La settimana 03 – 09/06/2018
Motivazione CCR su revoca procuratore capo DNA/ Condanne in via definitva nel cosiddetto fascicolo Galà Bute/ Rapporto OLAF/ Il presidente Iohannis in Polonia, la premier Dancila a Lisbona/ Incontro dei ministri degli Esteri di Romania e Montenegro
Corina Cristea, 08.06.2018, 14:02
La Corte Costituzionale ha pubblicato giovedì la decisione in cui i giudici hanno stabilito che il capo dello stato Klaus Iohannis deve emettere il decreto di revoca dalla carica del procuratore capo della DNA, Laura Codruta Kovesi. Il documento constata un conflitto giuridico di natura costituzionale generato dal rifiuto del presidente di dare il via libera alla proposta di revoca inoltrata dal ministro della Giustizia, Tudorel Toader. Stando alla Corte, la Costituzione stabilisce l’autorità decisionale del ministro della Giustizia sull’attività svolta dai procuratori, indicando che in questa procedura il ministro svolge un ruolo centrale, che si riflette anche sulla carriera dei procuratori. Inoltre, la CCR afferma che il presidente non ha la competenza costituzionale di opporre argomenti di opportunità rispetto alla proposta di revoca formulata dal ministro della Giustizia. La decisione in cui la CCR sollecita in modo imperativo al capo dello stato di revocare la Kovesi ha scatenato le critiche accese dell’opposizione e della società civile, alimentando le speculazioni che, nell’attuale componenza, la Corte fosse influenzata politicamente nei suoi verdetti.
Martedì, l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia di Bucarest ha pronunciato la sentenza definitiva nel cosiddetto fascicolo Galà Bute, in cui l’ex ministra dello Sviluppo regionale, Elena Udrea, è stata condannata a sei anni di reclusione per tangenti e abuso d’ufficio. Inoltre, la Udrea dovrà pagare circa tre milioni di euro come risarcimenti. Nello stesso fascicolo, l’ex presidente della Federazione Pugilistica Romena, Rudel Obreja, è stato condannato a cinque anni di carcere, mentre l’ex ministro dell’Economia, Ion Ariton, è stato assolto. Stando alla DNA, la Udrea ha coordinato un sistema tramite cui persone del suo entourage hanno ricevuto soldi da rappresentanti di aziende per garantire il pagamento alla scadenza dei lavori finanziati dal ministero che dirigeva. Al momento, Elena Udrea si trova in Costa Rica, dove ha chiesto asilo politico.
Nel 2017, la Romania ha registrato il maggior numero di inchieste sull’utilizzo dei fondi comunitari tra i Paesi dell’UE. Delle 11 investigazioni, 8 si sono concluse con raccomandazioni, secondo quanto rileva il rapporto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). Sono rilevanti due inchieste su progetti finanziati dal fondo europeo per lo sviluppo regionale. I rappresentanti di un Comune beneficiario hanno raggiunto un’intesa con la compagnia che aveva elaborato il progetto tecnico di una strada, per stabilire dei criteri restrittivi nei documenti per la gara d’appalto. Tutto a favore di un certo operatore economico che ha vinto il contratto dopo che gli altri partecipanti alla gare erano stati respinti sin dalla fase iniziale di valutazione. Le parti coinvolte hanno falsificato numerosi documenti, compreso il progetto tecnico della strada, ha constatato l’OLAF, calcolando il pregiudizio al budget dell’UE a 21 milioni di euro.
In visita a Varsavia, il presidente romeno Klaus Iohannis ha discusso con il capo dello stato polacco, Andrzej Duda, degli ottimi rapporti bilaterali, soprattutto in campo economico e militare. Iohannis e Duda hanno partecipato all’inaugurazione della mostra Un centenario di Alleanza. La diplomazia romeno-polacca 1918-1939, organizzata dall’Istituto Culturale Romeno di Varsavia, in collaborazione con l’Ambasciata di Romania e con il sostegno dei Ministeri degli Esteri dei due Paesi, nel Centenario della Grande Romania, ma anche dell’Indipendenza della Polonia. Sempre questa settimana, la premier romena Viorica Dancila ha effettuato una visita in Portogallo, dove, nel corso dei colloqui con il presidente Marcelo Rebelo de Sousa e con l’omologo Antonio Costa, ha proposto l’elaborazione di una road map come strumento di lavoro operativo e stimolo di progetti comuni. I colloqui hanno interessato l’intensificazione delle relazioni economiche e della cooperazione nel campo militare, ma anche nella sicurezza cibernetica.
La Romania considera il Montenegro un amico, un partner vicino e un alleato importante nella regione. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Teodor Melescanu, in una conferenza stampa coungiunta con l’omologo montenegrino, Srdan Darmanović, in visita nei giorni scorsi a Bucarest. Il capo della diplomazia romena ha ricordato che, per la Romania e la regione, l’ingresso di questo Paese nella NATO, appoggiato costantemente da Bucarest, contribuisce in gran misura alla sicurezza e alla stabilità della zona. Il capo della diplomazia montenegrina è stato ricevuto dalla premier Viorica Dancila, la quale ha sottolineato che la politica di allargamento sarà inclusa sull’agenda della Presidenza romena del Consiglio UE, evidenziando che, durante questo mandato, la Romania sarà un partner attivo e costruttivo a sostegno degli stati dei Balcani Occidentali.
Via libera dai deputati di Bucarest, come camera decisionale, al disegno legge sulla creazione del Fondo Sovrano Sviluppo e Investimenti. Si tratta di un meccanismo di finanziamento che identifica e materializza le opportunità di investimenti con impatto sullo sviluppo economico e sulla creazione di posti di lavoro a lungo termine. Il progetto è stato adottato mercoledì dopo che, nella Commissione di politica economica, sono stati inoltrati emendamenti che prevedono l’aumento dei fondi a 9 miliardi di lei (circa 2 miliardi di euro) e l’estensione della lista di operatori economici. L’opposizione ha annunciato che contesterà il ddl alla Corte Costituzionale e ha accusato la maggioranza di minare l’economia nazionale.