La settimana 16 – 21/12/2019
30 anni dalla rivoluzione anticomunista del dicembre 1989/ Il Governo Orban porrà la fiducia sulla bozza della finanziaria per il 2020/ Il presidente Klaus Iohannis – bilancio e prestazione del giuramento/ Sentenze nel caso Colectiv
Corina Cristea, 21.12.2019, 07:00
30 anni dalla rivoluzione anticomunista del dicembre 1989
I romeni celebrano in questi giorni il 30mo anniversario della rivoluzione anticomunista scoppiata a dicembre 1989 a Timişoara (ovest) che si è successivamente diffusa in tutte le città del Paese, culminando con il crollo del regime di Nicolae Ceauşescu. La Romania è l’unico Paese ex-comunista in cui il passaggio alla democrazia si è realizzato con violenza e in cui i leader del vecchio regime sono stati giustiziati. Lo storico Constantin Corneanu, direttore scientifico dell’Istituto della Rivoluzione Romena, afferma che l’intera Europa aspettava un cambiamento di regime in Romania: “L’attesa è stata enorme ed è arrivata come una risposta a quello che diceva allora il presidente francese, François Mitterrand. Il 23 novembre 1989, nel Parlamento Europeo, egli affermava “aspettiamo la voce del popolo romeno”, perché tutti gli altri popoli erano scesi in piazza a Praga, a Varsavia, nel Berlino Orientale, a Budapest, a Sofia. I romeni erano rimasti gli unici e allora, tutti avevano gli occhi puntati su di noi, tutti abbiamo aspettato di vedere cosa succede a Bucarest e se siamo in grado di fare qualcosa. Siamo riusciti, il prezzo pagato è stato enorme.” Della rivoluzione in Romania si è parlato nuovamente questa settimana nel Parlamento Europeo. Il Legislativo europeo ha adottato a larga maggioranza, una risoluzione che rende omaggio alle vittime della rivoluzione romena e alle loro famiglie. Nel documento viene sottolineato che il loro sacrificio ha permesso la transizione della Romania verso la democrazia, lo stato di diritto, l’economia di mercato, come pure l’ulteriore integrazione della Romania nella NATO e nell’UE. Inoltre, il Parlamento Europeo sollecita allo stato romeno di intensificare i suoi sforzi per portare alla luce la verità sugli avvenimenti di 30 anni fa. I tre decenni trascorsi dalla Rivoluzione sono stati celebrati, questa settimana, tramite una seduta festiva, anche nel Parlamento di Bucarest.
Il Governo Orban porrà la fiducia sulla bozza della finanziaria per il 2020
Il Governo liberale di Ludovic Orban ha portato a compimento la bozza della finanziaria per l’anno prossimo — redatta in base ad una crescita economica stimata al 4,1%, un deficit di bilancio di quasi il 3,6% e un tasso inflazionistico medio di oltre il 3,1% – ed ha deciso di porre la fiducia nel Parlamento la prossima settimana — una prima per la Romania. Poco dopo la decisione del PNL e scontento che il documento eliminerà i dibattiti e il voto nel legislativo, il PSD — il maggiore partito parlamentare, all’opposizione — ha minacciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale. La soluzione di porre la fiducia nel Parlamento è stata scelta, ha precisato il premier in un’intervista a Radio Romania, perché è l’unico modo in cui la finanziaria per l’anno prossimo possa essere adottata entro il 31 dicembre. Ludovic Orban ha assicurato, nuovamente, che i salari dei pubblici dipendenti aumenteranno l’anno prossimo ed ha presentato alcune decisioni tramite cui si potranno risparmiare soldi: Abbiamo congelato le indennità per i dignitari. Abbiamo diminuito del 30% le sovvenzioni ai partiti politici e proibito il cumulo della pensione con lo stipendio per i pubblici dipendenti.” Il budget della previdenza sociale aumenterà l’anno prossimo di oltre il 23% rispetto al 2019. Anche le pensioni saranno aumentate, secondo la legge, tranne quelle minime delle persone che non hanno contribuito al sistema pensionistico. Aumenteranno anche gli investimenti nell’infrastruttura, ha precisato ancora il premier.
Il presidente Klaus Iohannis — bilancio e prestazione del giuramento
Due giorni prima di prestare giuramento nel Parlamento per il secondo mandato, il presidente Klaus Iohannis ha fatto, giovedì, il bilancio dei primi cinque anni a capo dello stato. L’obiettivo più importante è stato il mantenimento del percorso proeuropeo e democratico della Romania, nel contesto in cui negli ultimi cinque anni ci sono state sfide importanti, tra cui la più grave è stato il pericolo che il nostro Paese lasciasse la traiettoria occidentale, ha dichiarato Klaus Iohannis. In piano interno, la priorità è stata quella di far funzionare bene le autorità pubbliche. D’altra parte, il capo dello stato ha affermato che “La Romania istruita” è il suo progetto di cuore, nel contesto in cui sono state gettate le basi di una strategia in questo settore. In piano economico, il presidente ha affermato di aver agito per porre fine agli slittamenti e di aver avuto un dialogo costruttivo con l’ambiente d’affari.
Sentenze nel caso Colectiv
Il tribunale di Bucarest ha pronunciato questa settimana, le prime sentenze nel fascicolo Colectiv, sul devastante incendio scoppiato quattro anni fa in un club di Bucarest, in seguito al quale 64 persone sono morte e molte sono rimaste ferite. L’ex sindaco del rione in cui è avvenuta la tragedia è stato condannato a 8 anni e 6 mesi di carcere con esecuzione per abuso d’ufficio, la colpa essendo connessa al rilascio delle autorizzazioni di funzionamento del club Colectiv. I tre padroni del club sono stati condannati ciascuno a 11 anni e 8 mesi di carcere per aver commesso reati di omicidio colposo in forma aggravata, lesioni personali colpose in forma aggravata e mancato adempimento alle misure legali di sicurezza e salute sul posto di lavoro. I proprietari dell’azienda di fuochi d’artificio sono stati condannati, rispettivamente, a 12 anni e 8 mesi e a 3 anni e 6 mesi di carcere, mentre i due pirotecnici, rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e a 10 anni di carcere. Due vigili del fuoco dell’Ispettorato per Situazioni d’Urgenza di Bucarest, che hanno controllato il club Colectiv senza prendere le misure legali affinché fossero osservate le norme, sono stati condannati ciascuno a 9 anni e 2 mesi di reclusione. Le persone condannate in questo fascicolo devono pagare, assieme al Comune e all’ISU, anche danni morali e materiali di oltre 50 milioni di euro ai superstiti e alle famiglie che hanno perso parenti. La decisione del tribunale non è definitiva.
(Corina Cristea)