L’Afghanistan, punto scottante
Tra le vittime di due recenti gravi attacchi compiuti in Afghanistan si sono annoverati anche romeni. La Romania ha attualmente in Afghanistan oltre 760 militari, che partecipano alla missione Resolute Support.
România Internațional, 15.09.2019, 18:58
Tra le vittime di due recenti gravi attacchi compiuti in Afghanistan si sono annoverati anche due romeni: un rappresentante della missione diplomatica della Romania a Kabul e un militare che ricopriva lincarico di autista nelle strutture di comando Nato, che hanno perso la vita in seguito allesplosione di unautobomba nei pressi della Green Zone. Gli attentati sono stati rivendicati dagli insorti talebani, che organizzano periodicamente simili azioni, i cui bersagli sono, in generale, associati alle forze Nato, cittadini stranieri a Kabul e le istituzioni afghane. La Romania ha attualmente in Afghanistan oltre 760 militari, che partecipano alla missione Resolute Support. Ospite a Radio Romania, lanalista militare Hari Bucur-Marcu ha spiegato la situazione in Afghanistan e perchè esiste una responsabilità a livello internazionale per quanto riguarda questa zona.
“LAfghanistan è uno stato speciale nel mondo, si trova geograficamente tra stati che stanno ancora risolvendo i propri problemi di benessere o di sicurezza con mezzi militari, e parliamo di Pachistan, parliamo di Iran, e persino della Russia, se pensiamo bene, stati che cono stati costruiti cosi, su questa base, in cui la potenza militare conta moltissimo nella vita quotidiana dei cittadini, non parlo più dellatteggiamento dello stato nel mondo. Un simile stato, lAfghanistan questa volta, è stato colpito militarmente, soprattutto dagli Stati Uniti, ma anche dagli alleati degli Stati Uniti, per il semplice motivo che ospitava una delle organizzazioni terroristiche che hanno avuto il maggiore successo nel colpire gli Usa, ossia Al-Qaeda, che ha colpito le Torri Gemelle di New York e altri bersagli negli Usa, l11 settembre del 2001. Da 18 anni, gli Stati Uniti sono presenti in Afghanistan, hanno condotto una guerra contro questi talebani che erano al governo allepoca, li hanno sconfitti militarmente, ma certamente non li hanno annientati, per cosi dire, loro continuano ad esistere li. Ecco che ogni tanto riescono a caricare un camion oppure unautobomba e farli esplodere nei pressi di un bersaglio. È questo il contesto. La grande domanda che sorge è cosa centra la Romania con questa storia. La risposta è la responsabilità internazionale”, ha precisato Hari Bucur-Marcu.
Da quando gli Usa hanno lanciato per la prima volta operazioni militari in Afghanistan, ad ottobre 2001, oltre 2.400 militari sono stati uccisi e oltre 20 mila feriti in missioni, secondo le statistiche del Pentagono. Circa 30 sono romeni. I bersagli prediletti, in generale, in simili zone di conflitto sono i rappresentanti delle grandi potenze. Adesso, in seguito al primo degli attentati ricordati, lambasciata della Romania è stata distrutta all80%, diventando, almeno temporaneamente, impraticabile. Cioà nelle condizioni in cui la Romania è ritenuta uno dei Paesi simpatizzati nella zona. È cambiato qualcosa in questo senso per quanto riguarda la Romania?
“Non è cambiato niente. Non centra la simpatia per i romeni e per la Romania con la motivazione di un terrorista quando compie un attacco. Si tratta di un attacco terroristico contro una missione in Afghanistan, è la missione di uno stato europeo, non centra con la simpatia o lantipatia per la Romania”, ha spiegato la ministra romena degli Esteri Ramona Mănescu.
Lattacco è stato compiuto a breve tempo dopo un incontro tra il presidente afghano Ashraf Ghani e lemissario americano Zalmay Khalilzad, dedicato al progetto di accordo di pace con gli insorti afghani, progetto non gradito, però, da una parte dei talebani. E che è adesso in bilico, dopo che il presidente americano Donald Trump ha cancellato i negoziati di pace con i talebani. Il leader della Casa Bianca ha annunciato bruscamente la cancellazione di un incontro a Camp David, che sarebbe dovuto avvenire solo qualche giorno prima della commemorazione degli attentati dell11 settembre, compiuti dallorganizzazione al-Qaida e che hanno rappresentato la motivazione per la presenza militare internazionale in Afghanistan. Donald Trump, che aveva promesso il ritiro degli effettivi militari americani dallAfghanistan e la fine dellimplicazione statunitense nel conflitto che si avvicina ormai ai 18 anni, ha giustificato il cambio di posizione con i recenti attentati compiuti a Kabul, in cui ha perso la vita inclusivamente un militare americano. Tuttavia, gli Usa non escludono la ripresa dei negoziati con i talebani, a patto che gli insorti cambino atteggiamento e rispettino gli impegni assunti. Lo ha dichiarato il capo della diplomazia americana, Mike Pompeo. Diversi ex ambasciatori americani in Afghanistan hanno ammonito, in una lettera aperta, sui rischi comportati da un ritiro affrettato dei militari americani prima che nel Paese sia veramente raggiunta la pace. A Kabul, il presidente Ashraf Ghani ha dichiarato che la vera pace in Afghanistan sarà possibile solo quando i talebani fermeranno le violenze e avranno discussioni dirette con il governo. Quasi 200 persone sono state uccise e circa 900 sono rimaste ferite in attacchi compiuti a Kabul dallinizio dellanno.