Vestiti tradizionali da matrimonio al Museo Etnografico del Monastero di Nămăieşti
Collocato in prossimità della città di Campulung, in provincia di Arges, nel centro-sud della Romania, il Monastero ortodosso di Nămăieşti custodisce un Museo Etnografico del tutto particolare.
Ana-Maria Cononovici, 10.12.2021, 10:38
Collocato in prossimità della città di Campulung, in provincia di Arges, nel centro-sud della Romania, il Monastero ortodosso di Nămăieşti custodisce un Museo Etnografico del tutto particolare. Un’atmosfera fiabesca accoglie il visitatore che varca la sua soglia e scopre centinaia di manichini vestiti di abiti tradizionali romeni. Suor Lucia Nedelea, la badessa del Monastero di Nămăieşti, ci ha raccontato come è nato il museo. Mi è venuta l’idea di mettere sù un piccolo museo, solo che non avevo troppi oggetti per riempirlo. Cosicchè sono andata a casa mia, visto che sono nata in una famiglia con una certa tradizione alle spalle, dove il costume tradizionale occupava il posto d’onore. Ho detto a mia madre cosa volevo fare e lei mi ha regalato tutti i suoi costumi che aveva in casa, tranne uno, con cui voleva essere vestita ai suoi funerali. Per me, il costume popolare è come una carta d’identità del popolo romeno, ha un valore artistico, ma anche affettivo, proprio come un’icona. Poi, la mamma ha convinto anche altre signore del villaggio a donare dei costumi popolari per il museo del nostro monastero », spiega suor Lucia.
Il visitatore scopre nel Museo Etnografico di Nămăieşti i vestiti tradizionali da matrimonio, indossati dallo sposo, dalla sposa, dai genitori e dai familiari, ma anche dal sacerdote che celebra la cerimonia. Per il primo matrimonio, abbiamo dei costumi tradizionali vecchi da 130 fino ai 160 anni. I copricapi, chiamati in romeno « marame », vanno ancora oltre, con « un’anzianità » compresa tra i 150 anni e i 200 anni. Alcuni sono stati tessuti dalle suore del nostro monastero. Infatti, abbiamo avuto un gruppo di vere artigiane, che hanno portato la fama di questa tradizione anche all’estero. Vedrete anche nella chiesa il Santo Epitaphios (la Sindone ortodossa), ricamato in filo d’oro e d’argento, commissionato dalla Regina Maria e lavorato dalle suore del monastero. Sua Maestà lo commissionò e lo comprò, per poi donarlo al monastero, in modo che le monache possano fare anche altri simili capolavori, aggiunge la badessa.
Sempre con l’aiuto di sua madre, Suor Lucia ha portato anche le scarpe contadine ai manichini. Ha anche iniziato a raccontare in versi la storia dei matrimoni. Dopo aver vestito i manichini con i costumi da matrimonio, mia mamma si è ricordata della sua infanzia, quando aveva scritto alcuni versi e mi ha cantato una breve canzone, suggerendomi di comporre qualche riga. E così ho raccontato in versi i matrimoni presentati al museo. Poi, ho provato a comporre una prima poesia dedicata a San Basilio Magno e sono arrivata a raccogliere in un libro le vite dei santi in versi, e, con l’aiuto di Dio e se sarò in buona in salute, inizierò il secondo volume, ci dice Suor Lucia.
Il Museo Etnografico di Nămăieşti custodisce anche la camicia tradizionale romena, la famosa « ie », insignita della medaglia d’oro all’Esposizione Mondiale di Parigi, svoltasi nel 1889, quando venne inaugurata anche la Torre Eiffel. Ecco anche la camicia tradizionale romena che vinse allora la medaglia d’oro. Ho allestito anche uno spazio dedicato alle suore badesse che mi hanno preceduto, come la Madre superiora che mi ha accolto al monastero 46 anni fa. È vestita con un abito di vero mohair, tessuto qui al monastero, e che ha più di cento anni. Ecco anche Suor Mina Hociota, una vera personalità storica tra le due guerre mondiali. Era una persona assolutamente speciale, carismatica, forte, coraggiosa, intelligente e altruista. Durante la prima guerra mondiale, era in prima linea nelle trincee, soccorreva ai feriti, che mandava in ospedale oppure li curava sul posto. Le sue conoscenze mediche erano approfondite, e in seguito i medici della zona chiedevano spesso il suo aiuto. Per tutti i suoi meriti, è stata insignita della Croce Commemorativa della Grande Guerra, istituita da Re Ferdinando, ed elevata al grado di cavaliere. In guerra era stata sottotenente e per un breve periodo assunse anche il ruolo di comandante. E’ stata insignita di numerose medaglie, riconoscimenti e brevetti, di cui il più importante la Stella di Romania, che è il più antico ordine nazionale », conclude Suor Lucia.
Il museo di Nămăieşti presenta anche gli abiti vestiti quotidianamente degli abitanti del villaggio e i costumi tradizionali femminili. Le ragazze indossano copricapi dai colori vivaci, mentre le donne sposate sceglievano quelli a fiori, su uno sfondo nero. E la badessa madre Lucia Nedelea è sempre contenta di raccontarvi in versi la storia di ogni costume.