quando un terzo stato esibisce un atteggiamento aggressivo, la Commissione può fermare impegni finanziari aggiuntivi tramite diversi programmi o fondi e può bloccare operazioni finanziarie. L’esecutivo europeo può inoltre cessare di concedere assistenza macro-finanziaria ai Paesi terzi e può sospendere o eliminare ogni contributo o accordo di garanzia con quelli enti economici oppure persone che abbiano legami con un terzo stato che ricatta economicamente l’Unione, una compagnia europea oppure uno stato membro.
Questo strumento giuridico rappresenta una risposta al fatto che, negli ultimi anni, l’UE e i suoi stati membri sono diventati bersagli di pressioni economiche deliberate. Esso consolida l’insieme di strumenti dell’UE e permetterà all’Unione di difendersi meglio a livello internazionale. Lo scopo è di scoraggiare i Paesi terzi a restringere o a minacciare di restringere il commercio o gli investimenti per determinare un cambiamento della politica dell’UE in settori come i mutamenti climatici, la fiscalità o la sicurezza alimentare. La proposta dovrà essere discussa e approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’UE.