L’istruzione del futuro
Un sondaggio cui hanno risposto circa 1.000 utenti internet rileva che i genitori non sono contenti del modo in cui la scuola prepara i bambini per i mestieri del futuro.
Corina Cristea, 18.12.2019, 19:26
9 su 10 genitori delle zone urbane credono che la scuola in Romania non
prepari abbastanza gli allievi in vista della costruzione di una futura
carriera. Un sondaggio cui hanno risposto circa 1.000
utenti internet rileva che i genitori non sono contenti del modo in cui la
scuola prepara i bambini per i mestieri del futuro, e se spettasse decidere a
loro, eliminerebbero le discipline che ritengono inutili e introdurebbero altre
nuove, utili per la formazione dei futuri adulti. Lo sviluppo personale e il
pensidero creativo sono le discipline che oltre il 70% dei genitori ritengono
necessarie per il futuro mestiere del proprio figlio. Inoltre, i genitori
vorrebbero che i figli studiassero le regole di buona condotta, public
speaking, leadership, lingue straniere esotiche, debate o scrittura creativa. Metà
degli interpellati credono che i robot e la tecnica rimpiazzeranno la forza
lavoro umana e vedono i propri figli lavorare nel settore dell’IT nel futuro. Oltre
un quarto immaginano che l’industria dell’intelligenza artificiale sarà il
settore verso il quale si orienteranno i loro figli, mentre meno del 25%
pensano alla medicina, all’edilizia o all’intrattenimento come settori
d’interesse dei futuri adulti. Il più recente rapporto globale sulla
competitività, reso pubblico dal Forum Economico Mondiale, rileva che la
mancanza di forza lavoro qualificata e del pensiero critico nell’insegnamento
sono tra i maggiori svantaggi competitivi della Romania nel 2019. Ospite a Radio Romania,
la docente Andreea Paul spiega come dovremmo prepararci per le sfide del futuro.
Per cominciare, parlando di queste realtà, in una forma
assunta, oggettiva e pragmatica. E non solo lamentarsi, bensi’ passare ai
fatti. Non stiamo nè troppo bene, nè troppo male. Siamo verso la metà della
classifica mondiale. Ma, ecco che ci sono 50 Paesi che fanno questo lavoro un pò
meglio di noi, alcuni molto meglio di noi. Il più basso punteggio per tutti gli
svantaggi competitivi la Romania lo registra per questo indicatore chiamato
pensiero critico nella scuola, ossia come insegnamo ai bambini a fare la
domanda perchè? Come determiniamo i bambini a sfidare il sistema circostante, la
vita circostante, le discipline, lo stile delle persone, la loro percezione della
realtà e, soprattutto, come si rispondono loro alla domanda qual è il valore
aggiunto che loro stessi possono recare a questo mondo, rispetto alle
generazioni precedenti o rispetto ai loro coetanei?, ha affermato Andreea
Paul.
Nell’epoca della tecnologia digitale, l’educazione del
futuro ha bisogno di nuove abilità e competenze per rispondere alle sfide di un
mondo in rapido cambiamento. E, per mantenere il ritmo, la Romania deve, tra
l’altro, cambiare i metodi tradizionali di insegnamento con altri nuovi, atti a
promuovere le competenze e abilità degli allievi e la flessibilità di pensiero.
In Romania funzionano da tempo in alcune scuole laboratori intelligenti – SMART
LAB 4.0, che contengono lavagne interattive, stampanti e scanner 3D, robot
educativi, ma l’implementazione del progetto comporta anche la preparazione
degli insegnanti, spiega Andreea Paul, implicata nello sviluppo di questo
progetto.
I bambini
imparano molto rapidamente, fanno amicizia molto rapidamente con queste
macchine intelligenti, fare disegni con un soft 3D è altrettanto semplice come
fare disegni su un foglio di carta con la matita. Ma non succede la stessa cosa
con gli insegnanti. Metà di loro ci guardano pieni di dubbi, l’altra metà
capisce però la necessità dell’alfabetizzazione digitale e tecnologica – un ABC
della civiltà del futuro. È altrettanto importante essere alfabetizzati digitalmente
e tecnologicamente com’è saper leggere, comprendere il testo che uno scrive e
fare operazioni matematiche semplici, in breve essere alfabetizzati funzionalmente,
ha spiegato Andreea Paul.
Ai più recenti
test PISA – una valutazione che mette accento sulle competenze necessarie per
la vita personale, sociale o per l’integrazione sul mercato del lavoro – gli
allievi romeni hanno ottenuto i più scarsi risultati degli ultimi nove anni. I
test non rilevano necessariamente ciò che sanno gli allievi, bensi’ come
riescono ad applicare le proprie cognizioni in situazioni concrete di vita. Il
rapporto rileva inoltre che i bisogni educativi degli adolescenti di 15 anni si
sono modificati e che gli insegnanti devono fare fronte alla sfida
dell’intelligenza. Occorre un’educazione digitale intelligente. Cosa presuppone
essa? Tenta di rispondere sempre la docente Andreea Paul. Significa capire l’interazione tra
le macchine intelligenti. E qui parliamo di computer, lavagne interattive,
stampanti tridimensionali, occhiali virtuali, scanner tridimensionali, e del
modo in cui possono essere valorizzati nell’ambito di tutte le discipline
insegnate nella scuola. Qualsiasi disciplina dev’essere visualizzata. Poi viene
la realtà virtuale. Con un paio di occhiali virtuali si realizza la proiezione
del globulo rosso nelle vene, la proiezione come turista virtuale nel Cosmo,
sopra il grande Deserto del Sahara, sopra la Grande Muraglia Cinese, sopra
l’Amazzonia, si va con l’immaginazione in qualsiasi parte del mondo. Come
impara un bambino geografia, fisica, chimica, quando riesce a vedere l’atomo -
un concetto difficile?, ha concluso la docente.
Abbiniamo la teoria alla pratica, esorta la docente Andreea Paul, affinchè
i bambini possano toccare, creare, fare domande e rispondere a un certo punto
professore, io non sono d’accordo con Lei.