Il diritto a una vita libera dalla violenza e dalla discriminazione
La parità di genere si riferisce all'uguaglianza tra donne e uomini in termini di diritti, trattamento, responsabilità, opportunità e risultati economici e sociali.
Corina Cristea, 14.04.2023, 18:59
La parità di genere si riferisce alluguaglianza tra donne e uomini in termini di diritti, trattamento, responsabilità, opportunità e risultati economici e sociali. La parità di genere esiste quando uomini e donne hanno gli stessi diritti, responsabilità e opportunità in tutti i settori della società e quando i diversi interessi, bisogni e priorità di uomini e donne sono valutati allo stesso modo. Bruxelles definisce la parità di genere il suo valore fondamentale, un diritto fondamentale, una componente essenziale della crescita economica e un principio fondamentale del Pilastro europeo dei diritti sociali. Ma, nonostante i progressi compiuti, le disparità tra donne e uomini nel mercato del lavoro, nelloccupazione, nella qualità della vita e sul posto di lavoro persistono a più di ventanni dallinizio del XXIesimo secolo.
Secondo una dichiarazione congiunta di oltre 20 ambasciate a Bucarest e della Rappresentanza della Commissione Europea in Romania, essenziale per raggiungere la parità di genere è garantire la partecipazione piena, paritaria, effettiva e significativa delle donne a tutte le sfere della vita privata e pubblica, anche attraverso rappresentanza politica e a livello di leadership nei processi decisionali. Inoltre, i firmatari sottolineano che le donne e le ragazze hanno diritto a una vita libera dalla violenza e dalla discriminazione. “I progressi in materia di parità di genere rimangono bassi e disomogenei in tutta lUE, nonostante i segni visibili di cambiamento. Alla Commissione Europea, stiamo lavorando per costruire unEuropa in cui le ragazze e le donne possano prosperare ed essere in grado di guidare su un piano di parità con gli uomini, senza ostacoli”, ha dichiarato a Bucarest la commissaria europea per lUguaglianza, la maltese Helena Dalli, parlando dellindipendenza economica e finanziaria delle donne e degli strumenti per un equilibrio tra vita personale e professionale. In Romania, il 46% delle donne, rispetto al 25% degli uomini, si prende cura di bambini, anziani o persone con disabilità in famiglia.
Anche in termini di rappresentanza di genere in politica, la situazione non è equilibrata: le donne non sono rappresentate come dovrebbero essere nei parlamenti e nei governi nazionali, inclusivamente in Romania, e questo non è benefico per la democrazia, aggiunge la commissaria europea. Un altro aspetto discriminatorio riguarda la retribuzione, in quanto le donne sono generalmente pagate meno degli uomini. Luguaglianza di genere è stata anche il tema affrontato a Radio Romania dalla professoressa universitaria Andreea Paul. Le donne vogliono pari diritti, le donne vogliono essere competitive come individui nel sistema politico, sociale, amministrativo, educativo, economico e credo che la Romania possa essere una nazione molto più forte, se diamo questi pari diritti di rappresentanza alle donne e uomini in ruoli decisionali – ha valutato Andreea Paul.
Andreea Paul ha parlato di parità di trattamento, responsabilità, ricompensa finanziaria simile e persino pari opportunità. “Dal punto di vista del divario salariale, la Romania è in testa alla classifica con il minor divario salariale nellUE e questa è una buona notizia. NellUnione, le cose sono un pò più complicate. E questo perché, inerzialmente, abbiamo avuto un sistema educativo che facilitava listruzione superiore e lassimilazione di competenze elevate da parte delle ragazze e donne. Quindi questa è la notizia positiva. Quello che non riusciamo a capitalizzare, tuttavia, nel processo decisionale pubblico, è questa abilità accumulata nel sistema di istruzione universitaria e post-laurea. Nel processo decisionale privato, le cose vanno, ancora una volta, molto meglio, ma non altrettanto bene nei consigli di amministrazione delle grandi aziende. E cè una recente decisione del Governo di proporre una quota minima di genere del 30% per i consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa. Quindi, in altre parole, non dovrebbero esserci meno del 30% né donne, né uomini in queste posizioni dirigenziali. Ma a livello di base, delleconomia reale, le cose sono come sono. Siamo lontani da questa percentuale di rappresentanza”.
Siamo alle prese con un divario di due decenni rispetto agli altri Paesi in Europa, che sono riusciti a ottenere i più alti indicatori di qualità della vita, e uno dei canali attraverso cui questo è stato raggiunto è anche la parità di genere, afferma Andreea Paul – noi parliamo di quote di rappresentanza del 30%, ma queste cose sono state decise nei Paesi sviluppati del mondo 20-30 anni fa: “Ecco quale divario di mentalità dobbiamo recuperare. E sicuramente questi cambiamenti esponenziali nei tempi attuali, lambiente digitale, la voce delle donne che si fa sentire più chiaramente rendono più facile comprimere la storia e non dobbiamo aspettare altri 30 anni per bilanciare queste cose. Ma abbiamo bisogno di leggere un pò di più e comprendere un pò meglio le prospettive e parlare con maggiore sicurezza della parità di genere. E rispettiamo le femministe, perché anche intorno a loro si è creata una connotazione negativa, in realtà dobbiamo ringraziare tutte le femministe che hanno permesso a noi donne di oggi di votare. E questo è successo in meno di un secolo, il nostro accesso a qualsiasi tipo di lavoro desideriamo, il nostro accesso agli studi di dottorato, prima di tutto luniversità, poi il dottorato, il nostro accesso a posizioni pubbliche – il nostro accesso a salari uguali per lavoro uguale, ogni diritto che ho citato e molti altri sono dovuti, infatti, allattivismo delle femministe che sono state così vessate negli ultimi decenni”.
Ma, aggiunge Andreea Paul, il risultato del loro lavoro rende, oggi, la nostra vita più equilibrata e dignitosa.