Fake-news, deepfakes – l’importanza di un ambiente digitale sano
Apparsa nel 2017, la tecnologia Deepfake, di manipolazione dei video, guadagna sempre più terreno.
Corina Cristea, 23.04.2021, 16:32
Apparsa nel 2017, la tecnologia Deepfake, di manipolazione dei video, guadagna sempre più terreno – può creare da zero foto convincenti, ma completamente fittizie, può usare il suono per creare “cloni vocali” di personaggi pubblici – ad esempio dei cosiddetti skin vocali adoperati in varie truffe. Oppure può creare immagini video in cui appaiono personalità in ipostasi più o meno compromettenti e che, in realtà, non hanno avuto alcun legame con il rispettivo evento. In breve, il termine indica una tecnica basata sullIntelligenza Artificiale in grado di sintetizzare limmagine umana e i suoni per creare contenuto. È arcinoto il caso di una succursale britannica di una compagnia energetica tedesca che ha pagato in un conto bancario magiaro circa 200 mila sterline in seguito alla chiamata telefonica di un truffatore che ha imitato la voce dellamministratore delegato. Unaltra truffa arcinota ha in primo piano limprenditore Elon Musk. Si tratta di un video in cui Musk annuncia che Tesla inizierà a produrre auto volanti, che illustra benissimo il fenomeno dei deepfakes. In alcune situazioni, la tecnologia Deepfake può essere divertente – si può inserire, ad esempio, la propria immagine per diventare un personaggio di unanimazione-, oppure utile, comè il caso del Museo Dalí in Florida che, usando una tecnologia avanzata di cambiamento del volto, “fa rivivere il maestro del surrealismo”, il quale presenta la sua arte e scatta selfie con i visitatori.
Al di là della parte divertente oppure pratica, resta, però la minaccia da parte di quelli malintenzionati. Molti video di questo tipo sono pornografici. Con laiuto di vari algoritmi, attrici celebri ne diventano protagoniste. E gli specialisti affermano che simili deepfake possono essere realizzati per vendetta da qualsiasi persona. Relativamente nuovo, il Deepfake è certamente una sfida dei tempi attuali, sempre una notizia falsa, ma a un livello molto più avanzato, una continuazione prevedibile nellevoluzione dellIntelligenza Artificiale. Le fake news non rappresentano qualcosa di nuovo, cambiano, però, gli strumenti a disposizione per crearle e la velocità di propagazione di certi fenomeni, spiega Dragoș Stanca, imprenditore nel settore digitale, tecnologico, del marketing e dei media, eletto di recente presidente dellUfficio Romeno di Audit Transmedia (BRAT). Ospite a Radio Romania, Dragoș Stanca ha parlato dellimportanza dellinformazione sana nellambiente digitale e non solo e ha ammonito anche su un altro aspetto che può alterare laccuratezza – la caccia agli utenti. Se la valutazione e laudit quantitativo del traffico sui siti, dellutenza nellindustria della pubblicità da strada, dellutenza dei giornali, delle riviste, degli ascolti radiofonici e via dicendo, sono lunico interesse, le cose vanno in una direzione sbagliata, afferma Dragoș Stanca. “I media digitali, i media in generale si esprimono in vari modi, il contenuto professionale, il contenuto sottoposto allaudit secondo le regole e una deontologia, il contenuto che merita di raggiungere gli utenti, i lettori, è estremamente importante. E spero che sia una discussione che continui sempre più visibilmente in una società in cui abbiamo cominciato a non capire più chiaramente cosa significhi in realtà una notizia, chi abbia il diritto di diffonderla e ricevere riconoscimento per averla diffusa, cosè vero, cosè menzogna, cosè una manipolazione – sono cose che contano moltissimo nellindustria media.”
Di recente, lAssemblea Generale dellUfficio Romeno di Audit Transmedia ha dato il via libera a un progetto ideato da Dragoș Stanca: la pubblcità responsabile sui media di fiducia. Un progetto che si propone di avviare una discussione costruttiva, per capire quali sono i mezzi e le metodologie al di sopra di ogni sospetto di manipolazione e che possono risanare un po lecosistema, precisa Dragoș Stanca. “Così come siamo attenti a educare i nostri figli affinchè attraversino la strada solo col verde, a guardare a sinistra e a destra e via dicendo, così dobbiamo cominciare a insegnare loro anche a proteggersi dai pericoli sui media. La verità, purtroppo, nellambiente digitale, ma anche nellaudiovisivo, è cominciata a diventare opzionale ed è sempre più evidente che, finchè lecosistema è regolato solo in base a criteri quantitativi, essa resterà opzionale. È un tema molto ampio, complicato, delicato, ma il problema va risolto. Così come non cera regole di circolazione quando è stata inventata lauto, e molte persone sono morte finoaquando esse sono state introdotte, regole che adesso ci sembrano banali, anche nellambiente digitale dobbiamo proporre regole per un fenomeno nuovo. Quindi, dobbiamo insegnare ai figli come proteggersi online dalle persone che intendono rubare i loro dati personali da una carta di credito, che desiderano rendere la loro vita complicata o disinformarli, dobbiamo insegnare loro cosè un clickbait, cosa sono le fake news, come individuarle, come fare una ricerca su Google con universal image search, ad esempio, per capire se la foto che hanno davanti è reale o no oppure se non è già stata pubblicata e proviene da un altro contesto”, ha precisato il presidente dellUfficio Romeno di Audit Transmedia.
Sono cose che, secondo me, andrebbero incluse nel curriculum scolastico e in tutte le discussioni nel settore delleducazione, ha concluso Dragoș Stanca.