Coronavirus: Romania, discussioni sulla didattica online
Il Consiglio Nazionale dei Rettori di Romania sollecita alle autorità di modificare il quadro legislativo, per rendere possibile l'accesso nelle università in base alla certificazione digitale.
Mihai Pelin, 11.10.2021, 10:42
In questo momento, le lezioni in presenza sono sospese in alcune scuole romene, che non chiudono più in base all’incidenza registrata in una località, bensì a seconda del numero di contagi. Le autorità hanno approvato l’uso dei test salivari rapidi per alunni, personale didattico e scolastico, per monitorare in modo costante ed efficace il rischio epidemiologico. Il premier liberale sfiduciato Florin Cîţu ha spiegato che gli alunni i cui genitori rifiutano che i figli effettuassero il test nell’ottavo giorno di quarantena istituita a seguito dell’accertamento di un contagio Covid in classe, continueranno le lezioni sempre online. Alcuni studenti e genitori sollecitano la didattica online nelle località con incidenza superiore a sei casi per mille abitanti.
Il Consiglio degli Studenti richiama l’attenzione che, in meno di un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, oltre 13.000 alunni e circa 4.000 professori si sono contagiati. La mancanza dei tamponi effettuati periodicamente nelle scuole, la negligenza nei confronti delle misure protetttive supplementari per gli studenti affetti da malattie croniche e i tassi di incidenza troppo alti nel decidere la chiusura delle scuole, continueranno a mettere vite in pericolo, sottolineano i rappresentanti degli allievi. Lo stesso Consiglio degli Studenti ricorda che scuola in presenza comporta anche l’uso dei mezzi pubblici di trasporto e le interazioni comunitarie, il che favorisce la diffusione del virus. Inoltre, i genitori valutano che ora il pericolo è troppo grande e attribuiscono la colpa all’incompetenza delle autorità.
La situazione non è migliore neanche nelle università, dove i rettori si pronunciano per il Green Pass obbligatorio. Il Consiglio Nazionale dei Rettori ha sollecitato la modifica del quadro legislativo affinchè l’accesso nelle università e nei campus avvenga solo in base alla certificazione verde, fatta eccezione per le persone soggette a controindicazioni mediche per la somminstrazione del vaccino. Il ministro dell’Istruzione ad interim, Sorin Cîmpeanu, ha spiegato che, in questo momento, un disegno di legge in tal senso non può essere iniziato dal Governo, bensì solo dal Parlamento.
Il ministro ha precisato che il Consiglio dei Rettori ha preso in discussione il possibile invio di una lettera a tutti i partiti parlamentari, che dovrebbero precisare se si pronunciano o meno a favore di un simile ddl. Sorin Cîmpeanu ha aggiunto che la certificazione verde obbligatoria nelle università interessa in ugual misura studenti e dipendenti. Invece, i rappresentanti degli studenti sono contrari all’idea che i corsi in presenza venissero condizionati dalla vaccinazione. Nelle università romene, il tasso della vaccinazione si attesta al 50-55%, inferiore alla media europea. L’unico ateneo con un tasso vaccinale superiore al 90% è l’Università di Medicina di Târgu Mureș (centro).