Passo importante verso la neutralità climatica
Riuniti a Bruxelles, i capi di stato e di governo dei Paesi Ue hanno raggiunto un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. L'accordo apre la strada verso la neutralità climatica nel 2050.
Corina Cristea, 28.12.2020, 08:34
Riuniti a Bruxelles, i capi di stato e di governo dei Paesi Ue hanno raggiunto un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto al livello delle emissioni del 1990. Laccordo apre la strada verso la neutralità climatica nel 2050, offre certezza agli investitori, al mondo daffari, alle autorità pubbliche e ai cittadini. Lo ha affermato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Laccordo è stato raggiunto a un anno dalla presentazione dalla Commissione del Patto Verde europeo – una road map per la trasformazione dellUnione in una società equa, sana, sostenibile e prospera, e per il ripensamento del nostro modo di interagire con la natura. E affinchè i cittadini, le comunità e le organizzazioni siano parte del processo di costruzione di unEuropa più ecologica, di recente, la Commissione ha lanciato il Patto climatico europeo, che dà a tutti la possibilità di condividere informazioni sulla crisi climatica, di agire e far parte di un movimento europeo di azione per il clima e lambiente in continua espansione. Ospite a Radio Romania, il docente universitario Mircea Duţu, preside dellUniversità di Ecologia di Bucarest, ha parlato dellimportanza delle decisioni comunitarie per quanto riguarda lazione per il clima e del contesto in cui sono state prese.
“LUE ha optato, l11 dicembre del 2019, per una nuova strategia di crescita e cerca di trasformare le priorità ecologiche in opportunità di sviluppo. Cosa significa? Che dobbiamo partire dalla situazione in cui si trova lEuropa – una regione con fonti fossili povera e che vuole beneficiare del fatto che le tecnologie e le tecniche che emettono poco diossido di carbonio sono diventate abbastanza sviluppate da assicurare un beneficio economico. LUnione si è assunta a livello mondiale il ruolo di leader nella lotta ai cambiamenti climatici e di sviluppare una transizione ecologica in tutti i campi – modificando il suo modo di produrre, di agire e di consumare, di modo che abbini e renda quanto più compatibile la lotta ai mutamenti climatici con lo sviluppo ecologico ed economico”, ha precisato Mircea Duţu.
Laccordo sul target di almeno il 55% – più ambizioso dellobiettivo iniziale di riduzione del 40%, ma inferiore al 60% auspicato dallEuroparlamento – è stato possibile dopo lunghe discussioni generate dai timori di certi Paesi. Considerando che potrebbe non riuscire a seguire il ritmo climatico ambizioso impresso dagli stati Ue più ricchi, la Polonia, Paese con un sistema energetico fortemente basato sul carbone, assieme ad altri stati dellEuropa centro-orientale, come Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, si è rifiutata, ad esempio, lanno scorso, di sottoscrivere pienamente lobiettivo della Commissione Europea di neutralità climatica nellUe entro il 2050. Laccordo raggiunto adesso fa anche delle concessioni, ma lascia ai prossimi vertici il chiarimento di certi aspetti importanti, come lammontare dei fondi europei di cui beneficeranno gli stati membri affinchè le loro economie possano far fronte alla transizione energetica. Si tornerà, inoltre, sulla discussione sugli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni inquinanti. I leader europei hanno deciso per ora che non verrà chiesto a ciascuno stato membro di ridurre le proprie emissioni di CO2 del 55%, bensì questo obiettivo sarà perseguito per lintera Unione Europea tramite “equità e solidarietà, senza lasciare nessuno indietro”, “tenuto conto delle circostanze nazionali specifiche e del potenziale di riduzione delle emissioni” inquinanti per ciascun Paese”. In Romania, implementeremo nei prossimi anni una serie di progetti che ci consentano di raggiungere simili obiettivi, sostenendo, al contempo, la crescita economica e il benessere dei cittadini. È quanto sottolineato dal presidente romeno Klaus Iohannis, in un messaggio trasmesso in occasione dei 5 anni dallAccordo di Parigi – anniversario segnato tramite un vertice virtuale sul clima.
“La Romania ha annunciato, il 10 dicembre del 2020, la sua ambizione a diventare un leader nel campo della lotta ai cambiamenti climatici a livello regionale, europeo e internazionale. Ammettendo che a tal fine è necessario un impegno fermo, Bucarest si è dichiarata molto determinata in questo senso e si assume il traguardo europeo della neutralità carbonica entro il 2050. Sostiene, inoltre, la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030. A tal fine, la Romania propone un quadro europeo flessibile, atto a permettere a ciascun Paese, a seconda del suo tasso di crescita, di assumersi e raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine di riduzione delle emissioni entro il 2030, e di neutralità climatica entro il 2050, e di ricorrere a strategie e piani nazionali concreti, a medio e lungo termine, con un impatto reale e misurabile”, ha sottolineato Mircea Duţu.
In virtù dellAccordo di Parigi sul clima, quasi tutti i Paesi del mondo si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. La prima serie di questi contributi stabiliti a livello nazionale significa un traguardo di 3 e 4 gradi centigradi rispetto al periodo preindustriale, mentre lobiettivo dellAccordo di Parigi è di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi e, nella misura del possibile, persino sotto l1,5. Al vertice virtuale sul clima, Paesi come India, Cina e Pachistan hanno avanzato nuove promesse in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. I prossimi mesi saranno decisivi, in attesa della Cop 26, del novembre del 2021, di Glasgow.