Il Green Deal
Responsabile di circa il 10% delle emissioni di gas a effetto serra, l'Ue si è prefissa che, entro il 2050, l'Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico.
Corina Cristea, 05.03.2020, 18:31
Responsabile di circa il 10% delle emissioni di gas a effetto serra, l’Ue si è prefissa che, entro il 2050, l’Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico. In altre parole, si è prefissa di ridurre le emissioni di CO2 e altri elementi tossici fino al livello al quale questi sono interamente assorbiti dagli ecosistemi, in modo naturale. Non è per niente un’idea nuova, essa si annovera tra le priorità di Bruxelles da qualche anno, e, lo scorso dicembre, Ursula von Leyen ha lanciato nella plenaria del Legislativo comunitario il Patto ecologico europeo. Il documento rappresenta una road map volta ad assicurare la sostenibilità dell’economia europea, tramite la trasformazione delle sfide legate al clima e all’ambiente in opportunità in termini di politiche e tramite la garanzia di una transizione che sia equa per tutti e favorevole all’inclusione di tutti.
Vogliamo che entro il 2050 non emaniamo più diossido di carbonio di quanto possa assorbire la natura per vie naturali nell’ambiente circostante, tramite la vegetazione. Questo è l’obiettivo sostenibile a lungo termine: meno inquinamento, città più pulite e posti di lavoro stabili, ben retribuiti, in nuovi settori dell’economia, basati sulla ricerca, sull’innovazione, sulla digitalizzazione, ha spiegato l’eurodeputato romeno Siegfried Mureşan.
Le persone sono quelle intorno alle quali è stato costruito il Patto ecologico europeo, la nostra visione per un’Europa neutrale dal punto di vista climatico fino al 2050. Ci aspetta una trasformazione senza precedenti, che funzionerà se sarà equa e fattibile per tutti. Sosterremo le persone e le regioni che dovranno compiere sforzi più grandi per realizzare questo cambiamento, per assicurarci che nessuno sarà lasciato indietro. Il patto ecologico comporta necessità importanti di investimenti, che trasformeremo in opportunità d’investimenti – ha precisato Ursula von der Leyen. Secondo la presidente della Commissione Europea, il piano è di mobilitare almeno mille miliardi di euro, che sblocchino un’ondata di investimenti verdi. Secondo Bruxelles, il Meccanismo per una transizione equa è uno strumento-chiave basato su tre fonti principali di finanziamento – il Fondo per una transizione equa, uno schema di finanzamento al livello InvestEU e un meccanismo di prestito tramite la collaborazione con la Banca Europea per gli Investimenti. Tutti gli stati membri, le regioni e i settori dovranno contribuire alla transizione, l’intensità delle sfide sarà, però, diversa. Il patto è descritto come il più ambizioso pacchetto di misure.
Il Green Deal si propone il cambiamento di tutte le politiche in base alle quali ha funzionato l’Ue negli ultimi 70 anni, perchè intende ridurre di circa il 50% le emissioni di diossido di carbonio entro il 2030 e tra circa l’80 e il 100% entro il 2050. Ossia, l’Europa dovrebbe diventare il primo continente senza emissioni di diossido di carbonio. Tutta questa rivoluzione è volta a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi rispetto al periodo preindustrializzazione. Perchè c’è bisogno di ciò? Perchè è stato dimostrato scientificamente che andiamo velocemente verso il punto dal quale non potremo più tornare e la Terra diventerà inabitabile, ha detto L’eurodeputata romena Carmen Avram.
Il Patto ecologico europeo è la nostra nuova strategia di crescita – ci aiuterà a ridurre le emissioni di diossido di carbonio e a creare allo stesso tempo posti di lavoro, ha sottolineato Ursula von der Leyen. A tal fine, la proposta della Commissione è che, nella programmazione finanziaria 2021-2027, un quarto del budget dell’Unione sia adoperato per attività collegate al clima. E, perchè, secondo la Commissione, le attuali politiche consentirebbero una riduzione di solo il 60% delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050, sono necessarie azioni più ambiziose. L’Europarlamento desidera che il futuro atto legislativo sul clima sia più ambizioso per quanto riguarda l’obiettivo dell’Unione Europea di riduzione delle emissioni entro il 2030, del 55% entro il 2030 rispetto al livello del 1990, anzichè di almeno il 50% e puntando verso il 55%, come proposto dalla Commissione Europea. L’UE dovrebbe adottare questi obiettivi molto prima della conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici, programmata a novembre. Inoltre, i deputati desiderano un target intermedio per il 2040, per assicurarsi che l’Ue sia sulla buona strada in vista del raggiungimento della neutralità climatica nel 2050.In una lettera in cui diversi stati chiedono alla Commissione di accelerare il processo, si valuta che le discussioni tra gli stati membri dell’Unione Europea sull’obiettivo climatico finale per il 2030 devono cominciare al più tardi nel mese di giugno, il che significa che fino allora l’Esecutivo comunitario dovrebbe presentare le proprie raccomandazioni. La Romania è parte del Patto ecologico e, assieme alla Polonia e Germania, dovrebbe ricevere la maggiore somma dei soldi europei concessi nell’ambito del meccanismo per un’equa transizione verso la riduzione delle emissioni entro il 2050.