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Alle prese con l’impennata dei prezzi

Il rischio di una recessione nella zona euro ha raggiunto il livello più alto da luglio 2020, nel contesto delle crescenti preoccupazioni che una crisi energetica invernale possa portare a una diminuzione dell'attività economica, secondo la Bloomberg.

Alle prese con l’impennata dei prezzi
Alle prese con l’impennata dei prezzi

, 14.10.2022, 17:30

Il rischio di una recessione nella zona euro ha raggiunto il livello più alto da luglio 2020, nel contesto delle crescenti preoccupazioni che una crisi energetica invernale possa portare a una diminuzione dellattività economica, affermano gli economisti della Bloomberg. Famiglie e aziende in Europa si stanno già preparando alla possibilità di una razionalizzazione energetica, dopo che la Russia ha ridotto le forniture di gas alla regione. Allo stesso tempo, stanno lottando con uninflazione record e colli di bottiglia nellofferta. I sondaggi sullattività delle imprese mostrano che essa ha iniziato a contrarsi sin da luglio. Allo stesso tempo, linflazione dovrebbe raggiungere un picco del 9,6% negli ultimi tre mesi dellanno, quasi cinque volte lobiettivo della Banca Centrale Europea. Aspirando ancora allo status di membro della zona euro, la Romania deve affrontare, a sua volta, delle difficoltà. Un rapporto della Banca centrale della Romania di circa un mese fa, rileva che linflazione ha intensificato il suo tasso di crescita e ha superato il 15 per cento, nel contesto degli shock causati dal prezzo esorbitante dellenergia, dei combustibili o dallaumento del prezzo di prodotti alimentari. E linflazione non ha ancora raggiunto il suo punto più alto di questanno, ha valutato a RRI il docente di scienze economiche, Mircea Coșea.



“Assisteremo a un aumento dellinflazione. Non molto spettacolare. Ma crescerà. Perché, per ora, i fattori importanti che hanno portato a questa crescita non sono diminuiti di importanza: nellenergia non abbiamo buone notizie, la chiusura dei rubinetti di gas da parte della Russia ha avuto un effetto negativo. Tuttavia, ciò che mi interessa è la situazione in Romania. Questa percentuale – il 15,3% – è una sorta di media dei prezzi per molti prodotti. Al momento ci interessano i prodotti di base, quelli che consuma maggiormente la popolazione. Questi prodotti sono rappresentati dal cibo. Tuttavia, linflazione è molto più alta qui. Cè un aumento che, secondo alcuni calcoli, arriva dal 28 al 30%, forse anche di più negli ultimi giorni. Come rendere quanto più moderata possibile questa inflazione, che si riferisce ai prodotti più consumati dalla popolazione romena? Non si possono fare miracoli, ma qualcosa si può ancora fare, ovvero aumentare lofferta di prodotti agroalimentari romeni”.



Se lEsecutivo riesce a introdurre più prodotti romeni sul mercato romeno, cioè ad avere unofferta più ampia, spiega il professor Coșea, limportazione si riduce e, in questa occasione, linflazione può essere moderata. Altrimenti, lui non crede nella possibilità che, nei prossimi mesi, linflazione diminuisca. Essa potrebbe avere una tendenza al ribasso verso la metà del prossimo anno, dato che la Russia sarà costretta dalle circostanze a riprendere le esportazioni di gas in Europa a determinate condizioni politiche, ritiene Mircea Coș.



“Per ora ha trovato uno sbocco, in Cina, in India, ma questo non copre quanto guadagnava in Europa. Per ora vince la Russia, è la netta vincitrice dal punto di vista delle entrate sulle sanzioni imposte dallEuropa, ma si tratta di una questione temporanea. La situazione economica della Russia peggiora di giorno in giorno e alla fine dovrà tornare a ciò che è più importante per essa, ovvero laccumulo di entrate: la Russia dal punto di vista del commercio estero è un Paese poco sviluppato, vive dalle esportazioni primarie di energia e materie prime. Ma non ora, per ora la situazione politica è molto tesa. Non credo che nei prossimi mesi assisteremo a una moderazione dellinflazione, anzi, potremmo assistere a un certo aumento”.



Intanto in Romania continuano gli aumenti di prezzi, anche se in leggero rallentamento. I romeni trovano sempre più difficile far fronte allimpennata dei prezzi, tanto più che i loro redditi sono rimasti immutati o hanno registrato indicizzazioni insignificanti, ben al di sotto del tasso di inflazione. Questa inflazione è, infatti, falsa rispetto al tenore di vita in Romania, rispetto alla situazione economica, afferma lanalista economico Adrian Negrescu.



“Perché sì, linflazione ci colpisce tutti in tasca, negli ipermercati si paga di più, per molti romeni, lho detto tante volte, la visita allipermercato è diventata come la visita al museo, solo ammirano i prodotti, e se acquistano, acquistano 100 grammi. Al di là di questa prospettiva delle persone che si sentono in tasca cosa significhi linflazione, il grosso problema in questo momento mi sembra essere linflazione nellarea economica, nella zona della produzione. E laumento dei prezzi nelle fabbriche di oltre il 50% annuncia, purtroppo, il proseguimento di questa corsa inflazionistica che sentiamo da diversi mesi e che tende ad approfondirsi. Non ci libereremo dellinflazione così facilmente perché, purtroppo, non abbiamo adottato le misure necessarie per arginare due delle componenti essenziali di questo meccanismo inflazionistico. Uno è il settore energetico, dove abbiamo solo messo delle bende su un paziente che è quasi in coma, come leconomia romena, e non abbiamo preso le misure necessarie per fermare praticamente la speculazione nel settore energetico, per temperare gli aumenti di prezzi soprattutto attraverso misure fiscali. E, daltra parte, abbiamo questa zona commerciale in Romania, che è, anchessa, una zona speculativa e che, purtroppo, si basa sempre di più sulle importazioni”.



E linflazione è come un elastico, dice Adrian Negrescu, se si tira troppo, si rompe, cioè le aziende rimangono con beni e servizi invenduti e leconomia si blocca.




foto: jhenning / pixabay.com
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