La settimana 31/08 – 05/09/2020
Politica: Parlamento, fallita sfiducia al Governo/ Amministrative: Romania, campagna per le elezioni del 27 settembre/ COVID-19: nuove misure di allentamento in Romania, riaprono ristoranti
Bogdan Matei, 05.09.2020, 08:00
Il Governo liberale di Bucarest ha superato senza emozioni il tentativo dei socialdemocratici di sfiduciarlo. Il principale partito all’opposizione non è riuscito nemmeno a raccogliere il quorum di 233, cioè la metà più uno dei deputati e senatori. In aula erano presenti solo 226 parlamentari. Boicottata, come annunciato in anticipo dal Partito Nazionale Liberale, dall’Unione Salvate la Romania e dal Partito del Movimento Popolare, la seduta non si è più svolta, in seguito alla decisione dell’Unione Democratica Magiari di Romania di non parteciparvi. Per di più, si sono assentati all’appello nominale anche parlamentari socialdemocratici e dei partiti che avevano sostenuto la sfiducia – ALDE e Pro Romania. Leader del PSD e presidente della Camera dei deputati, Marcel Ciolacu ha deciso di escludere dal partito gli assenti ingiustificati. Il premier liberale Ludovic Orban ha valutato che la sfiducia fallita rappresenta un momento estremamente benefico per la Romania, in quanto il suo governo deve far fronte a sfide pressanti, per cui necessita di pieni poteri.
Intanto, prosegue in Romania la campagna per le elezioni amministrative del 27 settembre, in condizioni volte a contenere il diffondersi del nuovo coronavirus. Previste a giugno, le elezioni sono state rinviate a causa della pandemia di coronavirus. Le squadre di campagna e i candidati avranno l’obbligo di indossare mascherine protettive durante le riunioni elettorali, sia all’interno che all’aperto e saranno rispettate tutte le regole di protezione e distanziamento. Agli eventi indoor sarà consentita la partecipazione di 50 persone al massimo, mentre all’aperto di 100 persone. Sono in lizza 41 incarichi di presidenti di consigli provinciali, oltre 1.300 di consiglieri provinciali, 40.000 di consiglieri locali e 3.200 di sindaci.
Dal 1 settembre hanno riaperto, in determinate condizioni di sicurezza sanitaria, ristoranti, caffè, cinema e teatri di Romania. La decisione è stata adottata dal governo, su raccomandazione del Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza. Club e bar restano ancora chiusi, mentre le sale spettacoli e i cinema funzionano a metà capienza. Sempre dal 1 settembre aumenta anche il numero dei partecipanti consentito ad eventi privati, corsi di formazione o workshop per adulti, compresi quelli per l’attuazione dei progetti di finanziamento da fondi europei, da 20 a 50 persone in spazi chiusi e da 50 a 100 all’aperto.
Il Senato di Bucarest ha adottato all’unanimità una Dichiarazione sulla violazione dei diritti umani fondamentali in Bielorussia. In questo modo, il Parlamento di Romania esprime la sua solidarietà al popolo bielorusso, sollecita la fine delle violenze contro le proteste pacifiche e ritiene necessaria una reazione più articolata della comunità internazionale se la situazione non migliorerà urgentemente. Il documento invita le autorità di Minsk a rispettare il diritto dei cittadini di partecipare alle assemblee pubbliche, ad astenersi dall’uso illegale o eccessivo della forza, a rilasciare coloro che sono ingiustamente detenuti e ad avviare un dialogo politico autentico e sostanziale con la società civile. Da parte sua, Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha sollecitato la liberazione dei detenuti politici e delle migliaia di persone arrestate dopo le proteste. Il capo della diplomazia di Bucarest ha anche sottolineato la necessità di una politica europea risoluta e coerente nei rapporti con la Federazione Russa, che appoggia il longevo regime Alexander Lukashenko, che tiene le redini del paese dal 1994 ed è ritenuto l’ultimo dittatore in Europa. Il ministro Aurescu ha inoltre annunciato che la Romania concederà un aiuto di 100.000 euro alla società civile e ai giornalisti della Bielorussia, chiedendo sanzioni per i colpevoli degli abusi commessi nell’ex sato sovietico. Le azioni condannabili del regime di Minsk non possono rimanere senza una risposta adeguata da parte dell’Unione Europea, ha detto ancora il capo della diplomazia di Bucarest.
Eventi culturali organizzati in contemporanea in Romania, Moldova e nelle comunità dei connazionali all’estero, hanno celebrato il 31 agosto la Giornata della Lingua Romena. La lingua definisce la nostra identità e cultura, ci forma e ci ispira, ha affermato il presidente Klaus Iohannis in un messaggio dedicato alla ricorrenza. Il capo dello stato ha elogiato gli sforzi degli insegnanti di lingua romena all’estero, che propagano alle nuove generazioni le radici ereditate dal passato, aiutandole a definirsi culturalmente e spiritualmente. Istituita nel 2013 dal Parlamento di Bucarest, la ricorrenza coincide con la festa nazionale della Moldova e rende omaggio al movimento di risveglio nazionale nello stato confinante, a maggioranza romenofono. Il 31 agosto 1989, in pieno regime sovietico, il Parlamento di Chisinau, presidiato da circa 750.000 persone, ossia un sesto della popolazione all’epoca, adottava il romeno come lingua di stato e il passaggio all’alfabeta latino al posto del cirillico imposto dagli occupanti dopo l’annessione del 1940.