Abbiamo un fiume, creiamo una storia!
Un progetto volto a mettere in risalto il fiume quale elemento di connessione tra i quartieri, tra le persone e tra le idee
Ana-Maria Cononovici, 27.09.2022, 19:46
Oggi vi raccontiamo la storia del fiume Dâmbovița, come arteria verde di Bucarest, uno spazio pubblico vibrante in cui le persone possono godersi l’acqua, la fauna, la flora e la comunità. Questo è stato il punto di partenza di un progetto volto a mettere in risalto il fiume quale elemento di connessione tra i quartieri, tra le persone e tra le idee. Abbiamo invitato Valentin Talabă, manager di comunicazione presso Nod Makerspace, l’associazione che organizza l’evento, a raccontarci come gli è venuta l’idea dell’evento Dâmboviţa Delivery”: “Se guardiamo alle grandi città dell’Europa, come Berlino che ha il fiume Spree, Parigi che ha la Senna e il Canale Saint Martin, Londra con il Tamigi, ci rendiamo conto che anche Bucarest ha il suo fiume, solo che le sue potenzialità non vengono sfruttate. Molti abitanti di Bucarest neanche notano di avere un fiume nella città. Allora ci è venuta l’idea di connettere i due settori della capitale attraversati dal fiume, il terzo e il quarto, e di sfruttare quest’opportunità che ci da l’acqua, di portare insieme delle comunità e di creare adesso alcune attività culturali per bambini e adulti e riunirci tutti insieme in un luogo molto bello e piacevole.”
Cos’è successo a Dâmboviţa Delivery”? Ce lo ha raccontato Valentin Talabă: “Abbiamo avuto oltre 30 attività, a cominciare da workshop per bambini, poi attività culturali, dibattiti di letteratura, concerti ed eventi food-court. Oltre a questo, la più importante è stata la gita in barca da Piazza Unirii, dalla Biblioteca Nazionale alla zona Mihai Bravu e abbiamo fatto vedere quanto sia importante che un fiume sia circolabile in una città, con quelli ostacoli che esistono e dove abbiamo creato dei ponti che la gente può usare per passare da una parte del fiume all’altra. Oltre a questo abbiamo avuto anche attività di arte collaborativa, tramite cui le persone hanno lavorato con la gente presente, creando un arcobaleno di filo sopra il fiume. Abbiamo riallestito il ponte del Mattatoio, cercando anche di dare più colore e più freschezza al fiume. La cosa più importante mi sembra il fatto che le persone hanno capito che possono godersi la città anche in una maniera diversa, non necessariamente spendendo soldi. Hanno semplicemente partecipato alle attività, si sono riconnesse tra di loro e con le comunità di cui fanno parte.”
“Se hai un’idea di progetto che può trasformare il Dâmbovița, raccontacelo! Stiamo cercando interventi artistici, iniziative civiche, progetti educativi e workshop interattivi che riportino alla vita lo spazio intorno al fiume” — questo il bando dell’evento, tramite cui gli interessati erano invitati a iscrivere progetti partecipanti. Alina Tofan, eco-performer, ha partecipato con l’installazione Plastic Womb, di cui ci ha raccontato: “Noi, Plastic Art Performance collective, cioè io e Georgiana Vlahbei, abbiamo partecipato all’attuale edizione del progetto Dâmbovița delivery con un’installazione eco-performative e di oggetti con cui abbiamo voluto tirare un segnale d’allarme sull’inquinamento dei fiumi con plastica e sugli effetti della plastica negli ecosistemi fluviali. Il feedback è stato ottimo, soprattutto da parte degli organizzatori, perché ci hanno dato l’occasione di presentare quest’opera. La gente è stata curiosa, abbiamo avuto un codice QR tramite cui hanno potuto ascoltare la storia della nostra installazione. E’ stata un’opera realizzata con o dal designer Teo Rădulescu. La nostra installazione è stata intitolata “Plastic Womb”, cioè grembo di plastica, perché, purtroppo, questa è l’immagine che lasciano gli ecosistemi fluviali nella nostra mente. La nostra opera è stata un manifesto e un tentativo di attirare l’attenzione e il coinvolgimento della società civile.”
Valentin Talabă ci ha raccontato che altri piani ci sono per consolidare i rapporti tra la popolazione della città e il fiume che la attraversa: “Continueremo a organizzare anche in futuro l’evento “Dâmboviţa Delivery” e, allo stesso tempo, saranno avviati colloqui sulla qualità del fiume e sulla strada che una città può imboccare utilizzando questa importante risorsa.”
Si è pensato sia a soluzioni temporanee – l’attivazione della zona tramite spettacoli, colloqui, dibattiti, mostre e interventi artistici, che permanenti — proposte di riconfigurazione dello spazio che si possono proporre alle autorità. Continuano a essere ricercati progetti di attivazione urbana, ovvero progetti di riconversione o riabilitazione di arredo urbano; progetti di intervento artistico, che riportano alla vita lo spazio pubblico attorno al fiume; oppure progetti di avvicinamento comunitario, progetti sociali che appoggiano comunità e costruiscono ponti tra le persone. Tutto nell’idea di una migliore consapevolezza del fatto che avere un fiume che attraversa la città è un privilegio per i suoi abitanti.