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Un anno di guerra

Dopo un anno di guerra, la Russia non ha raggiunto nessuno degli obiettivi che Vladimir Putin si era prefisso nel suo discorso del 24 febbraio...

Un anno di guerra
Un anno di guerra

, 20.03.2023, 17:59

Dopo un anno di guerra, la Russia non ha raggiunto nessuno degli obiettivi che Vladimir Putin si era prefisso nel suo discorso del 24 febbraio… Ma finora nessuna delle due parti è riuscita a imporsi categoricamente sullaltra, e la fine di questa guerra dipende sempre più chiaramente dalla situazione militare”, afferma il politologo romeno Cristian Pârvulescu, in unintervista per Agerpres, nellanniversario dellinizio dellinvasione russa della confinante Ucraina.



“Solo dopo che le operazioni militari saranno terminate, ci sarà spazio per i negoziati. Dipende, però, da quale posizion si terranno questi negoziati, spiega Cristian Pârvulescu. Ci sono tre possibili situazioni: 1 – la Russia vince; 2 – lUcraina vince; 3 – nessuna delle parti riesce ad imporsi e questa terza situazione può portare o ad una tregua basata sulle posizioni di ciascuna parte al momento della decisione, oppure ad una pace che confermi la situazione esistente sul fronte. La terza soluzione è, almeno oggi, inaccettabile per nessuna delle parti”, nota Cristian Pârvulescu. Il numero delle persone uccise o ferite nei due campi nellultimo anno è di centinaia di migliaia, milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalla guerra e intere città sono state distrutte.



In unintervista per Radio Romania, George Scutaru, direttore generale del New Strategy Center, ha fatto unanalisi di quella che definisce la più grande sfida alla sicurezza europea dallinizio della Seconda Guerra Mondiale e la più grande sfida per la NATO: “Quello che è successo nellultimo anno, purtroppo, dà ragione alla Romania e altri stati sul fianco orientale, alla Polonia o agli Stati baltici, che hanno cercato di convincere gli alleati occidentali che la Russia rappresenta un pericolo e che la Russia deve essere fermata dal compiere azioni simili a quelle del 2008, in Georgia, o del 2014, quando ha annesso la Crimea. (…) Purtroppo si è creduto che il dialogo e la diplomazia avrebbero prevalso sulluso della forza. È stata una valutazione errata. E oggi siamo giunti alla situazione in cui abbiamo una guerra su vasta scala. La parte buona è che lUcraina sta resistendo. E qui, da un lato, è contato leroismo dellintera nazione ucraina, ma si è dovuto anche a un altro fatto: un ampio processo di addestramento iniziato nel 2015 dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e da altri Paesi della NATO per le truppe ucraine. In sostanza, stiamo parlando di un esercito ucraino diverso da quello che cera nel 2014 e questo si è visto sul campo. Daltra parte, abbiamo visto cosa significa un esercito corroso dalla corruzione, mal guidato, un piano mal concepito e mal attuato. E ciò ha lasciato il segno sul fallimento russo, fortunatamente per noi. Daltra parte, non dobbiamo celebrare la vittoria troppo in fretta. Bisogna essere razionali, pensare che si tratta di una potenza che ha importanti risorse energetiche, un Paese di 140 milioni di abitanti e soprattutto una leadership politica determinata a combattere e continuare questa guerra. Putin non si arrenderà molto facilmente. La Russia è economicamente preparata a continuare un simile conflitto ancora per molto. In sostanza, ci troviamo di fronte a due scenari: o avremo una vittoria ucraina nella seconda parte dellanno, quando gli ucraini avranno la possibilità di utilizzare tutto larmamento di tipo occidentale, e mi riferisco principalmente ai mezzi corazzati, ai carri armati, per avere quella forza militare e riuscire a sfondare il fronte e isolare il corridoio terrestre che porta dal Donbass alla Crimea, o assisteremo a una guerra di logoramento, che sarebbe una guerra che supererà i 2-3 anni e prosciugherà le forze di entrambi i paesi”.



Lo scorso febbraio, il Cremlino contava su una rapida vittoria, ma la resistenza ucraina ha ribaltato i suoi piani fin dai primi giorni di guerra. Kiev ha ricevuto il sostegno degli stati occidentali, che, sempre contro le aspettative del Cremlino, hanno agito prontamente, fornendo armi e munizioni allUcraina e imponendo sanzioni economiche alla Russia. Nel conflitto, più o meno velatemente, è comparsa anche la minaccia nucleare, le dichiarazioni del leader del Cremlino destando preoccupazione e portando ad analisi nei centri decisionali, ma anche tra la popolazione.



Mircea Geoană, Vice Segretario Generale della NATO, ha parlato di questo argomento per Radio Romania: “La Federazione Russa, da quello che vediamo, non ha né la capacità, né lintenzione di intensificare la guerra in Ucraina fino a trasformarla in una guerra con la NATO. Sarebbe anche alquanto illogico, perché lasimmetria di potere tra la Federazione Russa, indebolita da questo conflitto e con capacità militari molto meno potenti di quanto loro stessi pensassero, rispetto alla NATO, che è molto più forte, molto più moderna e molto più potente, non ha senso. La Federazione Russa cerca di usare larsenale di guerra ibrida anche contro lOccidente. E unarma centrale di questa guerra di disinformazione è quella dellintimidazione, con rumore di retorica nucleare delle nostre opinioni pubbliche. (…) Quelli del Cremlino cercano, in fondo, di intimidire lopinione pubblica occidentale. (…) Naturalmente, quando senti una tale retorica dallalto del Cremlino, ovviamente cè un certo senso di preoccupazione. È assolutamente legittimo. Quello che voglio dire per placare un pò questa preoccupazione è che militarmente parlando non vediamo segni e indizi, perché significherebbe anche per i russi unescalation a un livello senza precedenti, e loro come potenza nucleare sanno cosa significhi.”



Daltra parte, spiega Mircea Geoană, possiamo aspettarci che la retorica nucleare dei russi continui nel tentativo di intimidirci e di minare la nostra unità e il desiderio di sostenere gli ucraini.




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