Il 2019 in Romania
Il semestre di presidenza romena del Consiglio UE/ Sconfitta della sinistra alle elezioni europee/ Fine epoca nel PSD/ Cambio di governo/ Romene nelle istituzioni europee/ Continuità alla Presidenza/ Sport
Bogdan Matei, 28.12.2019, 07:00
Il semestre di presidenza romena del Consiglio UE
Sconfitta della sinistra alle elezioni europee
Il voto degli elettori romeni del 26 maggio scorso ha mandato nel Parlamento Europeo deputati di sei partiti politici. Il PNL, allora la principale forza dell’opposizione di destra, ha ottenuto il maggior numero di voti, circa il 27%. Un po’ meno voti ha ottenuto il PSD, il numero uno nella coalizione governativa, seguito dall’Alleanza USR — PLUS. Sono stati eletti nel legislativo comunitario anche due membri di ciascuno dei partiti PRO Romania, UDMR e PMP, con il 5-6% dei voti. Sotto la soglia elettorale del 5% si sono piazzati gli altri sei partiti che hanno partecipato alle elezioni europee, inclusa l’ALDE, allora partner nella coalizione governativa. All’estero, i romeni hanno fatto la fila di nuovo per ore per poter votare ed hanno accusato il Ministero degli Esteri dell’organizzazione inefficace dello scrutinio. In concomitanza con le europee, i romeni sono stati chiamati a votare anche al referendum sulla giustizia indetto dal presidente Klaus Iohannis. Più dell’80% tra coloro che hanno votato, hanno detto di “Sì” alla lotta alla corruzione.
Fine epoca nel PSD
Il giorno dopo le europee, il 27 maggio, l’uomo forte della coalizione governativa, il capo del PSD Liviu Dragnea, è stato incarcerato, essendo condannato dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia a 3 anni e 6 mesi di carcere con esecuzione per atti di corruzione. Mentre era presidente del Consiglio Provinciale Teleorman (sud), Dragnea aveva disposto il mantenimento illegale in servizio di due dipendenti della Direzione di Assistenza Sociale, nel contesto in cui le due donne avevano lavorato esclusivamente presso la sede dell’organizzazione locale del PSD. Anteriormente, Dragnea era stato condannato a due anni di carcere con sospensione per broglio elettorale al referendum del 2012 sulla rimozione dell’ex presidente Traian Băsescu. Dopo l’incarcerazione di Dragnea, la premier Viorica Dăncilă ha assunto la leadership del PSD, mentre il socialdemocratico Marcel Ciolacu è diventato presidente della Camera dei Deputati.
Cambio di governo
Per la prima volta nei tre decenni di democrazia post-comunista, la Romania ha un governo monocolore liberale. Il 4 novembre, il Parlamento ha votato l’investitura della squadra esecutiva presieduta dal leader del PNL, Ludovic Orban. La suspense è durata per un certo periodo, perché non si sapeva se Orban potesse raccogliere i 233 voti necessari, cioè metà più uno del numero di senatori e deputati, di cui aveva bisogno per superare il voto del Parlamento. Alla fine, ci sono stati 240 voti favorevoli, nel contesto in cui il PNL ha solo il 20% dei seggi nel Parlamento. Il Governo Orban è subentrato a quello socialdemocratico di Viorica Dăncilă, rimosso il 10 ottobre tramite una mozione di sfiducia inoltrata dal PNL e firmata da parlamentari di tutti i partiti politici. Loro avevano definito la squadra della Dăncilă il più nocivo governo degli ultimi 30 anni ed avevano promesso di adottare, dopo la sua rimozione, un programma di governo responsabile, che avrebbe avuto come obiettivi lo sviluppo e la modernizzazione del Paese e la prosperità reale di tutti i romeni.
Romene nelle istituzioni europee
Nella nuova Commissione Europea il cui mandato è iniziato il 1° dicembre, l’eurodeputata liberale del PPE Adina Vălean è commissaria per i Trasporti. Tra le priorità che si è assunta, si annovera il trasporto ecologico ed equo. Insegnante di matematica, eurodeputata dal 2007, Adina Vălean (51 anni) è stata vicepresidente del Legislativo comunitario, ha presieduto la Commissione per l’Ambiente e la Commissione per l’Industria. Ad aprile, in una ricerca realizzata da VoteWatch Europe” Adina Vălean si piazzava al quarto posto nel top dei più influenti eurodeputati della precedente legislatura. È il quarto commissario europeo romeno, dopo Leonard Orban al Multilinguismo, Dacian Cioloş all’Agricoltura e Corina Creţu alle Politiche Regionali. Un’altra romena, Laura Codruţa Kovesi, ex capo della DNA, ha ottenuto la carica di capo della futura Procura Europea, creata principalmente per contrastare le frodi sui fondi comunitari.
Continuità alla Presidenza
Il presidente in carica, Klaus Iohannis, appoggiato dal PNL, ha stravinto il secondo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre. Ha ottenuto al ballottaggio più del 66% dei voti, il doppio rispetto alla sua sfidante, l’ex premier Viorica Dancilă. Due giorni dopo la sconfitta, la più dura di un candidato socialdemocratico alle presidenziali, la Dancilă ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del PSD. All’inizio del suo secondo mandato di cinque anni, il presidente Iohannis ha promesso di rimanere un forte sostenitore del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini, dei valori supremi menzionati nella Costituzione, nello spirito delle tradizioni democratiche del popolo romeno e degli ideali della Rivoluzione anticomunista del Dicembre 1989, difesi con il sacrificio di vite umane 30 anni addietro.
Sport
A giugno, la Romania si è qualificata nelle semifinali del Campionato Europeo di Calcio Under-21, organizzato in Italia e San Marino, ottenendo in questo modo anche la qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo. I calciatori romeni tornano alle Olimpiadi dopo 56 anni. Nelle coppe europee, la squadra campione della Romania, CFR Cluj, si è qualificata nei sedicesimi dell’Europa League, dove, a febbraio, incontrerà la spagnola FC Siviglia, vincitrice della competizione cinque volte. Nel tennis, la romena Simona Halep e la canadese di origine romena Bianca Andreescu terminano il 2019, rispettivamente, al quarto e al quinto posto nella classifica WTA.