Strategia europea per la biodiversità
La pandemia di coronavirus sarà probabilmente seguita da epidemie ancor più letali e devastanti se non verrà sradicata velocemente la loro causa primaria, vale a dire la distruzione endemica del mondo naturale.
Corina Cristea, 03.06.2020, 15:36
La pandemia di coronavirus sarà probabilmente seguita da epidemie ancor più letali e devastanti se non verrà sradicata velocemente la loro causa primaria, vale a dire la distruzione endemica del mondo naturale. E’ il monito degli esperti di biodiversità, i quali ritengono che le recenti pandemie sono una conseguenza diretta dell’attività umana, soprattutto dei nostri sistemi finanziari ed economici globali, che puntano sulla crescita economica a tutti i costi. Disponiamo di una piccola finestra di opportunità per superare le sfide della crisi attuale, per evitare di seminare i semi di quelle future. I professori Josef Settele, Sandra Diaz ed Eduardo Brondizio hanno coordinato il più ampio studio planetario di valutazione dello stato di salute mai avviato, pubblicato nel 2019 su Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services. La loro conclusione è che la società umana è in pericolo a causa del declino accelerato del sistemi che sostengono la vita naturale sulla Terra.
In un recente articolo pubblicato insieme a Peter Daszak, che prepara la prossima valutazione sanitaria, i rispettivi studiosi richiamano l’attenzione che gli ampi disboscamenti, l’espansione incontrollata dell’agricoltura, dell’allevamento in batteria, dell’attività mineraria e dello sviluppo dell’infrastruttura, nonchè lo sfruttamento delle specie selvagge, hanno creato una tempesta perfetta per la diffusione delle malattie. I ricercatori aggiungono che i pacchetti di ripresa economica che valgono trilioni messi in circolazione dai governi, vanno utilizzati per rafforzare e imporre la tutela ambientale e che va applicato un approccio unitario One Health a livello globale, dal momento che la salute della gente è strettamente connessa alla salute degli animali selvaggi e di quelli allevati in fattoria, ma anche alla salute dell’ambiente. In realtà, si tratta di un’unica salute.
La crisi del coronavirus ha dimostrato la vulnerabilità di tutti noi e l’importanza di ripristinare l’equilibrio tra l’attività umana e la natura, spiega, a sua volta, il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans. A maggio, la Commissione Europea ha adottato due nuove strategie che riguardano rispettivamente la biodiversità e la sostenibilità alimentare. Quella relativa alla biodiversità prevede entro il 2030 una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette e la trasformazione di almeno il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità.
Adottata in piena pandemia di COVID-19, la strategia è un elemento centrale nel piano di ripresa dell’UE, fondamentale per prevenire future epidemie e rafforzare la resilienza, spiega Frans Timmermans. La strategia per la biodiversità è essenziale per stimolare la nostra resilienza, prevenire l’apparizione e la diffusione di future malattie, come sarebbero le zoonosi. Distruggendo la natura con un ritmo senza precendenti, pur vedendo quasi un milione di specie esposte al rischio dell’estinzione nell’arco di pochi decenni – stiamo letteralmente minacciando la nostra vita e salute e il proprio benessere. Visto che le crisi climatiche e di biodiversità sono completamente interconnesse, fermare la perdita della biodiversità è una previa condizione per raggiungere la neutralità climatica. In ugual misura, è anche un imperativo economico, dal momento che la metà del PIL mondiale è connessa alla natura. In questa strategia per la biodiversità, proponiamo delle mete ambiziose per il 2030, e presentiamo un piano di portata per risanare la natura dell’UE. Ad esempio, ci proponiamo di proteggere di più le arre rurali e marine, ripristinare i pollinizzatori e migliorare le pratiche agricole amichevoli con la biodiversità, ecologizzare le nostre città, ridurre l’inquinamento, piantare alberi e migliorare la salute delle nostre foreste, ha spiegato Frans Timmermans.
L’altra strategia, intitolata Dai campi alla tavola, ha come obiettivi la riduzione del 50% dell’uso e del rischio dei pesticidi chimici, di almeno il 20% quello dei fertilizzanti, e del 50% le vendite di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura. Infine, la nuova strategia punta anche a destinare almeno il 25% della superficie agricola all’agricoltura biologica.
La strategia punta a un miglior equilibrio fra natura, sistemi alimentari e biodiversità, al fine di rafforzare la competitività e la resilienza dell’UE, spiega Frans Timmermans. La strategia Dai campi alla tavola costruisce un valore della durevolezza attraverso la catena alimentare. Presenta un nuovo approccio del modo in cui possiamo garantire la sicurezza alimentare mentre produciamo e trattiamo in maniera durevole i prodotti alimentari, quanti pesticidi adoperiamo e quanto inquinamento generiamo in seguito all’uso eccessivo dei fertilizzanti. Inoltre, ci prefiggiamo di ridurre gli antimicrobici che portano annualmente a 33.000 decessi in Europa, ha detto Frans Timmermans.
Le due strategie si potenziano reciprocamente, mettendo insieme natura, agricoltori, imprese e consumatori, per creare un futuro durevole e competitivo. Ai sensi del Green Deal, si contemplano azioni e misure ambiziose dell’UE per contenere il declino della biodiversità in Europa e nell’intero mondo, e per trasformare i nostri sistemi alimentari in standard mondiali per una sostenibilità competitiva, la tutela della salute umana e planetaria, nonchè per i mezzi di sussistenza di tutti i player della catena del valore alimentare.