La settimana 15 – 21/12/2013
Finanziaria 2014: pres. Basescu promulga legge/ Politica: vertenze nella coalizione governativa/ Governo: nuovo ministro della Cultura in Romania/ Difesa: decisioni su presenza militari allestero nel 2014/ Comunismo: 24 anni da Rivoluzione 1989
România Internațional, 21.12.2013, 12:38
Il presidente Traian Basescu ha promulgato la Finanziaria per il 2014, in seguito alla decisione del governo presieduto da Victor Ponta di rinviare di tre mesi l’applicazione dell’accisa di 7 eurocentesimi sui carburanti. La vertenza tra il capo dello stato Traian Basescu e il premier Victor Ponta sull’applicazione della controversa accisa sui carburanti, che il governo intendeva introdurre dal 1 gennaio, rischiava di mandare di nuovo la Romania in tilt. Però, in seguito a una discussione decisiva tra presidente e premier sulla Finanziaria, il compromesso è diventato possibile. Il governo ha rinviato di tre mesi l’applicazione dell’accisa, e il presidente ha dato luce verde al budget. L’accisa supplementare sui carburanti è contestata non solo dal presidente, che la ritiene un ostacolo al rinvigorimento economico e un peso per la popolazione, ma anche dai trasportatori stradali, i primi colpiti direttamente dal caro gasolio. Traian Basescu vuole che il governo rinunci completamente all’accisa e considera la sua accettazione un errore nei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea. La Finanziaria per il 2014 è stata elaborata in base a una crescita stimata al 2,2% del Pil, un’inflazione del 2,4% e un tasso di cambio di 4,45 lei per un euro. L’opposizione democratico-liberale ha criticato la Finanziaria.
I leader dell’Unione social-liberale, al governo in Romania, si sono accusati reciprocamente di mentire, sullo sfondo delle controversie relative ai ddl sull’amnistia e l’attività mineraria. Per ora, i due disegni di legge sono stati tolti dal dibattito parlamentare, a causa di queste polemiche. Il premier e leader socialdemocratico Victor Ponta ha dichiarato che il capo liberale, Crin Antonescu, gli ha chiesto di adottare un’ordinanza d’urgenza relativa alla legge sull’amnistia e la grazia di alcune pene qualche settimana fa, proprio durante una seduta dell’Unione social-liberale. Invece, Crin Antonescu sostiene di non aver mai sollecitato a Ponta di emettere un’ordinanza d’urgenza relativa alla legge sull’amnistia, bensì di aver solo invocato questa possibilità, qualora il premier avesse tenuto necessariamente a far passare la normativa. Antonescu ammette che, se lo scandalo e le accuse continueranno, si rischia la rottura dell’Usl.
Il neoministro della Cultura romeno è il liberale Gigel-Sorinel Ştirbu, che succede in carica a Daniel Barbu, dimessosi la scorsa settimana, in seguito ad una serie di dichiarazioni inadeguate sul budget stanziato al programma di prevenzione e cura dell’AIDS. Intanto, il socialdemocratico Toni Grebla ha prestato giuramento come giudice presso la Corte Costituzionale della Romania. Grebla, che è la proposta del Senato, sostituirà la giudice Iulia Motoc, eletta presso la Corte Europea per i Diritti Umani.
Nel 2014, l’esercito romeno dispiegherà in missioni all’estero 1311 militari, di 725 in meno rispetto al 2013. Lo ha deciso il Consiglio Supremo di Difesa del Paese. I maggiori sforzi si riconfermano la partecipazione alla Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza in Afghanistan, ma anche il mantenimento dell’impegno nei teatri operativi dei Balcani. Inoltre, il Consiglio Supremo di Difesa ha deciso che, nel 2014, anche il Ministero dell’Interno parteciperà con 791 militari e poliziotti — 301 in più rispetto al 2013 – a missioni della NATO, dell’UE, dell’ONU e dell’OSCE.
La Romania ha ricordato questa settimana 24 anni dall’inizio della Rivoluzione anticomunista a Timisoara, nell’ovest del Paese, che il 20 dicembre diventava la prima città romena libera dal comunismo. La rivolta è subito dilagata anche nelle altre grandi città, per raggiungere l’apice a Bucarest, dove i romeni, convocati a un comizio gigantesco, al quale il dittatore Nicolae Ceuasescu voleva condannare quanto accaduto a Timisoara, hanno preso d’assalto la sede del comitato centrale del partito comunista. Il 22 dicembre, Ceausescu e la moglie Elena sono fuggiti in elicottero, ma vennero presi, giudicati sommariamente e giustiziati.