La settimana 08 – 13/04/2019
Consultazioni del presidente romeno con i partiti parlamentari sul tema del referendum/ Il fascicolo della Rivoluzione anticomunista romena del 1989, in tribunale/ Brexit, un nuovo rinvio/ La maggiore esercitazione sanitaria NATO in Romania
România Internațional, 13.04.2019, 07:00
Consultazioni del presidente romeno con i partiti parlamentari sul tema del referendum sulla giustizia
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha avuto, giovedì e venerdì, consultazioni con i partiti parlamentari sul tema del referendum sulla giustizia del 26 maggio prossimo, organizzato in concomitanza con le elezioni europee. Dopo i colloqui di giovedì con i partiti dell’opposizione — PNL, USR e PMP — e con l’UDMR e il gruppo delle minoranze nazionali, diverse da quella ungherese, il capo dello stato ha dichiarato che l’assalto del PSD, al governo, contro la giustizia, che dura ormai da oltre due anni, deve ricevere una risposta da parte dei romeni tramite una consultazione popolare. Stando al presidente, i romeni desiderano un Paese con una giustizia indipendente, corretta e che non sia più influenzata dalla politica. Il PNL ha annunciato che sostiene con tutte le sue forze il referendum, l’USR considera sia necessaria una consultazione popolare, mentre il PMP ha proposto che, al referendum, ci sia anche una domanda sulla diminuzione del numero di parlamentari o sull’eliminazione delle pensioni speciali di cui beneficiano attualmente alcune categorie professionali. Venerdì sono state programmate consultazioni con il PSD e l’ALDE, partner nella coalizione governativa, che non si è presentato, considerando le consultazioni una formalità, dato che il presidente Iohannis ha già preso la decisione di indire il referendum. Il leader dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, ha mandato una delegazione da parte del partito e uno dei suoi rappresentanti, Eugen Nicolicea, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha dichiarato che il Parlamento darà luce verde alla richiesta del presidente relativa al referendum. La consultazione del 26 maggio è stata convocata sullo sfondo delle frequenti modifiche legislative nel settore giudiziario, promosse dal potere PSD-ALDE, aspramente criticate dai partner europei della Romania. I temi del referendum riguardano il divieto dell’amnistia e della concessione della grazia nel caso dei reati di corruzione e il divieto di emanare ordinanze d’urgenza relative a reati, pene e all’organizzazione giudiziaria.
Il fascicolo della Rivoluzione anticomunista romena del 1989, in tribunale
Il procuratore generale della Romania, Augustin Lazăr, ha annunciato che il fascicolo sulla Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989 è stato inoltrato alla corte. Egli ha chiesto scusa da parte del Ministero Pubblico per la durata eccessiva dell’indagine, di quasi 30 anni. Nel fascicolo, sono stati messi sotto inchiesta penale l’ex presidente di sinistra del Paese, Ion Iliescu, e l’ex vicepremier Gelu Voican Voiculescu, per reati contro l’umanità. Loro sono accusati di aver lanciato diversioni e disinformazioni per arrivare al potere. I reati sarebbero stati commessi dopo il crollo della dittatura, nel periodo 22-31 dicembre 1989, quando ricoprivano incarichi nel Consiglio del Fronte della Salvezza Nazionale (FSN), struttura che allora deteneva il potere esecutivo e legislativo. Il bilancio ufficiale della Rivoluzione indica oltre 1000 morti e circa 3000 feriti, la maggior parte dopo il crollo del regime oppressivo di Nicolae Ceauşescu. Nello spazio centrale ed est-europeo, la Romania è l’unico Paese in cui il passaggio dalla dittatura comunista alla democrazia è avvenuto con spargimento di sangue. La soluzione del Fascicolo sulla Rivoluzione e l’invio della causa in tribunale hanno determinato reazioni diverse da parte dei politici di Bucarest. Da una parte, il presidente Klaus Iohannis, il PNL e l’USR, all’opposizione nel Parlamento, hanno salutato l’annuncio del procuratore generale e considerano che questo sia un passo in avanti importante per stabilire la verità. D’altra parte, i socialdemocratici, al potere, sono del parere che la verità dovrebbe essere già conosciuta, così come il fascicolo poteva essere mandato in corte fra un mese, dopo le elezioni europee.
