La settimana 21 – 25/02/2022
Guerra ai confini della Romania/ Reazione politica a Bucarest/ La comunità internazionale resta unita/ Conseguenze economiche e umanitarie
Roxana Vasile, 25.02.2022, 19:03
Guerra ai confini della Romania
Pandemia, aumenti di prezzi, inflazione galoppante … Tutti gli avvenimenti importanti che si sono svolti in Romania questa settimana sono passati in secondo piano giovedì mattina, quando ai confini romeni è iniziata la guerra. La confinante Ucraina, Paese in cui i romeni sono la seconda più numerosa comunità etnica, è stata attaccata dalla Russia. Il presidente Vladimir Putin ha ordinato un ampio intervento militare per proteggere i cittadini, secondo le sue dichiarazioni, dai cosiddetti abusi commessi dal Governo ucraino nelle repubbliche auto-proclamate di Doneck e Lugansk nella regione separatista del Donbas, nell’est dell’Ucraina, la cui indipendenza era stata ufficialmente riconosciuta dal leader del Cremlino, lunedì mattina. In seguito all’appello delle due repubbliche separatiste, Vladimir Putin ha lanciato “un’operazione militare speciale” il cui scopo — ha detto lui — è la “demilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina. Forze militari russe hanno bombardato città ucraine pacifiche. Ci sono state esplosioni persino nella capitale Kiev. L’ampio attacco ha puntato su obiettivi strategici di infrastruttura, a cominciare da aeroporti, depositi di combustibili e comandamenti militari. L’Ucraina, che ha istituito la legge marziale, ha risposto all’attacco e si sono verificate perdite militari da ambo le parti. Sono state riferite numerose vittime anche tra i civili ucraini.
Reazione politica a Bucarest
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha condannato fermamente l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina — una violazione molto grave del diritto internazionale, della sovranità e dell’integrità di uno stato europeo. Stando al capo dello stato, tale atto è una prova in più che Mosca non è interessata al dialogo e vuole imporre con la forza le proprie pretese che derivano da una logica invecchiata delle sfere di influenza. Il presidente Iohannis ha partecipato a una riunione straordinaria dei leader dell’UE dedicata alla crisi russo-ucraina ed ha sollecitato la cessazione immediata, integrale e non condizionata dell’aggressione militare russa e il ritiro dall’Ucraina.
Prima di recarsi a Bruxelles, Klaus Iohannis ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa del Paese, al termine del quale ha dichiarato: “La Romania gode delle più ampie garanzie di sicurezza possibili. La qualità di membro della NATO e dell’UE, il Partenariato Strategico solido con gli USA rappresentano un ombrello di sicurezza estremamente solido. Mai nella nostra storia siamo stati meglio protetti davanti a una potenziale aggressione. Voglio sottolinearlo molto chiaramente, la Romania non sarà attirata nel conflitto militare in Ucraina. Anzi, vi assicuro che prenderò assolutamente tutte le misure necessarie, assieme al Governo, il Parlamento romeno e ai nostri alleati internazionali affinché la sicurezza dei cittadini romeni non sia messa in pericolo in alcun modo.”
Anche il premier Nicolae Ciucă ha condannato risolutamente l’invasione del territorio dell’Ucraina, un atto illegale di aggressione, contraria ai principi di diritto internazionale. A nome dell’Esecutivo romeno, il premier, generale a riposo dell’esercito, ha espresso la sua solidarietà con il Governo ucraino e ha ribadito il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dello stato confinante. La Romania è accanto all’Ucraina — ha scritto, in un messaggio, anche il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu. Egli ha ammonito che la violazione grave della legislazione internazionale da parte della Russia avrà un costo molto alto.
La comunità internazionale resta unita
Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, alla NATO e all’UE sono state convocate riunioni. Dal punto di vista dell’Occidente, la guerra iniziata dalla Russia cancella l’intero ordine di sicurezza europeo e persino mondiale. La Russia non attacca solo l’Ucraina, ma la stabilità dell’Europa e la pace internazionale — ha dichiarato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen — la quale ha definito Vladimir Putin il principale colpevole della guerra, ma anche l’uomo che mette in pericolo il futuro del popolo russo. L’UE, ma anche gli USA, hanno annunciato nuove sanzioni che prendono di mira settori strategici dell’economia russa, con effetti duri sugli interessi e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra. Inoltre, la NATO ha annunciato che prenderà ulteriori misure di deterrenza e difesa. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha insistito che gli alleati attiveranno l’Articolo 5 sulla difesa comune, se uno stato membro è attaccato. Non in ultimo, venerdì è stata programmata una riunione straordinaria, in videoconferenza, del gruppo Bucarest 9, per un coordinamento della risposta degli alleati sul fianco orientale della NATO. Intanto, in Romania sono continuati ad arrivare elementi di tecnica militare del distaccamento di circa 1.000 militari americani che gli USA hanno deciso di inviare come parte del sostegno agli alleati dell’Europa dell’Est, oltre ai più di 900 già dispiegati sul territorio romeno.
Conseguenze economiche e umanitarie
La Romania è pronta a far fronte a qualsiasi conseguenze economiche e umanitarie che un eventuale conflitto di durata tra la Russia e l’Ucraina potrebbe generare — hanno dato assicurazioni le autorità di Bucarest. È stata creata una Task Force intesa a coordinare le misure di tutte le strutture governative, al fine di garantire il funzionamento dei servizi pubblici. L’Esecutivo ha annunciato che sta valutando le entrate e le uscite di gas naturale su tutte le rotte del Paese, in modo da poter prendere, a seconda degli sviluppi della situazione, le misure necessarie per garantire una continuazione dell’approvvigionamento, però la Romania dispone di sufficienti depositi per la stagione fredda. D’altra parte, il Ministero degli Esteri sta monitorando la situazione dei cittadini romeni d’Ucraina ed ha convocato l’unità di crisi inter-istituzionale per offrire loro assistenza consolare. Inoltre, le strutture governative sono pronte a garantire l’accoglienza dei flussi di rifugiati dall’Ucraina. La Romania si è detta pronta ad accogliere circa 500 mila persone che saranno ospitate, inizialmente in campi allestiti in quattro province del nord, nord-est e sud-est della Romania, però anche altre province sono disposte a ospitare rifugiati dall’Ucraina.