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Tabella di marcia per la tutela del pianeta

L'anno scorso è stato il terzo anno più caldo nella storia delle misurazioni meteorologiche in Romania.

Tabella di marcia per la tutela del pianeta
Tabella di marcia per la tutela del pianeta

, 03.02.2023, 19:23

Lanno scorso è stato il terzo anno più caldo nella storia delle misurazioni meteorologiche in Romania. Lo rileva unanalisi dellAmministrazione meteorologica nazionale, secondo la quale i cinque anni più caldi dal 1900 ad oggi sono stati il 2007, 2015, 2019, 2020 e 2022. A allo stesso tempo, lintervallo tra gli anni 2012 e 2022 rappresenta il periodo più caldo di 11 anni consecutivi, un fatto che conferma la tendenza allaumento della temperatura dellaria in Romania. Ma temperature molto più alte del normale e perturbazioni climatiche si stanno verificando su tutta la Terra. Il cambiamento climatico minaccia e colpisce lintero pianeta e non è più un problema locale o nazionale, affermano coloro che seguono da vicino il fenomeno e che lanciano lallarme sul degrado sempre più accelerato della situazione. Biodiversità compresa.



Gli scienziati insistono sul fatto che il tempo stringe: il 75% degli ecosistemi mondiali viene alterato dallattività umana, più di un milione di specie sono minacciate dallestinzione ed è in gioco la prosperità del mondo, nel contesto in cui oltre la metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai suoi servizi. Misure per aiutare il pianeta sono state già annunciate, ma esistono meccanismi reali per metterle in pratica? Stimando che lumanità è diventata “unarma di estinzione di massa”, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto un “patto di pace con la natura” e, a dicembre, alla conferenza sullambiente di Montreal, un accordo storico, vitale per lumanità, è stato adottato. Chiamata “LAccordo di Kunming-Montreal”, questa tabella di marcia mira a proteggere le superfici terrestri, gli oceani e le specie dallinquinamento, dal degrado e dalla crisi climatica, e arriva alla fine di oltre quattro anni di difficili negoziati. La creazione di aree protette sul 30% del pianeta – il più noto degli obiettivi prefissi – è stata presentata come lequivalente in termini di biodiversità dellobiettivo dellAccordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Centigradi.



Va notato che il recente accordo arriva in un momento in cui solo il 17% delle superfici terrestri e l8% di quelle ricoperte dacqua sono protette. Il testo offre anche garanzie alle popolazioni indigene nelle aree dove si trova l80% della biodiversità residua sulla Terra, proponendo il risanamento del 30% degli ecosistemi degradati e il dimezzamento del rischio legato ai pesticidi.Questo accordo è storico non solo perché per la prima volta cè un quadro, ma anche perché è un quadro ambizioso, è stato sottolineato durante lincontro in Canada – abbiamo un accordo che include i pesticidi, abbiamo un accordo che afferma che dobbiamo eliminare i sussidi dannosi per la biodiversità, abbiamo impegni non solo fino al 2050, ma anche obiettivi fissati al 2030, e abbiamo finanziamenti – anche se alcuni paesi pensano che non si arrivi a tanto – che raddoppiano da adesso al 2025 e triplicano da adesso fino al 2030. Dobbiamo guardare da dove stiamo partendo per tutti questi motivi. È un accordo assolutamente storicò.



Il docente Mircea Duţu, presidente dellUniversità di Scienze Ambientali di Bucarest, ha parlato a Radio Romania di questo accordo. “Questa è una prima vittoria, ma dobbiamo aspettare la continuazione del processo, perché, sostanzialmente, questo accordo Kunming-Montreal si trova attualmente nel momento in cui è stato approvato tramite consenso. Deve essere ora firmato dai paesi, deve essere ratificato e deve entrare in vigore. Si tratta di stabilire un nuovo quadro globale per lazione sulla biodiversità, nelle condizioni in cui nessuno dei 21 obiettivi fissati nel 2010, in Giappone, per il 2020, è stato raggiunto. Sarebbe, quindi, auspicabile che questa volta tutti questi 23 obiettivi fissati fossero raggiunti in una proporzione più consistente. A medio termine, ossia entro il 2030, lobiettivo è di fermare il processo di erosione della biodiversità e invertire la tendenza nel senso di aumentare il grado di conservazione delle superfici marine e terrestri. A lungo termine, rispettivamente entro il 2050 e il 2100, lobiettivo è di raggiungere uno stato in cui lumanità viva in armonia con la natura. Notiamo che tutti questi obiettivi tengono conto del ritmo e delle fasi previste per lattuazione dellaccordo di Parigi sul clima, tra il cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità essendo un legame interdipendente”.



Le discussioni sono state pesantemente ostacolate dalla questione finanziaria, che è rimasta al centro dei dibattiti fino alla fine, anche durante la sessione plenaria di adozione, con le obiezioni di diversi stati africani. La coalizione dei paesi del Sud ha chiesto ai paesi ricchi, in cambio dei suoi sforzi, 100 miliardi di dollari allanno e il progressivo aumento di questo fondo fino a 700 miliardi di dollari allanno entro il 2030. Infine, laccordo è stato firmato, con 30 miliardi di dollari finanziamenti annuali per la conservazione per i paesi in via di sviluppo. Oltre ai sussidi, cè stata una forte pressione per la creazione di un fondo globale dedicato alla biodiversità, simile a quello ottenuto a novembre durante i colloqui sul clima in Egitto, per aiutare i Paesi meno sviluppati a far fronte ai danni climatici. In questo senso la Cina, il Paese che ha presieduto i lavori della COP15, ha proposto come compromesso listituzione nel 2023 di un ramo dedicato alla biodiversità allinterno dellattuale Fondo Mondiale per lAmbiente.




foto: jhenning / pixabay.com
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