La settimana 21-26/11/2022
Possibile abolizione MCV/ Il presidente Klaus Iohannis in Lettonia e Lituania/ La prima seduta congiunta dei Governi di Romania e Spagna/ Decisioni importanti a Bucarest
Daniela Budu, 26.11.2022, 09:14
La Commissione Europea ha deciso che la Romania ha adempiuto agli impegni del Meccanismo di Cooperazione e Verifica e ha raccomandato l’abolizione del monitoraggio. Tra le riforme apprezzate si annoverano le leggi sulla giustizia recentemente adottate, una nuova strategia per lo sviluppo del sistema giudiziario, nonchè la lotta alla corruzione. Tuttavia, Bruxelles attira l’attenzione che è importante che la Romania continui a lavorare pienamente alla trasposizione degli impegni rimasti, menzionati nel rapporto, in leggi concrete e alla loro applicazione, nell’ambito del meccanismo sullo stato di diritto. Le autorità di Bucarest hanno salutato la decisione della Commissione Europea, valutandola come la conferma chiara che la Romania ha attuato le riforme necessarie. La sospensione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica era essenziale per l’adesione all’Area Schengen, in quanto i Paesi Bassi condizionavano l’ingresso della Romania nello spazio di libera circolazione alla soluzione dei problemi in materia di stato di diritto e corruzione. Lo stesso premier olandese, Mark Rutte, ha ricordato alle autorità, lo scorso mese a Bucarest, che il suo paese ritirerà l’opposizione all’ingresso della Romania a Schengen allorquando verranno osservate le condizioni riguardanti lo stato di diritto nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica.
Dell’ingresso della Romania nello spazio di libera circolazione ha parlato anche il presidente Klaus Iohannis con i suoi omologhi di Lettonia e Lituania, nel corso delle visite ufficiali effettuate nei due paesi questa settimana. La Romania e la Lettonia celebrano nel 2022 il 100/o anniversario delle relazioni diplomatiche, e il capo dello stato ha discusso con il presidente Egils Levits anche dell’approfondimento della cooperazione e del coordinamento dei due paesi all’interno dell’UE, e della NATO e di vari formati regionali. In riferimento all’ingresso a Schengen, Klaus Iohannis ha dichiarato che la Romania non è stata, non è e non sarà un paese che consente la migrazione incontrollata tramite il passaggio illegale delle sue frontiere. E’ la risposta alle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dal cancelliere austriaco su 75.000 persone che avrebbero attraversato l’UE fino all’Austria senza essere registrate. Attraverso la Romania, non è esistito, non esiste e non esisterà un flusso migratorio incontrollato. Non è attraverso la Romania e dalla Romania che arrivano questi migranti. La rotta balcanica è problematica, lo sappiamo, e noi, in Romania, abbiamo preso tutte le misure, ha dichiarato Klaus Iohannis. D’altronde, il ministro dell’Interno, Lucian Bode, è andato a Vienna, per assicurare l’omologo Gerhard Karner che l’adesione di Romania a Schengen porterà qualcosa in più alla sicurezza europea e non un pericolo agli stati membri. Inoltre, ha ricordato che gli esperti della Commissione hanno valutato, in seguito alla recente verifica dei confini del paese, che la Romania rispetta tutte le norme europee per aderire allo spazio di libera circolazione. A Vilnius, Klaus Iohannis ha discusso con l’omologo lituano, Gitanas Nauseda, della situazione di sicurezza nella regione. Il leader di Vilnius considera che il successivo pacchetto di sanzioni contro la Russia, per l’aggressione contro l’Ucraina, vada approvato il prima possibile. Dal canto suo, Klaus Iohannis ha dichiarato che la Romania sostiene e sosterrà Chișinău, nel contesto degli attacchi russi che hanno leso non solo l’Ucraina, ma anche le forniture di energia elettrica alla Repubblica di Moldova (ex-sovietica, a maggioranza romenofona). Presente alla conferenza dedicata alla Piattaforma di supporto alla Moldova, svoltasi lunedì a Parigi, anche il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, ha assicurato che la Romania resterà solidale con la Moldova e continuerà a sostenerla quanto tempo sarà necessario. Inoltre, la Romania, la Francia e la Germania hanno annunciato una nuova trache di assistenza per Chişinău, che supera i 100 milioni di euro.
L’aggressione non provocata, ingiustificata e illegale della Russia contro l’Ucraina è stata condannata fermamente anche dai premier romeno e spagnolo, Nicolae Ciucă e Pedro Sanchez, alla prima seduta congiunta dei governi di Bucarest e Madrid. Nella Dichiarazione congiunta, i due stati ribadiscono lo status di partner solidali nell’UE e di alleati che sostengono la sicurezza dello spazio euroatlantico all’interno della NATO. Su piano europeo, i due paesi si impegnano a sostenere la politica di allargamento dell’Unione con i Balcani Occidentali, come anche il percorso europeo di Kiev e Chișinău. Su piano bilaterale, i governi di Romania e Spagna hanno deciso la creazione di un gruppo di lavoro riguardante la concessione della doppia cittadinanza dei romeni in Spagna. Il premier Pedro Sanchez ha ringraziato gli oltre un milione di romeni che vivono nel suo paese per il contributo allo sviluppo della Spagna, considerando che si sono integrati ottimamente nella società. Anche il premier Nicolae Ciucă ha espresso la gratutudine ai romeni di Spagna. Mi avvalgo di questa opportunità per ringraziare i romeni per il modo in cui si sono integrati, per il modo in cui si sono comportati, per il modo in cui hanno capito di rendere onore alla Romania, a prescindere dal posto in cui svolgono l’attività, ha detto il premier romeno. Al termine della riunione, sono stati firmati più memorandum d’intesa in vari settori.
Nel contesto della crisi energetica affrontata dall’intera Europa, i deputati romeni hanno adottato mercoledì, come camera decisionale, il ddl che modifica l’ordinanza sull’energia elettrica, che stabilisce un prezzo massimo di 1,30 lei al kWh (circa 26 eurocentesimi). Il price cap sarà applicato a seconda del consumo e vigerà dal 1 gennaio prossimo fino al 31 marzo 2025. Sempre questa settimana il Governo ha deciso insieme ai partner sociali l’aumento, dal 1 gennaio 2023, dello stipendio minimo lordo a 3.000 lei (circa 600 euro) dal livello attuale di 2.550 (circa 510 euro), mentre 200 lei (40 euro) non saranno soggetti alla tassazione. Inoltre, nel settore edile, lo stipendio non sarà inferiore ai 4.000 de lei (circa 800 euro). Il Governo considera che l’incremento avrà effetti positivi sulla crescita economica, sia tramite l’aumento del potere d’acquisto dei dipendenti che tramite la riduzione della disoccupazione. In precedenza, i leader della coalizione governativa avevano deciso anche l’incremento delle pensioni contributive del 12,5%, sempre a partire dall’anno prossimo. Le persone con redditi bassi riceveranno in più anche un aiuto dallo Stato. Il premier assicura che tutte queste misure di sostegno convenute dalla coalizione governativa non genereranno squilibri di bilancio. Opinione non condivisa dall’opposizione che, ad un anno dall’insediamento del gabinetto Ciucă, ha presentato un rapporto critico nei confronti del governo. Il documento menziona l’inflazione elevatissima, la mancanza di interessamento per ridurre le spese nei ministeri o il mantenimento delle pensioni speciali degli eletti. L’USR ricorda rincari record, plagi e progetti falliti, mentre l’AUR accusa l’attuale Governo di incompetenza e mancanza di volontà politica per adottare delle misure volte ad aiutare la popolazione e l’economia.