La tutela degli storioni in Romania
Il divieto di pesca degli storioni nelle acque territoriali romene viene mantenuto, in seguito alla recente firma di un ordine dal ministro dell'Ambiente romeno, Barna Tanczos.
Eugen Coroianu, 01.05.2021, 18:04
Il divieto di pesca degli storioni nelle acque territoriali romene viene mantenuto, in seguito alla recente firma di un ordine dal ministro dellAmbiente romeno, Barna Tanczos. Il ministro ha spiegato che le analisi fatte dagli specialisti del dicastero rilevano che le specie di storioni continuano ad essere in pericolo a causa del bracconaggio e che servono misure dure a lungo termine. Del resto, le specie di storioni sono a rischio in tutto il mondo, cosicchè le organizzazioni internazionali hanno deciso, nel 1998, la loro inclusione negli allegati I e lI della Convenzione sul Commercio Internazionale di Specie della Flora e della Fauna Selvatiche a Rischio Estinzione. La Romania ha aderito alla convenzione nel 2006, allorquando ha introdotto per la prima volta il divieto di pesca. Uno studio dellorganizzazione ambientalista internazionale World Wild Fund sul traffico con prodotti provenienti da storioni trae una conclusione abbastanza preoccupante: circa un terzo dei prodotti verificati sono illegali. Lo studio è stato realizzato nel periodo 2016-2020 e offre per la prima volta prove delle dimensioni del fenomeno del bracconaggio e del commercio illecito di caviale e carne di storione catturato nella regione del Basso Danubio, soprattutto in Bulgaria, Romania, Serbia e Ucraina. Nello stesso periodo, le autorità di questi Paesi hanno segnalato 214 casi di bracconaggio (82 in Romania).
Il Basso Danubio è uno degli ultimi posti nel mondo in cui le specie di storione sopravvivono ancora e si riproducono, specie ritenute il gruppo di animali più minacciato di estinzione nel mondo. “Ci sono pochissimi studi di mercato sul commercio con storioni, e questo è lunico realizzato finora che abbina due metodi investigativi di ultima generazione, il che è cruciale per scoprire il commercio illegale”, spiega Arne Ludwig, esperto di genetica presso lIstituto per lo studio della fauna selvatica di Leibnitz, co-autore del rapporto. I punti tampone per lattività di testing hanno coperto lintera catena commerciale e hanno incluso diversi tipi di commercianti: negozi e supermercati, ristoranti e bar, mercati locali, allevamenti, intermediari, pescatori e offerte online. Tutte le prove sono state sottoposte allanalisi dellADN e degli isotopi, la quale ha dimostrato che i prodotti provenienti da storioni selvatici sono stati venduti nei quattro Paesi. Lo stesso studio rileva quanto sia grave limpatto del bracconaggio sugli ultimi storioni selvatici e quanto sia cruciale la nostra lotta per salvarli, spiega Cristina Munteanu, manager di progetto presso WWF-Romania. Sempre lei ci spiega cosa andrebbe fatto.
“La soluzione in sè non è una semplice, essa devessere una soluzione integrata, nel senso che, oltre al fatto che cè il divieto assoluto di pesca degli storioni a tempo indeterminato, che, certo, è unottima misura, vanno effettuati più controlli, non solo per quanto riguarda la pesca, ma anche sul mercato, per vedere cosa succede lì. E forse vanno effettuate anche queste analisi che ci dicono esattamente se il rispettivo prodotto proviene dalla natura oppure dagli allevamenti, quindi se è legale o illegale. Oltre a tutto ciò si dovrebbe lavorare anche con le comunità di pescatori, cosa che noi abbiamo fatto nellambito di un progetto Life. Ci dovrebbero essere una comunicazione e una collaborazione più intense con loro al fine di trovare alternative alla pesca. Dobbiamo, inoltre, avere un monitoraggio chiaro della popolazione di storioni per sapere esattamente in quale situazione ci troviamo e, certo, una cooperazione tra tutti questi attori che sono implicati in ciò che significa la conservazione degli storioni e che hanno un impatto sulle popolazioni di storioni. È estremamente importante”, ha precisato Cristina Munteanu.
La regione del Mar Nero è cruciale per la sopravvivenza di questa specie in Europa. Il Danubio e il Rioni, in Georgia, sono gli unici fiumi europei in cui gli storioni che migrano si riproducono naturalmente. I principali motivi per cui sono a rischio estinzione sono la pesca eccessiva e la perdita dellhabitat a causa delle dighe che bloccano le rotte di migrazione oppure delle costruzioni fluviali che facilitano le navigazione. NellUe, lunico fiume in cui le popolazioni di storioni si riproducono naturalmente resta il Danubio. Nel fiume Po e nellEstuario della Gironda in Francia esistono popolazioni importanti di storioni, ma che non si riproducono più naturalmente. Azioni di ripopolamento sono in corso in Bulgaria, Ungheria, Romania, Francia, Germania, Polonia, Austria e Olanda. Gli storioni e altre specie di pesci migratori rappresentano il tesoro storico, economico e naturale del Danubio. Della loro importanza ci ha parlato sempre Cristina Munteanu. “Innanzittutto, lo storione è una specie che è sopravvisuta ai dinosauri, ossia risale a 200 milioni di anni fa. In secondo luogo, perchè essi sono indicatori della salute del sistema fluviale dal quale provengono e soprattutto del fatto che quel sistema ha uno scorrimento libero dellacqua, quindi si trova in una buona situazione. E, non in ultimo, è importante per il nostro interesse, perchè si tratta di specie di pesci grandi e, se fosse possibile commercializzarle di nuovo, i redditi che si potrebbero ottenere sarebbero consistenti e potrebbero portare benessere alle comunità. Ma a tal fine dobbiamo aspettare abbastanza a lungo e dobbiamo unire i nostri sforzi per salvare le popolazioni di storioni.”
Attualmente, nel mondo, esistono 26 specie di storioni, di cui sei – lo storione comune, lo storione tozzo, lo storione sterleto, lo storione beluga, lo storione stellato e lo storione danubiano – vivevano anche nel Danubio fino allinizio del secolo scorso, secondo lIstituto Nazionale Romeno di Ricerca e Sviluppo Il Delta del Danubio. Due di loro, lo storione comune e lo storione tozzo, considerati specie molto rare, sono scomparsi dal fiume allinizio degli anni 60.