La settimana 13 – 18/02/2017
La finanziaria della Romania per il 2017/ Decreto governativo durgenza e referendum/ La Romania e il fianco est della NATO/ Eliminati i visti dingresso nel Canada per i romeni
Roxana Vasile, 18.02.2017, 06:00
Il presidente Klaus Iohannis ha promulgato giovedì la finanziaria e la legge sul budget della previdenza sociale per il 2017. Ha spiegato di aver preso questa decisione perché la Romania ha bisogno di un budget, ma gli incassi sono stati sopravalutati, mentre le spesse sono troppo alte. Perciò il presidente Iohannis ha chiesto al Governo di coalizione PSD-ALDE responsabilità nel portare a compimento il programma del governo che si è assunto.
Klaus Iohannis: Gli incassi al budget sono, come si è detto, ottimistici. Io direi sopravalutati. Le cifra delle spese previste è molto alta. L’approccio troppo ottimistico del budget si può notare, ad esempio, facendo un paragone fra gli incassi al budget generale consolidato dell’anno scorso e ciò che è previsto per quest’anno. Si nota un aumento del 14%, senza che ci sia una spiegazione su come si arriverà a questa crescita spettacolare. Il 14% è una percentuale molto alta per il budget generale consolidato.
Il premier Sorin Grindeanu ha dichiarato invece che la finanziaria è un progetto ambizioso e che l’Esecutivo ha previsto fondi per tutte le misure annunciate: Siamo riusciti, a mio avviso, a presentare, entro un periodo record, un budget che prenda in considerazione il nostro programma di governo, tutte le misure che ci siamo impegnati ad applicare. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo adottato i documenti legislativi necessari e abbiamo previsto nel budget le somme necessarie per applicare tutte queste misure.
Su che indicatori economici può contare il Governo di Bucarest? Stando all’Istituto Nazionale di Statistica, il PIL della Romania è aumentato del 4,8% nel 2016, rispetto al precedente anno. Per il 2017, le previsioni di crescita economica oscillano fra il 3,7%, secondo le previsioni della Banca Mondiale, il 3,8% – secondo quelle del FMI e il 4,4% – secondo la Commissione Europea. Nelle previsioni economiche d’inverno rese pubbliche lunedì, l’Esecutivo comunitario ammonisce però che il deficit pubblico potrebbe arrivare quest’anno al 3,6% del PIL, mentre nel 2018 potrebbe sfiorare il 3,9%.
Il decreto d’urgenza del Governo di Bucarest sull’abrogazione delle controverse modifiche dei Codici penali, all’origine della recente crisi politica, è da mercoledì, nell’agenda della Camera dei Deputati, istituzione decisionale. Un giorno prima, la plenaria del Senato aveva adottato l’atto normativo all’unanimità. Dall’inizio della crisi, il 31 gennaio, centinaia di migliaia di romeni del Paese e d’oltre confine hanno chiesto le dimissioni del Governo Grindeanu, accusandolo che, tramite il tentativo di modificare i Codici, avrebbe voluto sgravare dalla responsabilità penale alcuni politici influenti e funzionari nell’amministrazione centrale e locale. Il PSD ha smentito le accuse, affermando che il Governo intendeva rendere la legislazione in questo settore conforme alle decisioni della Corte Costituzionale. In tale contesto, Klaus Iohannis — criticato, pure lui, per essersi affiancato alla causa dei protestatari antigoverno — ha avviato un referendum sulla continuazione della lotta alla corruzione. La sua azione ha ricevuto, lunedì, l’approvazione del Parlamento. Per assicurare tutti i partner della Romania presso le istituzioni europee che il contrasto della corruzione è uno degli obiettivi prioritari del Governo PSD-ALDE, il premier Sorin Grindeanu ha fatto una breve visita a Bruxelles, alla fine di questa settimana. Per l’occasione, il premier ha dichiarato: Auspichiamo, per quanto riguarda le regolamentazioni nel settore giustizia, che tutte queste cose avvengano nel Parlamento tramite un dibattito quanto più ampio in cui siano impegnate istituzioni romene, ONG, parlamentari, ovviamente, di modo che le decisioni della Corte Costituzionale, relative ad articoli del Codice Penale e di Procedura Penale possano essere approvate nel Parlamento.
Dal canto suo, il primo vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, ha raccomandato all’Esecutivo di Bucarest maggiore trasparenza. E’ una cosa positiva che il Governo voglia armonizzare la legislazione nazionale con le norme dell’UE, però tutto ciò va realizzato con la massima apertura — ha aggiunto ancora Frans Timmermans.
Alla base aerea Mihail Kogălniceanu del sud-est della Romania sono arrivati, questa settimana, 500 militari americani. Hanno portato con sé carri armati, autoblindi, semoventi necessari per la partecipazione a esercitazioni multinazionali. Il colonnello Romeo Feraru, dello Stato Maggiore delle Forze Terrestri romene ha spiegato: I 500 militari e la tecnica da combattimento delle forze terresti americane appartenenti al primo Battaglione Fighting Eagles resteranno di stanza in Romania per un periodo di 9 mesi, dopo di che saranno sostituiti da militari di un’altra unità da combattimento, assicurando in questo modo una presenza consistente continua in Europa.
L’arrivo dei militari americani, che parteciperanno ad esercitazioni militari nell’ambito dell’operazione Atlantic Resolve, si iscrive nelle misure della NATO di rafforzamento del fianco est dell’Alleanza. In una dichiarazione trasmessa dall’ufficio stampa dell’Alleanza, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, si è congratulato con la Romania per gli sforzi di aumentare il budget della Difesa al 2% del PIL nel 2017, affermando che è un esempio anche per altri stati membri dell’Alleanza Nord-Atlantica.
Tutti i romeni potranno viaggiare senza visto nel Canada a cominciare dal 1 dicembre 2017. La decisione è parte integrante di un accordo di libero scambio tra l’UE e il Canada (CETA), approvato, questa settimana, a Strasburgo, dal Parlamento Europeo. L’eliminazione dei visti era, d’altronde, la condizione posta da Bucarest per approvare il trattato. Quest’ultimo entrerà provvisoriamente in vigore, fino a quando sarà ratificato da tutti i Parlamenti nazionali e regionali dell’Unione. L’eurodeputato Iuliu Winkler ha precisato che, oltre all’eliminazione dei visti, l’accordo presuppone anche numerosi benefici economici: Se passiamo al campo molto complesso del commercio e della cooperazione economica, le medie imprese del settore energetico, ad esempio, o di altri settori tecnologici, avranno la possibilità di collaborare sul mercato dei servizi pubblici del Canada. La tutela dei diritti di proprietà intellettuale, la tutela delle patenti, delle invenzioni e innovazioni sarà garantita tramite l’accordo CETA.
Nell’opinione di Iuliu Winkler, l’accordo CETA può essere il più importante documento di libero scambio del 21-esimo secolo. (tr. G.P.)