Brexit, un nuovo rinvio
A Bruxelles, i leader europei e la premier britannica, Theresa May, hanno raggiunto un accordo su un nuovo rinvio della Brexit alla fine di ottobre, con una valutazione del processo al Consiglio Europeo del 20-21 giugno. La premier May aveva chiesto un rinvio fino al 30 giugno, per dare al parlamento di Londra il tempo necessario per raggiungere un consenso. Si tratta di un rinvio flessibile, di altri sei mesi, concesso affinché la Gran Bretagna riesca ad individuare la migliore soluzione possibile, ha precisato il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, eliminando, allo stesso tempo, almeno per il momento, l’idea di una separazione brutale, senza accordo. Il presidente Klaus Iohannis ha rappresentato la Romania alla riunione straordinaria del Consiglio Europeo sul tema del ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea ed ha sostenuto la concessione di una proroga della scadenza per la Brexit, ai fini di permettere la ratifica dell’accordo con l’UE nel Parlamento britannico. La proroga permette un ritiro ordinato, che garantisca certezza ai cittadini europei del Regno Unito e a quelli britannici dell’UE, ma anche alle compagnie e all’ambiente d’affari”, ha sottolineato l’Amministrazione Presidenziale di Bucarest, in un comunicato. Il capo dello stato ha sostenuto anche un partenariato futuro ampio e ambizioso” tra l’Unione Europea e la Gran Bretagna, che includa sia aspetti economici e commerciali, che aspetti relativi alla sicurezza, alla difesa e alle relazioni esterne. Se l’Accordo di Ritiro non sarà ratificato entro il 22 maggio, il Regno Unito dovrà organizzare elezioni per il Parlamento Europeo. Se la Gran Bretagna non adempirà a questo obbligo, il suo ritiro dall’UE dovrebbe avere luogo il 1° giugno.
La maggiore esercitazione sanitaria NATO in Romania
In Romania si è svolta, in questi giorni, la maggiore esercitazione sanitaria nella storia dell’Alleanza Nord-Atlantica — “Vigorous Warrior 2019”, con tre componenti: terrestre, aerea e navale. Circa 2.000 militari, vigili del fuoco, medici, paramedici, infermieri e volontari civili di quasi 40 stati membri e partner hanno simulato l’intervento nel caso di un conflitto militare che danneggerebbe le città. La più importante tappa dell’esercitazione si è svolta a Cincu, nel distretto di Braşov (centro), dove sono state costruite ben 14 strutture sanitarie militari, dalle più semplici, per il triage e le emergenze, alle più complesse, come un ospedale modulare di tipo ROL 3, in cui si possono effettuare interventi chirurgici complessi. Nell’esercitazione sono stati impegnati anche elicotteri militari per l’evacuazione dei feriti. Oltre alla tappa di Cincu, ce ne sono state altre due – a Costanza, città sul litorale romeno del Mar Nero, e a Bucarest. Nella capitale, una simulazione di un incidente con numerose vittime si è svolta, nella notte tra giovedì e venerdì, nella zona di una stazione di metropolitana nel centro di Bucarest. Lo scenario ha presupposto l’intervento delle equipe specializzate, dopo che più esplosioni avrebbero provocato danni nel sotterraneo. D’altra parte, le Forze Navali Romene hanno organizzato, la maggiore esercitazione navale, nelle acque territoriali della Romania e nelle acque internazionali del Mar Nero. Vi hanno partecipato 14 navi militari romene e sei navi militari di Bulgaria, Canada, Grecia, Olanda e Turchia, circa 2.200 militari, che hanno provato procedure riunite di contrasto delle minacce subacquee, di superficie e aeree, adattate alla tipologia delle minacce alla sicurezza nella regione del Mar Nero.