La settimana 22 – 28/04/2018
Colpo di scena nella politica romena / Riunione Romania – Bulgaria – Grecia – Serbia / Proteste nel settore sanitario / Misure alternative alle pene detentive
Roxana Vasile, 27.04.2018, 19:00
Il presidente di destra del Paese, Klaus Iohannis, e il premier socialdemocratico Viorica Dăncilă avrebbero dovuto avere venerdì mattina un incontro di lavoro su richiesta del capo dello stato. Viorica Dăncilă ha annunciato di non presentarsi ai colloqui, mentre il presidente Iohannis ha fatto dichiarazioni alla stampa annunciando di ritirare la sua fiducia al premier. In più, considerando che Viorica Dăncilă non faccia fronte all’incarico, Klaus Iohannis ha chiesto le dimensioni del premier. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della scontentezza del capo dello stato sembra essere stata la visita ufficiale che il capo del Governo ha fatto alla metà della settimana in Israele. Rimasto nel Paese, il presidente si è dichiarato scontento di non essere stato informato in precedenza della visita: “Vi assicuro che chiederò alla signora Dăncilă con quale occasione è andata a fare una visita bilaterale in Israele senza dire nemmeno una parola, senza almeno chiamarmi o farmi una visita, visto che tuttavia, piaccia o non piaccia al PSD, sono il presidente della repubblica e sono responsabile della politica estera.”
Accompagnata dal presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea, e dal ministro degli Esteri Teodor Meleşcanu, Viorica Dăncilă ha discusso con il presidente e con il premier dello stato di Israele, Reuven Rivlin e Benjamin Netanyahu, della nomina dell’ambasciatore romeno, nel contesto in cui, da quasi un anno e mezzo, Bucarest non ha un capomissione in Israele, del consolidamento della cooperazione bilaterale, del settore militare e di temi strategici. A conclusione della visita, il premier Viorica Dăncilă ha passato in rassegna i principali momenti del suo viaggio: “In seguito all’incontro con il primo ministro Netanyahu, abbiamo deciso di organizzare una seduta di governo congiunta a Bucarest per discutere di progetti. Siamo stati accolti dal presidente d’Israele, con il quale abbiamo parlato della situazione esistente nella zona, della situazione geopolitica, ma anche del fatto che c’è bisogno di un ambasciatore di Romania in Israele. Abbiamo precisato che abbiamo proposto qualcuno per l’incarico e che aspettiamo che il presidente Iohannis firmi la nomina. Non in ultimo, abbiamo fatto una visita al Santo Sepolcro, e prima ci siamo incontrati con il patriarca di Gerusalemme; è stata per me una grande gioia essere insignita della Croce e della Stella di Gerusalemme.”
Dall’agenda non è mancata la proposta relativa allo spostamento dell’Ambasciata di Romania da Tel Aviv a Gerusalemme. Ciò, nel contesto in cui Liviu Dragnea aveva già annunciato che l’Esecutivo di Bucarest ha siglato un memorandum in tal senso. L’annuncio ha destato rumore e confusione a livello nazionale e il presidente Klaus Iohannis ha risposto che una discussione di principio su questo argomento non è sbagliata, però bisogna rispettare la legislazione internazionale in materia. Il presidente Iohannis ha smentito inoltre qualsiasi accusa di antisemitismo ed ha affermato di non aver utilizzato parole spregiative quando ha esclamato, a proposito della presenza in Israele, accanto a Viorica Dăncilă, del presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea: “Chi sa che intese segrete starà facendo là con gli ebrei?”.
Progetti comuni di infrastruttura, partecipazione allo sviluppo della regione dei Balcani, cooperazione stretta all’interno dell’Unione Europea — sono gli obiettivi riconfermati dai premier di Romania, Grecia e Bulgaria, Viorica Dăncilă, Alexis Tsipras e Boiko Borisov, e dal presidente serbo, Aleksandar Vučić, riunitisi, martedì, a Bucarest. Questo tipo di consultazioni a quattro permette il consolidamento del dialogo e l’individuazione delle migliori modalità di cooperazione tra gli stati del sud-est europeo, soprattutto dal punto di vista economico — ha sottolineato Viorica Dăncilă, ribadendo che la Romania sostiene la Serbia sulla sua strada verso l’Unione Europea. Lei ha assicurato nuovamente il premier Boiko Borisov del sostegno agli obiettivi della presidenza bulgara del Consiglio UE. Non in ultimo, Viorica Dăncilă ha salutato la prima visita del suo collega greco, Alexis Tsipras, a Bucarest, ed ha affermato che la Grecia è un partner-chiave per la Romania nella regione e che auspica uno sviluppo della cooperazione bilaterale. La prossima riunione al vertice tra Romania, Grecia, Bulgaria e Serbia avrà luogo in giugno, ad Atene.
Il vicepremier romeno, Viorel Ştefan, ha promesso, giovedì, ai sindacalisti del settore sanitario che, il 2 maggio, presenterà una soluzione, di modo che il personale con perda più soldi. I sindacalisti, che hanno partecipato nello stesso giorno, a Bucarest, ad un’ampia manifestazione di protesta, hanno annunciato che non rinunceranno alle proteste. Più categorie di dipendenti del settore sanitario lamentano diminuzioni degli stipendi netti dopo l’applicazione di nuove regolamentazioni nel settore pubblico, e chiedono l’eliminazione del tetto massimo imposto per gli scatti, che non possono più superare il 30% dello stipendio. Le proteste di Bucarest saranno seguite da uno sciopero il 7 maggio, mentre l’11 maggio è previsto l-avvio di uno sciopero generale nel sistema sanitario e dell’assistenza sociale.
La Camera dei Deputati di Bucarest ha adottato, questa settimana, in qualità di istituzione con potere decisionale, il disegno di legge sulle misure alternative alle pene detentive. Si tratta, tra l’altro, di arresti domiciliari oppure, durante il finesettimana, in centri speciali di detenzione per le persone con condanne a pene carcerarie inferiori ai cinque anni, che hanno già scontato un quinto della pena. Fanno eccezione i recidivi, le persone condannate per atti di violenza, traffico d’influenza, corruzione e tangenti. Di recente, nel rapporto annuo relativo ai diritti dell’uomo, il Dipartimento di Stato americano ha ricordato che le prigioni romene sono sovraffollate e non rispettano gli standard stabiliti dal Consiglio d’Europa. D’altronde, l’Istituzione di Strasburgo ha ammonito Bucarest con multe salate se la situazione non sarà rimediata.