Romania, hub per tecnologia e tecnica militare?
Per la Romania, l'ultimo anno ha segnato i più importanti acquisti militari, contratti firmati o annunciati, nel contesto in cui la dotazione del suo esercito è prioritaria sia per la difesa nazionale che per la correlazione con le esigenze della NATO.
Corina Cristea, 16.03.2018, 12:42
Per la Romania, l’ultimo anno ha segnato i più importanti acquisti militari, contratti firmati o annunciati, nel contesto in cui la dotazione del suo esercito è prioritaria sia per la difesa nazionale che per la correlazione con le esigenze della NATO. Il Ministero della Difesa romeno sta svolgendo programmi importanti di riarmo per tutte le categorie: veicoli blindati, missili, corvette, armi d’assalto ed elicotteri. Per il secondo anno di seguito, Bucarest stanzia, nel 2018, il 2% del Pil alla difesa, decisione in sintonia con gli impegni assunti dalla Romania come membro dell’Alleanza Nord-Atlantica a sostegno della sicurezza nazionale e con particolare riguardo all’interesse nazionale. Per di più, il governo di Bucarest auspica che la Romania diventi un hub in materia di tecnologia e tecnica militare nella regione.
Quanto è valida questa idea? L’analista militare Radu Tudor parla dei punti di forza della Romania. Abbiamo un enorme potenziale, altrimenti non avremmo esportato armamento per un valore di 10 miliardi di dollari dal 1979 al 1989. Quindi, sotto questo profilo, potremmo riportare in discussione l’enorme potenziale, rallentato piano piano negli ultimi 27 anni, direi fino ad una capacità estremamente ridotta. E’ ovvio che possiamo negoziare la nostra posizione. Siamo un Paese accogliente, rispettoso, siamo tolleranti, vogliamo raggiungere performance economiche, siamo molto rilevanti dal punto di vista strategico. Quindi, abbiamo numerosi vantaggi, spiega l’analista, sottolineando quanto sia importante capire che questa opportunità va valorizzata e va valorizzata proprio ora.
I fattori decisionali di Bucarest contemplano l’idea di applicare la legge sugli offset, promossa 15 anni fa, però poco utilizzata. Ciò presuppone acquisti di tecniche moderne da combattimento e, in contemporanea, sostegno dell’economia romena, coinvolgendo le imprese del Paese nella produzione di questa tecnica. Poichè, spiega il ministro della Difesa, Mihai Fifor, il governo romeno non è uscito a fare la spesa con i soldi dello stato, ma vuole trasferimento di tecnologie e rilancio dell’industria della difesa romena. Questa industria di difesa va rilanciata, per poter diventare, tramite investimenti costanti, un hub regionale della produzione di armamento. Uno dei grossi programmi di dotazione dell’esercito romeno riguarda i veicoli blindati 8X8, che verranno prodotti dall’Azienda Meccanica di Bucarest. Molti Paesi della regione sono interessati a diventare clienti di questa azienda, il che altro non può fare che renderci contenti, ha detto il ministro.
La Romania potrebbe diventare persino un produttore ed esportatore importante di armamento moderno nella zona, sostiene Mihai Fifor, ricordando anche altri grandi programmi di dotazione dell’esercito. Il ministro ha valutato che la prima corvetta multiruolo prodotta in Romania dovrebbe essere pronta entro tre anni e, sempre su un cantiere del Paese, potrebbero essere costruiti anche tre sottomarini militari. Anche l’analista Radu Tudor ha portato alcuni esempi.
Attualmente, la Aerostar Bacau, probabilmente la più performante compagnia privata nel campo dell’industria della difesa, ha la chance di diventare leader regionale grazie a due contratti svolti dal Ministero della Difesa nell’ambito di questo grande programma di dotazione. Il primo riguarda il programma di acquisti di caccia F16. Il secondo interessa il sistema di missili Patriot. Per entrambi i programmi, la Aerostar è guardata dai nostri alleati americani come la più valida compagnia per eseguire i lavori di manutenzione per ambo le categorie di armi, i caccia e i sistemi missilistici. Orbene, da questo punto di vista, ci rendiamo conto cosa potrebbero significare simili contratti per una compagnia privata romena. Quindi, un enorme passo in avanti. In secondo luogo, i veicoli trasporto truppe Piranha potrebbero essere assemblati a Bucarest e capisco che questo fatto sia stipulato anche dal contratto, il che potrebbe far rinascere l’Azienda Meccanica di Bucarest, la cui attività, negli ultimi 20 anni, reggeva su alcuni contratti minori. Per questa impresa, la prospettiva di essere inclusa in un grosso programma di dotazione equivale alla salvezza, forse anche personale in più. Il terzo esempio è quello di Ploiesti, dove un’impresa privata sarà coinvolta in un altro programma di dotazione di missili. Quindi, sono numerosi gli esempi che possiamo dare, ha spiegato Radu Tudor.
L’analista aggiunge, però, che per la Romania è molto importante che la maggior parte di questi programmi di dotazione e contratti sia accompagnata da arrangiamenti di tipo offset – un’enorme chance, che presuppone anche rinnovare le tecnologie nell’industria di difesa. Si tratta sia degli offset diretti, cioè un contributo della Romania che consiste in componenti per la realizzazione del prodotto di base importato dall’esercito, che di offset indiretti, tramite cui i prodotti manifatturati a livello superiore in Romania sono acquistati dal Paese che produce la rispettiva tecnica militare, e Bucarest beneficia in questo modo di risorse finanziarie per pagare il contratto di base.