Covid-19, quando finirà la pandemia?
La pandemia di Covid-19, che ha colto di sorpresa e ha capovolto l'intero mondo, ha assegnato un compito eccezionale ai ricercatori - trovare nel più breve tempo possibile un vaccino contro il nuovo coronavirus.
Corina Cristea, 19.01.2021, 16:57
La pandemia di Covid-19, che ha colto di sorpresa e ha capovolto lintero mondo, ha assegnato un compito eccezionale ai ricercatori – trovare nel più breve tempo possibile un vaccino contro il nuovo coronavirus. In una mobilitazione senza precedenti, in meno di un anno dalla segnalazione del primo contagio, più vaccini sono stati sviluppati, tra cui il primo a ottenere lautorizzazione e ad essere adoperato nel processo di imunizzazione è stato quello realizzato dalla compagnia americana Pfizer assieme alla tedesca BioNTech. Il secondo è stato quello di Moderna, e altri vaccini stanno per arrivare. Da ora in avanti, gli ambiziosi piani di imunizzazione possono essere messi in pericolo solo dai dubbi della popolazione sul vaccino o dalle disfunzionalità nelle reti di aprovvigionamento, considerano gli esperti. Una volta risolto il problema del vaccino, ciò che resta ancora sotto il segno dellincertezza è quando finirà la pandemia.
Ospite a Radio Romania, il dottor Emilian Popovici, vicepresidente della Società Romena di Epidemiologia, ha parlato della percentuale di popolazione che deve vaccinarsi affinchè sia raggiunta la cosiddetta immunità di gregge. “Lattuale raccomandazione per tutti i Paesi è che in un anno al massimo sia imunizzato almeno il 60% della popolazione e, al contempo, siano prese le misure necessarie per mantenere i contagi a un livello minimo per ridurre la possibilità di nuove mutazioni del virus. Più persone si contagiano, più chance per il virus di subire mutazioni, comè successo con il nuovo ceppo apparso in Gran Bretagna. Quindi, lobiettivo è questo: il 60% della popolazione imunizzata in un anno e la riduzione dei contagi al minimo. Oltre il 60%, meglio ancora oltre il 70% , comincia a funzionare limmunità di gregge”, ha spiegato Emilian Popovici.
Secondo la prestigiosa rivista “Science”, lo sviluppo accelerato di un vaccino contro il nuovo coronavirus, in piena pandemia, è la più importante realizzazione scientifica del 2020. Il dottor Marius Geantă, presidente del Centro per lInnovazione in Medicina, sui fattori che hanno favorito lo sviluppo dei vaccini molto più rapidamente del solito. “Innanzittutto, abbiamo uninnovazione nel modo in cui le tecnologie di sequenziamento del DNA sono state adoperate. La maturità raggiunta da queste tecnologie e dallanalisi dei dati hanno consentito unindividuazione molto rapida del virus, ossia entro 30 giorni dalla segnalazione del primo contagio. Questo vuol dire sei volte più rapidamente di quanto fossimo abituati. In altre parole, il genoma del virus è stato presentato il 10 gennaio del 2020 e la comunità scientifica ha potuto iniziare a lavorare sul design del vaccino e poi sul design degli studi clinici a gennaio, anzichè a giugno o luglio. Ed ecco un anticipo di quasi metà anno, grazie allavanzamento delle tecnologie, che ci hanno consentito di apprendere molto rapidamente con che cosa ci confrontiamo. Sempre sul fronte dellinnovazione abbiamo avuto una tecnologia che credo sia giunta, non so se alla maturità, ma, comunque, al punto di decollo: la tecnologia dellRNA messaggero, alla base del primo vaccino Pfizer – BioNTech, che ha ricevuto il via libera “condizionato” nellUe. Questa tecnologia ha inziato a essere sviluppata 30-40 anni fa, cerano oltre 1000 studi clinici registrati che adoperavano questa tecnologia negli Usa, solo che in questo momento, nel contesto dellemergenza sanitaria, è cresciuto anche linteresse per essa. E, in terzo luogo, si è puntato sullinnovazione al livello del sistema e delle istituzioni. Noi eravamo abituati, tradizionalmente, che il reclutamento di 44 mila persone, ad esempio, quante sono state incluse nello studio Pfizer – BioNTech di terza fase, avvenga in un periodo più lungo, con la stanziamento dei fondi necessari per lo studio lungo un periodo maggiore per ridurre, ovviamente, il rischio finanziario. Il reclutamento di queste persone è stato fatto in qualche mese, il loro numero è significativo, e linnovazione consiste proprio nellassunzione di questo rischio e nel modo in cui le compagnie private e le autorità di regolazione hanno lavorato insieme. E sempre sullinnovazione si è puntato a livello delle autorità di regolazione, e qui credo abbiamo delle buone pratiche che vanno mantenute, ossia leliminazione di molti degli aspetti burocratici che ritardavano laccesso”, ha spiegato Marius Geantă.
In altre parole, la realizzazione dei vaccini in tempo record non significa che essi non sono sicuri. Allo stesso tempo, è importante che la vaccinazione avvenga nel più breve tempo possibile, in concomitanza con il mantenimento delle misure volte a contenere la diffusione del virus. E, da quanto sembra, anche la variante scelta da Israele – il Paese più avanzato dal punto di vista dellimunizzazione, che vaccina circa l1% della popolazione ogni giorno. “La popolazione è stata favorevole alla vaccinazione e ha capito la sua utilità. Fermare lepidemia di coronavirus consentirà di riaprire leconomia entro le feste pasquali. Si stima che entro metà marzo potrebbe essere vaccinata quasi tutta la popolazione. Da un altro punto di vista, è una questione di sicurezza nazionale. La salute pubblica è una priorità nella strategia nazionale. Qualche giorno fa, è iniziata limunizzazione dellesercito. Non si conoscono le cifre, ma le unità operative devono essere funzionanti e lo sono, visti i fronti nord, sud ed est e persino nel Mediterraneo. Non cè affollamento. Nei centri vaccinali, dal momento in cui si entra, tutto si svolge con precisione, dalla verifica dei dati fino al momento della vaccinazione, che avviene dopo la compilazione di un modulo online da parte di chi si occupa della somministrazione del vaccino”, ha trasmesso il corrispondente di Radio Romania in Israele, Dragoş Ciocîrlan.
NellUE, la campagna vaccinale è iniziata in tutti i Paesi membri il 27 dicembre, e si è decisa la distribuzione delle dosi a seconda del numero di abitanti di ciascun Paese.