La settimana 24 – 29/02/2020
Coronavirus confermato in Romania/ La situazione politica in Romania/ Il Rapporto paese della Commissione Europea
Corina Cristea, 29.02.2020, 07:00
Coronavirus confermato in Romania
A due mesi da quando è apparso in Cina, il nuovo coronavirus è arrivato, questa settimana, anche in Romania. Il paziente zero non è romeno, come molti si aspettavano tenuto conto della cospicua comunità di romeni in Italia, il Paese maggiormente colpito tra gli stati europei. Si tratta di un cittadino italiano che ha fatto una visita di qualche giorno in Romania e successivamente è stato trovato positivo al coronavirus. Il primo romeno contagiato ha 25 anni, era entrato in contatto con l’italiano e, attualmente, è ricoverato in isolamento all’Ospedale di Malattie Infettive “Matei Balş” di Bucarest. I test hanno rilevato che è solo portatore del virus. Già dalla conferma del primo caso di contagio dal Covid 19, la Romania si è preparata per qualsiasi scenario e, con la sua diffusione in Europa, le misure di protezione sono state aumentate. Si va da controlli supplementari alle dogane e dalla messa in quarantena delle persone in arrivo dalle zone a rischio, fino all’introduzione di un numero verde per chi desidera sollecitare informazioni relative all’infezione dal coronavirus o allo svolgimento da parte del governo, assieme alla Croce Rossa, di una campagna di informazione dei cittadini. Per garantire una comunicazione corretta e trasparente con la popolazione e i mass-media, è stato creato, con l’approvazione del Governo romeno, anche un gruppo di comunicazione integrata operativo presso il Dipartimento per le Situazioni di Emergenza e tutte le comunicazioni pubbliche su questo argomento si realizzano tramite questa struttura. Mercoledì, il presidente Klaus Iohannis ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa e il principale tema nell’agenda è stata la strategia per contrastare una potenziale epidemia di coronavirus a livello nazionale.
La situazione politica in Romania
La Romania ha un nuovo premier designato: si tratta del ministro delle Finanze in carica, Florin Cîţu. Lo ha reso pubblico, mercoledì sera, il capo dello stato, il quale ha passato brevemente in rassegna anche gli avvenimenti accaduti sulla scena politica romena da quando i liberali sono al governo. Klaus Iohannis si è congratulato con il PNL per la sua agenda riformatrice ed ha rimproverato nuovamente il PSD per aver cercato costantemente di bloccare l’attività dell’esecutivo. Il presidente ha ricordato che il primo governo liberale, presieduto da Ludovic Orban, è stato sfiduciato da una maggioranza creata intorno al PSD contro il disegno di legge che prevedeva il ritorno all’elezione dei sindaci in due turni. La seconda designazione di Orban come primo ministro è stata contestata alla Corte Costituzionale dai suoi avversari politici socialdemocratici. Mentre la Corte, considerate le intenzioni dichiarate del PNL e del capo dello stato di favorire le elezioni anticipate e non di cercare di raccogliere nel Parlamento una maggioranza in grado di offrire il voto di fiducia al nuovo governo, ha dichiarato la designazione di Orban contraria alla legge fondamentale. Successivamente, Orban, ha rinunciato al mandato di premier designato. Il presidente ha affermato che tramite la designazione di Florin Cîţu ha voluto che fosse superato il blocco e risolti i problemi del Paese. Florin Cîţu, il quale ha annunciato venerdì di aver inoltrato al Parlamento la lista dei ministri e il programma di governo, ha dichiarato che cercherà di ottenere la maggioranza parlamentare necessaria all’investitura. L’unica modifica nel Gabinetto è la designazione di Lucian Heiuş per la carica di Ministro delle Finanze, coperta finora da Florin Cîţu. Il principale partito all’opposizione, il PSD, ha reso pubblico che non voterà un governo presieduto da Florin Cîţu.
Il Rapporto paese della Commissione Europea
La Commissione Europea ammonisce la Romania che rischia di non poter sostenere il deficit di bilancio e gli aumenti di pensioni e stipendi. L’istituzione europea ha pubblicato, questa settimana, 27 rapporti in cui analizza le principali sfide socio-economiche con cui si confronta ciascuno stato membro dell’Unione. Sono stati presi in considerazione la durabilità dell’ambiente, l’aumento della produttività, l’equità e la stabilità macro-economica. Nel documento si rileva che il mercato del lavoro in Romania è sempre più ristretto, con un tasso molto basso di partecipazione della manodopera e un declino della popolazione attiva, anche a causa della migrazione. In più, le politiche sull’apprendimento e lo sviluppo di nuove abilità non sono state efficaci e non hanno risposto alle esigenze del mercato di lavoro. Il rapporto constata una grande fonte di squilibrio nel fatto che gli stipendi sono aumentati più rapidamente della produttività del lavoro. Il documento rileva inoltre che, sebbene sia stata registrata una crescita economica media del 5% negli ultimi tre anni, in Romania la disparità è sempre maggiore, la povertà resta a quote allarmanti e i divari di sviluppo tra le regioni aumentano sempre di più. Nell’insieme, la Romania ha compito progressi nell’implementazione delle raccomandazioni specifiche per Paese, a cominciare dal 2013. Sebbene siano stati fatti sforzi in più settori, le azioni sono però lente e il Paese dovrebbe impegnarsi di più per raggiungere risultati tangibili nell’implementazione delle riforme, sostiene ancora l’Esecutivo europeo.