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La settimana 28/01 – 03/02/2018

Nuovo governo in Romania/ La giustizia romena, in discussione a Bruxelles/ Decisione inaspettata su dossier Microsoft/ Fondi europei per la Romania

La settimana 28/01 – 03/02/2018
La settimana 28/01 – 03/02/2018

, 02.02.2018, 12:47

ll terzo Governo della coalizione PSD-ALDE è stato insediato lunedì a Bucarest. A dicembre 2016, il PSD ha stravinto le elezioni politiche, controllando la maggioranza assieme all’ALDE. Dopo soli sei mesi, il partito ha generato una prima nella politica romena post-comunista, sfiduciando il proprio Governo, presieduto da Sorin Grindeanu. Questo mese, i leader socialdemocratici hanno ritirato il sostegno politico anche al successivo premier – Mihai Tudose, designando come successore l’eurodeputata Vorica Dăncilă, diventata la prima donna nella storia della Romania a ricoprire la premiership. I membri del Governo hanno prestato giuramento davanti al presidente Klaus Iohannis. Avete una missione difficile. Dovrete convincere, partendo da un capitale di fiducia basso, generato in primo luogo dagli errori politici e amministrativi fatti dai due Governi precedenti. Dovete far fronte sin dall’inizio anche alle conseguenze dei fallimenti dei due Governi precedenti, proposti dalla stessa maggioranza, quindi avete ancora di più l’obbligo di impegnarvi con tutti gli sforzi affinché le cose tornino alla normalità, ha detto il presidente. Stando al premier Dăncilă, le principali direzioni del programma governativo sono gli investimenti nell’infrastruttura, l’aumento dei redditi della popolazione, la riforma amministrativa e una diminuzione della burocrazia. Inoltre, il nuovo Governo si è posto l’obiettivo di piazzare la Romania nella prima metà della classifica delle più forti economie dell’Unione Europea nel 2020.

Il presidente romeno Klaus Iohannis ha discusso con i responsabili dell’Unione Europea sul funzionamento dello stato di diritto, argomento che preoccupa la classe politica e l’opinione pubblica nel Paese. Lo stato di diritto è una questione vitale per la Romania e nessuno ha dei dubbi sul suo funzionamento, ha dichiarato a Bruxelles Klaus Iohannis, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker. Il presidente ha dichiarato che i problemi relativi alle leggi sulla giustizia e ai codici penali vanno risolti in Romania, senza aspettare soluzioni dall’estero. Sono deciso e convinto che riuscirò a far sì che queste discussioni finiscano con delle leggi, che saranno nella loro migliore variante possibile, leggi che si possano utilizzare nella pratica. Però il mio obiettivo più importante resta lo stesso: l’indipendenza della giustizia romena è intangibile, è una questione in cui mi impegnerò con tutte le forze e farò di tutto, assolutamente tutto quello che un presidente possa fare, per mantenere le cose così, ha dichiarato Klaus Iohannis. Dal canto suo, il capo dell’Esecutivo comunitario ha valutato che il sistema giudiziario romeno funziona e che non si può dire che Bucarest trasgredisca lo stato di diritto, se le decisioni della Corte Costituzionale vengono rispettate. Però, ha ammonito Juncker, è inaccettabile che la Romania faccia dei passi indietro in merito. Dall’osservanza di questi principi, ha ribadito Juncker, dipendono sia la rimozione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, tramite il quale Bruxelles tiene sotto monitoraggio i progressi e le carenze della giustizia romena sin dall’adesione del Paese all’UE, nel 2007, sia l’ingresso nell’Area Schengen, negato alla Romania da cancellerie occidentali influenti, che lamentano appunto la corruzione che permane ancora nell’amministrazione romena. Le ambasciate di sette membri dell’Unione e la Commissione Europea hanno espresso la preoccupazione sulla modifica delle leggi sulla giustizia in Romania.

Fine dell’inchiesta nei confronti di sei ex ministri indagati per abuso d’ufficio nel grosso fascicolo di corruzione Microsoft riguardante il programma destinato all’informatizzazione delle scuole in Romania, il cui pregiudizio complessivo ammontava a circa 70 milioni di dollari. Il nuovo procuratore che ha assunto il caso ha constatato che i sospetti erano stati messi sotto accusa dopo la prescrizione dei reati. Nel caso di un settimo ex ministro, è stata decisa l’archiviazione. Stando alla DNA, i sette ministri che hanno ricoperto in vari goveri i dicasteri dell’Istruzione, delle Finanze e delle Comunicazioni – sono stati indagati col sospetto di aver avviato o sostenuto le bozze di una serie di decreti governativi che davano il via libera alla firma del contratto con la compagnia Fujitsu Siemens Computers sul noleggio di licenze Microsoft destinate alle scuole. Intanto, nello stesso fascicolo, due imprenditori sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di riciclaggio di denaro.

In visita nei giorni scorsi a Bucarest, il commissario europeo per la politica regionale, Corina Cretu, ha esortato la Romania ad accelerare l’implementazione dei progetti finanziati da fondi europei, esprimendo, però, la scontentezza che l’ultimazione dei progetti di infrastruttura, ad esempio, è in ritardo e che, generalmente, le autorità si muovono lentamente nell’implementazione. La Cretu ha richiamato l’attenzione che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi mesi, la Romania rischia di perdere fondi comunitari importanti. Permane il pericolo di perdere soldi, e gli sforzi non vanno interrotti, anzi, vanno ampliati. Sono contenta che sono state proposte una serie di misure che, se venissero applicate, potrebbero portare dei risultati immediati, al fine di evitare la situazione in cui la Romania perderebbe notevoli somme dai fondi europei attraverso il disimpegno, ha ammonito Corina Cretu. Incontrando la commissaria europea, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, ha dichiarato che, negli ultimi 10 anni, da quando è entrata a far parte dell’UE, la Romania ha beneficiato di oltre 45 miliardi di euro di fondi europei dal budget comunitario. Se viene tenuto in considerazione il contributo della Romania al bilancio comunitario, le entrate nette di fondi europei sono ammontate a circa 30 miliardi di euro, ha precisato Isarescu. Il governatore della Banca Centrale ha sottolineato che, per la Romania, i fondi europei rappresentano la chance di modernizzare l’infrastruttura di trasporto, istruzione e sanità. Isarescu ha ammonito che, in mancanza di questi soldi dall’UE, la Romania rimarrebbe senza una fonte essenziale di capitale, e ha sottolineato che il ritardo dell’entrata dei fondi UE o l’arrivo di somme minori influenzano il mercato valutario.

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