La settimana 01 – 06/04/2019
26 maggio, elezioni europee e referendum/ Moniti internazionali rivolti alla Romania/ Problemi per lex capo procuratore della DNA e per il procuratore generale della Romania/ Romania, da 15 anni nella NATO
Roxana Vasile, 06.04.2019, 07:00
26 maggio, elezioni europee e referendum
Il presidente Klaus Iohannis ha annunciato, giovedì, i due temi del referendum che sarà indetto per la data del 26 maggio, il giorno delle elezioni europee: il divieto dell’amnistia e della grazia per i reati di corruzione e il divieto dell’adozione da parte del Governo di ordinanze d’urgenza nei settori reati, pene e organizzazione giudiziaria, correlato con il diritto di altre autorità costituzionali di contestare le ordinanze direttamente alla Corte Costituzionale. Inoltre, il capo dello stato ha chiesto all’attuale Esecutivo PSD-ALDE di non emanare, fino al referendum, alcun’ordinanza d’urgenza sulla giustizia. Il miglior modo per continuare a contrastare la corruzione è la tolleranza zero per questo flagello — ha affermato Klaus Iohannis, il quale ha nuovamente espresso la sua scontentezza per il modo in cui legiferano i socialdemocratici in questo settore. In risposta, i rappresentanti del Potere hanno accusato il capo dello stato di interessi elettorali. Il leader dell’ALDE, partner del PSD al governo, Călin Popescu-Tăriceanu: “Il presidente è preoccupato non per la giustizia, bensì per come essere rieletto presidente e usa il referendum come un trampolino per entrare nel gioco politico, perché altrimenti non potrebbe partecipare alle elezioni europee e vuole anche una falsa partenza per le presidenziali”. All’opposizione, i liberali sostengono, invece, l’iniziativa di Klaus Iohannis di organizzare il referendum, che ritengono benefico. Il presidente del PNL, Ludovic Orban: “Il presidente compie un gesto salutare promuovendo questo referendum, per porre fine una volta per sempre ai tentativi di coloro che hanno saccheggiato la Romania negli ultimi 30 anni di sfuggire alla giustizia.”
Moniti internazionali rivolti alla Romania
Che la giustizia sia l’argomento più scottante in questo momento lo dimostra anche il messaggio inviato questa settimana da 12 ambasciate a Bucarest di alcuni stati partner e alleati, tra cui Francia, Stati Uniti e Germania. Le ambasciate hanno espresso la preoccupazione per lo stato di diritto in Romania ed hanno sollecitato alle parti coinvolte nell’elaborazione di ordinanze nel campo della giustizia di astenersi da modifiche atte a indebolire lo stato di diritto e la capacità del Paese di contrastare la criminalità e la corruzione. Inoltre, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno ammonito le autorità di Bucarest che devono tornare ad un processo corretto di riforma nella giustizia e di astenersi da qualsiasi misura che potesse determinare un regresso dello stato di diritto. “In nessuno stato gli ambasciatori stabiliscono l’agenda del primo ministro” — ha risposto la premier Viorica Dăncilă. Mentre il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, ha sottolineato: “Come voi, vedo anch’io esponenti europei che esprimono le loro preoccupazioni, però le preoccupazioni hanno carattere preventivo e un forte potenziale elettorale. Da ministro della Giustizia, voglio formulare un semplice e rispettoso sollecito, che in piano nazionale ho ripetuto moltissime volte e mi avete sentito, cioè: che ci conosciamo, che rispettiamo le nostre competenze, che rispettiamo la dignità e lo specifico nazionale.”
Problemi per l’ex capo procuratore della DNA e per il procuratore generale della Romania
È stata rimossa, mercoledì, la misura del controllo giudiziario nei confronti dell’ex capo della DNA di Bucarest, Laura Codruţa Kövesi, in un fascicolo in cui è accusata di tangenti, abuso d’ufficio e falsa testimonianza. In tale contesto, lei può andare senza problemi a Bruxelles, dove continuano i negoziati tra il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE sulla designazione del primo capo procuratore europeo, carica per la quale si candida la Kövesi. La decisione, irrevocabile, di rimozione del controllo giudiziario è stata presa dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia. Il primo-vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, aveva dichiarato che bisogna permettere a Laura Codruţa Kövesi di sostenere la sua candidatura, mentre il Parlamento Europeo, tramite la voce del presidente Antonio Tajani, aveva sollecitato alle autorità romene di non porre ostacoli alla candidatura dell’ex capo della DNA, preferito dal Legislativo comunitario. La sezione per i giudici del Consiglio Superiore della Magistratura ha reagito subito, accusando pressioni sul giudice incaricato a risolvere la contestazione dell’ex capo della DNA. Mentre la premier Viorica Dăncilă ha dichiarato: “Ci si chiede di non intervenire nell’atto di giustizia e mi sembra corretto. Però esponenti europei ci chiedono di fermare inchieste penali. Io affermo chiaramente che il primo ministro romeno non è intervenuto e non interverrà mai nell’atto di giustizia.”
D’altra parte, il Collegio del Consiglio Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate ha deciso, giovedì, di effettuare ulteriori verifiche nei confronti del procuratore generale della Romania, Augustin Lazăr, dopo che sulla stampa sono apparse informazioni secondo cui avrebbe compiuto atti di polizia politica durante il periodo dell’ex regime comunista dittatoriale. Inoltre, quando era membro nella Commissione di proposte per la liberazione presso il Penitenziario di massima sicurezza di Aiud, uno dei più duri del sistema repressivo, Augustin Lazăr avrebbe rifiutato la liberazione condizionale di un dissidente anticomunista, Iulius Filip. Il procuratore generale ha smentito le accuse che avrebbe fatto polizia politica.
Romania, da 15 anni nella NATO
La Romania continuerà ad essere un alleato di fiducia, un promotore dei valori della NATO e un pilastro di stabilità e di sicurezza nella regione del Mar Nero — si è affermato, martedì, nel Parlamento di Bucarest, nell’ambito di una seduta solenne dedicata all’anniversario dei 15 anni dall’adesione della Romania all’Alleanza Nord-Atlantica. D’altronde, il Legislativo ha adottato una dichiarazione in cui si riafferma l’attaccamento ai valori dell’Alleanza, ma anche la preoccupazione a causa della diversificazione e intensificazione delle minacce alla sicurezza degli stati membri.