La settimana 22 – 27/02/2021
SARS CoV-2 in Romania/ Il presidente romeno, Klaus Iohannis, alla riunione straordinaria del Consiglio Europeo, in videoconferenza/ La Finanziaria della Romania per il 2021, allesame del Parlamento/ Proteste contro la politica fiscale
Leyla Cheamil, 27.02.2021, 07:00
SARS CoV-2 in Romania
Secondo un’analisi dell’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica aggiornata e pubblicata mercoledì, in Romania si nota una tendenza di aumento dell’incidenza a livello nazionale dei nuovi contagi dal COVID-19. I dati raccolti rilevano che, nella maggior parte delle province e nella capitale Bucarest, si registra un’incidenza cumulata di oltre cento casi su centomila abitanti, la maggior parte nelle zone urbane. Il numero totale dei contagi accertati finora nel Paese ammonta a oltre 790.000, di cui oltre 730.000 persone sono guarite. Il numero dei decessi associati al COVID-19 ha superato 20.000 dall’inizio della pandemia. Quanto alla campagna vaccinale, mercoledì è iniziata l’immunizzazione degli insegnanti. Entro il 10 marzo, saranno vaccinati oltre 60.000 docenti che si aggiungono agli altri 42.000 già immunizzati. I dati centralizzati nell’UE rilevano che il tasso d’immunizzazione in Romania è tra i migliori e il nostro Paese si piazza al terzo posto da questo punto di vista. Le autorità di Bucarest sono preoccupate anche per il diffondersi del ceppo britannico del coronavirus e prendono in considerazione una metodologia specifica atta a individuare per tempo l’eventuale comparsa di altre mutazioni sul territorio della Romania. Il coordinatore della campagna vaccinale nazionale, Valeriu Gheorghiţă, ha affermato che non si può escludere la possibilità di una terza ondata della pandemia di coronavirus, tenuto conto che i nuovi ceppi sono più contagiosi, pericolo sottolineato anche dagli esperti di sanità pubblica. Da venerdì, le autorità hanno cambiato anche il modo in cui viene calcolato il tasso d’incidenza, essendo inclusi anche i focolai di ciascuna località. Il segretario di stato nel Ministero dell’Interno il medico Raed Arafat ha spiegato che se non appaiono nuovi focolai in una località, l’incidenza sarà insignificante.
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, alla riunione straordinaria del Consiglio Europeo, in videoconferenza
Giovedì e venerdì si è svolta, in videoconferenza, la riunione straordinaria del Consiglio Europeo e la Romania è stata rappresentata dal presidente Klaus Iohannis. La sessione virtuale di giovedì è stata dedicata al coordinamento nella gestione della pandemia, mentre quella di venerdì alla sicurezza e alla difesa. I capi di stato e di governo dei Paesi UE hanno esortato al mantenimento delle restrizioni ferme” e all’acceleramento della vaccinazione per fermare il diffondersi dei nuovi ceppi del coronavirus, ma non sono riusciti a superare i disaccordi in merito a un futuro passaporto vaccinale. I leader chiedono alla Commissione Europea di elaborare entro il prossimo giugno un rapporto sulla creazione di riserve strategiche, su una produzione adeguata garantita di vaccini nell’Unione, la diversificazione e la resistenza di fronte alle vulnerabilità delle catene mondiali di approvvigionamento nel settore sanitario.
La Finanziaria della Romania per il 2021, all’esame del Parlamento
Le leggi di bilancio e delle assicurazioni sociali per il 2021 sono da giovedì pomeriggio all’esame delle commissioni specializzate del Legislativo. Il voto nella plenaria sui due documenti avrà luogo martedì prossimo. Le limitazioni finanziarie per i due bilanci sono state decise nel Parlamento, tramite la legge sui massimali adottata mercoledì anche dalla Camera dei Deputati, decisionale, dopo il voto del Senato: quest’anno il deficit non potrà superare il 7,16% del PIL, mentre le spese per il personale il 9,8%. Il ministro delle Finanze, Alexandru Nazare, ha dichiarato che il bilancio per il 2021 punto sulla ripresa economica, è forte, equilibrato e realistico. Ha inoltre aggiunto che non aumenteranno le imposte e le tasse. Il PSD, all’opposizione, ha criticato la bozza della finanziaria proposta dalla coalizione PNL, USR PLUS, UDMR, considerandola una di austerità, di impoverimento della popolazione tramite il congelamento degli stipendi.
Proteste contro la politica fiscale
I sindacati hanno protestato questa settimana contro le misure di austerità finanziaria. Sindacalisti della Federazione Publisind — affiliata al Blocco Nazionale Sindacale che rappresenta 35 mila dipendenti di numerosi settori di attività — hanno protestato davanti alla Presidenza, chiedendo l’eliminazione delle iniquità salariali, l’applicazione della legge quadro sulla retribuzione dei pubblici dipendenti e uno stipendio minimo correlato con l’aumento dei prezzi al consumo. Anche davanti alla sede del Ministero dei Trasporti hanno avuto luogo proteste: i macchinisti hanno chiesto investimenti nella modernizzazione dell’infrastruttura ferroviaria e misure per la rimozione delle restrizioni di velocità. D’altra parte, i minatori della Valle del Jiu (sud-ovest) hanno cessato le proteste dopo che le autorità di Bucarest hanno trovato soluzioni per il pagamento degli arretrati salariali al Complesso Energetico Hunedoara. Il Governo ha adottato un decreto che permette il pagamento degli stipendi anche nel caso delle compagnie in procedura d’insolvenza, com’è il Complesso Energetico, che si trova in questa situazione critica da più di un anno. La soluzione trovata ai negoziati nella capitale garantisce gli stipendi dei minatori per i prossimi tre mesi, periodo entro il quale il Complesso Energetico deve presentare un piano di funzionamento a lungo termine.
Promulgata dal capo dello stato la legge sull’eliminazione delle pensioni speciali dei senatori e deputati
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha promulgato, mercoledì, la legge tramite cui sono state eliminate le pensioni speciali dei senatori e dei deputati, adottata la settimana scorsa dal Parlamento. Tutti i partiti, tranne l’UDMR, che si è astenuta, hanno votato il ddl proposto dal PSD (all’opposizione) sull’eliminazione di queste pensioni speciali. Secondo la decisione del Legislativo, non saranno più concesse neanche quelle in pagamento. 800 ex parlamentari ricevono queste pensioni speciali il cui valore totale ammonta a quasi 10 milioni di lei, pagati dal budget dello stato.