Funky Citizens
Funky Citizens è il luogo di incontro tra cittadini che non si rassegnano allo status quo, ma capiscono il loro ruolo nella democrazia, motivo per cui assumono un impegno civico, spesso prendendo parte al processo decisionale.
Ana-Maria Cononovici, 02.02.2022, 09:46
Funky Citizens è il luogo di incontro tra cittadini che non si rassegnano allo status quo, ma capiscono il loro ruolo nella democrazia, motivo per cui assumono un impegno civico, spesso prendendo parte al processo decisionale. Le armi più potenti dell’organizzazione sono le iniziative tecnologiche intelligenti, l’advocacy basato su dati e comunicazione e l’educazione civica. E’ il biglietto da visita di una ONG romena, che ha una lunga storia nell’incoraggiare i cittadini che sognano uno spazio urbano con una visione di sviluppo coerente, in cui gli abitanti assumono il ruolo di cittadini e sono coinvolti nella definizione dello spazio comune, aumentando la qualità di vita.
Elena Calistru, membro del Comitato economico e sociale europeo (CESE), presidente e co-fondatrice di Funky Citizens, ci ha raccontato come è nata l’idea dell’organizzazione. Nel 2011-2012 ci siamo resi conto che alla Romania mancava un movimento o un’organizzazione in grado di rendere il movimento civico qualcosa di desiderabile per i cittadini, soprattutto nelle aree più difficili da comprendere. Siamo partiti con un progetto per monitorare la spesa del pubblico denaro, monitorando il bilancio nazionale, e abbiamo cercato di tradurlo affinchè sia capito dai cittadini. Il nostro presupposto era che alle persone fosse piaciuto essere coinvolte nella vita cittadina, ma queste informazioni sono spesso molto difficili da digerire e questo sforzo extra era necessario per spiegare alcuni elementi basilari: come funzionano la legislazione e le istituzioni. Così è nata Funky Citizens, spiega Elena Calistru.
Le abbiamo chiesto se è stato facile attirare dei sostenitori. Ovviamente, non è stata una marea di persone desiderose di impegnarsi, e noi, come organizzazione, non immaginiamo che milioni di persone andranno a vedere cosa succede con i bilanci locali. Ma crediamo che se ci mettiamo in gioco dopo la reazione che abbiamo visto dal 2012, l’anno della nostra fondazione – fino ad ora, dico che c’è un aumento della massa interessata a ciò che sta accadendo sia a livello nazionale che locale. Il numero di coloro che sono coinvolti nelle nostre azioni, che fanno donazioni e leggono le nostre analisi è in continua crescita, aggiunge la nostra ospite.
Come può un cittadino essere coinvolto nella vita della città? Il più delle volte, il primo passo è quello di informarsi. So che è un cliché, ma è vero. L’informazione significa potere, l’informazione in questo momento è più facile grazie all’accesso a Internet e al fatto che possiamo trovare a portata di click come entrare in contatto con il nostro parlamentare o il sindaco. Ma noi diciamo ai cittadini che l’impegno civico è come lo sport, con più livelli: è ideale muoverci per almeno 30 minuti ogni giorno. In termini di cittadinanza attiva, ciò significa almeno verificare di volta in volta cosa ha fatto il sindaco, cosa ha fatto il parlamento, cosa ha fatto il governo e tenere il passo con quello che sta succedendo. E, ovviamente, andare alle urne. Poi, proprio come nello sport, c’è la possibilità di praticare settimanalmente, fare sport, andare in bicicletta. Dal punto di vista della cittadinanza, ciò significherebbe presentare ogni tanto una petizione quando abbiamo un problema, diciamo, sulla nostra strada o scrivere ai nostri parlamentari quando si tratta di un argomento di interesse. Il livello tre, quello di un atleta professionista, può significare una maratona. E nel caso della cittadinanza, può significare che siamo già coinvolti in un’organizzazione di intervento civico e, ad esempio, stiamo facendo contestazioni al bilancio locale. Abbiamo questo diritto come cittadini, dice ancora Elena Calistru.
I partecipanti ai progetti Funky Citizens differiscono numericamente da un periodo all’altro, raggiungendo migliaia di volontari durante le elezioni, come ci ha raccontato la nostra interlocutrice. Elena Calistru, presidente e co-fondatrice dell’organizzazione, ci ha presentato anche le più recenti iniziative. Nei prossimi anni abbiamo due grandi sfide: una è quella di andare di più a livello locale, è un’area su cui stiamo già lavorando, abbiamo iniziato lo scorso anno e stiamo cercando di andare nelle comunità locali, attraverso corsi di formazione sul come si fanno i bilanci locali, come ci si può coinvolgere come cittadini, corsi di educazione civica, ma anche lavorando con i giornalisti partner. La seconda sfida è la nostra presenza a Bruxelles, nel CESE e non solo. La nostra organizzazione lavora da un anno in progetti internazionali e soprattutto nella regione centro-orientale. Dallo scorso anno, io sono membro del Comitato, cercando di rendere la voce di diverse organizzazioni di Romania un po’ più presente a livello delle istituzioni europee, conclude Elena Calistru.
Che si tratti di soldi europei a livello nazionale o locale, quando si analizza l’efficienza della spesa in Romania, l’aspetto comune rilevato è la mancanza di impatto. Le cause principali sono la mancanza di meccanismi per determinare le esigenze di sviluppo a lungo termine, la priorità delle esigenze di finanziamento in base a fattori politici e non a dati reali, nonché lo spreco di denaro pubblico tramite corruzione, frode o cattiva gestione.