Il Centro Europeo di Agrometeorologia
I fenomeni meteo estremi sono sempre più frequenti e intensi, e il loro impatto sull'attività socio-economica è uno notevole. Tra le misure previste per la riduzione dell'impatto dei mutamenti climatici la creazione del Centro Europeo di Agrometeorologia.
Corina Cristea, 19.02.2020, 19:13
I fenomeni meteo estremi sono sempre più
frequenti e intensi, e il loro impatto sull’attività socio-economica è uno
notevole. Gli effetti sono percepiti da ciascuno e confermati dagli
specialisti, i quali ammoniscono che il riscaldamento globale ci costringerà a
cambiarci sempre di più lo stile di vita. Le loro opinioni sono sostenute anche
dai dati esistenti, i quali indicano che, a livello mondiale, il 2019 è stato
il secondo più caldo anno degli ultimi 140. Per la Romania è stato l’anno più
caldo dal 1900 ad oggi, mentre l’ultimo decennio è il più scottante della
storia delle misurazioni meteorologiche. I più recenti rapporti e studi
realizzati a livello mondiale, inclusivamente dall’Accademia Romena, mostrano
che l’umanità rischia di essere devastata dagli effetti del riscaldamento
globale in un ritmo più allerto di quanto stimato. Secondo alcuni scenari, nel 2050
la temperatura globale potrebbe raggiungere un livello che genererebbe 20
giorni con temperature letali all’anno.
Cosa significherebbe ciò? Lo spiega il
segretario generale dell’Accademia romena, Ion Dumitrache. 20 giorni di calore
letale all’anno determinano un crollo di parecchi ecosistemi. Oltre un miliardo
di persone dovrebbereo essere spostate. Il ritmo di crescita della temperatura
globale è stato molto più rapido nel periodo 1880-2000. La temperatura media
globale è cresciuta di oltre un grado centigrado e fino al 2100 c’è il rischio
che aumenti di oltre 4 gradi centigradi. La concentrazione di diossido di
carbonio nell’atmosfera ha superato la soglia di 400 parti per milione, nel contesto
in cui negli ultimi 400 mila anni non ha superato 300 parti per milione. Il
riscaldamento globale avviene 10 volte più rapidamente adesso, rispetto all’ultimo
riscaldamento, ha precisato Ion Dumitrache.
L’attuale riscaldamento globale si
contraddistingue dai precedenti tramite il fatto che è il primo accentuato dall’attività
umana. Il diossido di carbonio emesso dalle termocentrali e dai veicoli, il
metano provenienti dalle fattorie, la fertilizzazione chimica intensiva delle
colture agricole o i disboscamenti massicci si annoverano tra i fattori che
lasciano una forte impronta sul riscaldamento globale. Gli specialisti
concordano che il riscaldamento globale non può essere fermato, perchè è dovuto
anche a cause naturali, ma, affermano loro, esso può essere rallentato. Le
statistiche rilevano che l’attività umana produce annualmente 35 miliardi di
tonnellate di diossido di carbonio. Questo effetto serra del CO2 è avvenuto
con una grande intensità negli ultimi 40 anni. Questo periodo è chiamato anche
la grande accelerazione, ha spiegato il direttore dell’Istituto di Geografia
dell’Accademia romena, Dan Bălteanu.
Gli effetti del riscaldamento globale già si
risentono su tutti i piani, dalla natura all’economia mondiale e geopolitica. In
Romania, le conseguenze col maggiore impatto sono dovute ai fenomeni
meteorologici. Le ondate di calore sono sempre più persistenti, e i periodi di
siccità alternano a brevi intervalli in cui le precipitazini abbondanti
generano piene o alluvioni su scala regionale e locale. Questi dati mostrano
una realtà difficilmente trascurabile, perciò è l’ora di di applicare senza
indugio misure efficienti e sostenibili dal punto di vista dell’utilizzo delle
risorse d’acqua e suolo, affermano le autorità. Perchè, ad esempio, la temperatura
molto alta determina siccità, la siccità riduce la produzione agricola, e ciò
fa crescere i prezzi e il rischio di crisi alimentare. Secondo i meteorologi,
la Romania sarà uno dei Paesi europei più colpiti dalla siccità-fenomeno che si
è accentuato negli ultimi 20 anni.
19 dei più caldi anni si sono registrati a
partire dal 2000 fino ad oggi. Il 2019 è stato più caldo di quasi 0,5 gradi
centigradi. Il deficit di precipitazioni ha fatto si’ che in questo momento
registriamo nelle principali zone agricole del Paese un fenomeno di forte ed
estrema siccità pedologica. Tra il 1-26 gennaio si sono registrati solo 3 litri
per metro quadro, rispetto alla norma climatologica di 33,6 litri per metro
quadro, ha spiegato la direttrice dell’Amministrazione Nazionale di
Meteorologia, Elena Mateescu.
La lotta per il rallentamento del
riscaldamento globale comporta programmi nazionali e nazionali di riduzione
delle emissioni nell’industria, investimenti nell’energia verde, rimboscamenti
o riciclaggio, ma anche decisioni prese da ciascuno individualmente, come la
riduzione del consumo proprio di energia. Tra le misure previste per la
diminuzione dell’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente e la società
la creazione del Centro Europeo di Agrometeorologia per la Regione VI dell’Europa
– il primo centro pilota del genere nel mondo, che sarà ospitato dalla Romania.
La decisione è stata presa nell’estate del 2019, a Ginevra, al Congresso
Mondiale di Meteorologia.
Oltre alla creazione in Europa di un
bollettino agrometeorologico di specialità, il Centro assicurerà anche la preparazione
dei futuri specialisti a livello europeo, che svolgeranno attività nell’ambito
dei servizi di meteorologia sul continente, ha spiegato la direttrice generale
dell’Amministrazione
Nazionale di Meteorologia, Elena Mateescu.