La settimana 22 – 27/04/2019
Ministri ad interim ai dicasteri della Giustizia, dei Fondi Europei e per i Romeni nel Mondo/ I Codici Penali, adottati dalla Camera nella forma approvata dal Senato/ Il presidente Klaus Iohannis, ha annunciato le due domande del referendum
Leyla Cheamil, 27.04.2019, 07:00
Ministri ad interim ai dicasteri della Giustizia, dei Fondi Europei e per i Romeni nel Mondo
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha accettato, mercoledì, le nuove proposte di ministri ad interim inoltrate dalla premier Viorica Dăncilă. La vicepremier Ana Birchall ha iniziato il mandato ad interim al ministero della Giustizia, il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, a quello dei Fondi Europei, mentre il ministro per l’ambiente d’affari, il commercio e l’imprenditoria, Ștefan-Radu Oprea, al ministero per i romeni nel mondo. Il capo dell’Esecutivo deciderà, dopo le feste pasquali, se desidera continuare con i ministri ad interim o proporre al Parlamento un rimpasto governativo. Il leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, ha assicurato che l’attuale coalizione PSD-ALDE è stabile ed ha 30 voti più del necessario per far passare un nuovo governo. Dall’opposizione, i liberali considerano che questo nuovo cambiamento di ministri, prima con alcuni considerati dal capo dello stato inadeguati per le cariche, poi con ministri ad interim, dimostri una mancanza di responsabilità nell’atto di governo. I tre posti di ministro sono rimasti vacanti in seguito alle dimissioni di Tudorel Toader, dal Ministero della Giustizia, di Rovana Plumb, da quello dei Fondi Europei e di Natalia Intotero, dal Ministero per i Romeni nel Mondo.
I Codici Penali, adottati dalla Camera dei Deputati di Bucarest nella forma approvata dal Senato
La Camera dei Deputati di Bucarest ha adottato, mercoledì, come istituzione decisionale, le bozze di modifica dei Codici Penale e di Procedura Penale nella forma approvata dal Senato. Sono stati adottati alcuni articoli criticati dall’opposizione, ma dichiarati conformi alla legge fondamentale da parte della CCR. Tra questi, la diminuzione dei termini di prescrizione della responsabilità penale, l’introduzione della scadenza di un anno per la denuncia delle tangenti e del traffico di influenza, la totale depenalizzazione della negligenza nella prestazione lavorativa oppure il dimezzamento delle pene per i reati di appropriazione indebita e abuso d’ufficio. Il presidente della Camera dei Deputati, il leader del PSD, Liviu Dragnea, sostiene che tutti i testi votati siano costituzionali, però l’opposizione considera le modifiche un attacco contro lo stato di diritto. Per l’opposizione, l’adozione da parte dei deputati dei progetti di modifica del Codice Penale e del Codice di Procedura Penale nella forma approvata dal Senato rappresenta un voto contro la democrazia. Anche il presidente Klaus Iohannis ha criticato il modo in cui i deputati hanno adottato le modifiche. All’incontro, a Bucarest, con i rappresentanti della Commissione di Venezia, istituzione consultiva del Consiglio d’Europa sulle questioni costituzionali, il capo dello stato ha deplorato il fatto che la Romania si trovi ora nella situazione in cui il Governo legifera e il Parlamento prende solo atto. Dal canto suo, la Commissione Europea ha annunciato che analizzerà con attenzione le modifiche dei Codici e deciderà come procedere. Un portavoce dell’esecutivo comunitario ha precisato che Bruxelles è stata ben chiara in merito alla sua posizione sulla situazione dello stato di diritto in Romania e che Bucarest deve riprendere urgentemente il processo di riforma.
Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha annunciato le due domande per il referendum sulla giustizia del 26 maggio
Il presidente Klaus Iohannis ha reso pubbliche, giovedì, quali sono le due domande che verranno poste al referendum sulla giustizia del 26 maggio: “Siete d’accordo con il divieto dell’amnistia e della concessione della grazia per atti di corruzione?” e “Siete d’accordo con il divieto delle ordinanze d’urgenza del Governo relative a reati di corruzione, correlato all’estensione del diritto di attaccare le ordinanze d’urgenza alla Corte Costituzionale?” Riunite in seduta congiunta, le due camere del Parlamento di Bucarest hanno dato luce verde, alla metà del mese, alla sollecitazione del presidente Klaus Iohannis relativa all’organizzazione di un referendum il 26 maggio, in concomitanza con le elezioni europee. L’iniziativa del presidente giunge sullo sfondo delle numerose modifiche legislative nel settore giudiziario promosse dalla maggioranza parlamentare e dal governo PSD — ALDE, modifiche controverse, contestate nel Paese e criticate dai partner europei della Romania. A marzo, il capo dello stato ha discusso con rappresentanti dell’autorità giudiziaria e delle associazioni professionali dei magistrati, ma anche con rappresentanti della società civile.
Elezioni europee a maggio
Il 27 aprile inizia la campagna elettorale in Romania per le elezioni europee. Le prossime elezioni europee, che si svolgeranno fra il 23 e il 26 maggio, sono considerate di fondamentale importanza per il futuro dell’UE e degli stati membri. Attualmente ci sono 751 eurodeputati eletti tramite suffragio universale dai loro concittadini e che rappresentano 28 stati membri. Se l’accordo sulla Brexit sarà votato dal Parlamento britannico entro il 23 maggio, la Gran Bretagna non parteciperà alle elezioni europee e il numero degli eurodeputati scenderà a 705. La Romania sarà rappresentata da 33 eurodeputati nel mandato che inizia nel 2019, uno in più rispetto alla legislatura 2014-2019. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha pubblicato la Guida dell’Elettore Romeno all’Estero per le europee del 26 maggio. La Guida include, tra l’altro, informazioni relative alle persone aventi diritto di voto, i documenti in base ai quali si può votare all’estero e la procedura di voto. In più, la Guida include anche informazioni relative alle competenze del Ministero degli Esteri e dell’Autorità Elettorale Permanente nel contesto delle elezioni europee.
I romeni tornano a casa per la Pasqua ortodossa
In questo periodo, i romeni che vivono all’estero tornano in gran numero nel loro Paese d’origine, a maggioranza ortodossa, per passare le feste accanto ai parenti e agli amici. Per una gestione efficace del traffico intenso alle dogane, la Polizia di Confine ha aumentato il numero del personale di controllo.