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Una migliore tutela socio-economica degli artisti indipendenti

All'inizio di aprile il Governo romeno ha adottato, con ordinanza d'urgenza, lo statuto dell'operatore culturale professionista.

Una migliore tutela socio-economica degli artisti indipendenti
Una migliore tutela socio-economica degli artisti indipendenti

, 05.05.2023, 18:56

Allinizio di aprile il Governo romeno ha adottato, con ordinanza durgenza, lo statuto delloperatore culturale professionista. Atto normativo al quale si è lavorato per circa due anni, lo statuto mira a normalizzare la situazione fiscale e socio-economica di tutti gli artisti, scrittori, attori che lavorano in modo atipico, non come un dipendente regolare. Allo stesso tempo, questa legge mira a incentivare il potenziale creativo degli operatori culturali e a mantenerli attivi sul mercato del lavoro. Delia Bădoi, rappresentante del Ministero della Cultura romeno nel gruppo di lavoro della Commissione Europea creato per listituzione di uno statuto europeo dellartista, ha partecipato anche allelaborazione dellatto normativo in Romania, e ci parlerà delle condizioni in cui si è lavorato fino a poco tempo fa.



“Lidea era che in Romania, ma anche in altri paesi, gli operatori culturali, gli artisti potevano lavorare in conformità alla legislazione generale. Praticamente, cera un certo numero di leggi, che esistono ancora, dalla legislazione del Codice del lavoro alla legge sul copyright e così via. Dopodiché, ovviamente, ci sono le forme indipendenti, ad esempio PFA – Persone Fisiche Autorizzate, oltre al fatto che alcuni artisti lavorano attraverso le proprie compagnie, sono soggetti giuridici. La nostra legislazione è piuttosto frammentata dal punto di vista delle condizioni di lavoro, cioè non abbiamo nello stesso documento legislativo una serie di disposizioni per prevenire le vulnerabilità economiche del lavoro dei lavoratori del settore culturale. E poi questo statuto, come era stato previsto fin dagli anni 80 quando cè praticamente stata una direttiva dellUNESCO in vista della sua formulazione, viene a coprire il lavoro più intermittente, atipico, specifico del settore culturale. Era molto forte lesigenza di creare sotto lo stesso ombrello una serie di misure che abbiamo chiamato benefici, diritti che consentissero lingresso nella normalità per i lavoratori del settore culturale.”



Doru Taloș, attore e iniziatore del progetto culturale indipendente Reactor di Cluj-Napoca, sa per esperienza quali sono i rischi di praticare un lavoro che non è chiaramente riconosciuto e regolamentato dal punto di vista fiscale. Doru Talos. “Ho lavorato negli ultimi 9 anni in Romania, a volte molto più dellorario quotidiano normale. Eppure, nel mio libretto di lavoro è registrato solo un periodo di un anno e mezzo. Quindi non ho lanzianità, non ho contribuito alla pensione finora, e queste sono esigenze che si fanno più forti con lavanzare delletà. Non avevo lassicurazione sanitaria fino allanno scorso perché non me la potevo permettere. E mi auguro che con lintroduzione di un quadro normativo, con lintroduzione di alcuni vantaggi fiscali o con la consapevolezza di alcune esigenze in tal senso, le cose possano migliorare e si possa arrivare a una formula che ci permetta do coprire anche queste esigenze e spese assolutamente importanti.”



Di conseguenza, ladozione dello statuto delloperatore culturale non può che essere vista come un buon segnale, come un primo passo verso la normalizzazione della situazione degli artisti freelance in Romania. Doru Talos. “Siamo in definitiva estremamente vulnerabili ed esposti a rischi, perché non riusciamo ad assicurare una sorta di sostenibilità che ci offra anche garanzie a lungo termine. Spero che questo atto normativo porti a una sorta di chiarimento e responsabilità per le persone che lavorano nel settore, in modo che lassunzione di questo statuto ci porti a una qualche forma di sopravvivenza a lungo termine, cioè a un punto in cui sentiamo di farlo come un mestiere a lungo termine. Al momento ho la sensazione che tutte le persone che sono in questo settore siano disponibili a lavorare purché siano disposte a fare un certo numero di sacrifici e talvolta questi sacrifici sono possibili solo in una certa fase della vita. I bisogni che avevo a 25 anni non hanno niente a che vedere con i bisogni che ho a 35. E poi serve qualche chiarimento, affinché possa diventare un mestiere a lungo termine o un tipo di impegno che possa funzionare a lungo termine.”



Delia Bădoi ci parla del contenuto concreto della legge. “È importante specificare che in base a questo statuto verrà creato un contratto di attività culturale. Sarà praticamente un modello di contratto standardizzato con cui lavorare, perché nel momento in cui il lavoratore è registrato, la registrazione sarà effettuata in due luoghi. In primo luogo, dichiarerà i propri redditi al fisco compilando quel modulo unico entro il 25 maggio e presentando unautocertificazione che il reddito e lattività culturale rientrano tra quelli previsti dallo statuto delloperatore culturale. Poi, ci sarà liscrizione presso il Ministero della Cultura in un registro dei lavoratori. Molto probabilmente sarà un piccolo esperimento nei prossimi tre anni, quando vedremo esattamente quale interesse cè in questo settore, quante persone hanno capito cosa devono fare, quanto vogliono questo statuto, o quanto bene o male stiamo facendo. Ma lopzione più pessimistica sarebbe quella di non avere questo statuto, perché con esso si tenta un miglioramento e un superamento della precarietà e dellintermittenza del lavoro nel settore culturale. E poi, con questo contratto di attività culturale, si entrerà nella legalità.”



Come ogni normativa, lo statuto delloperatore culturale professionista può essere perfezionato, ma, per ora, i diretti interessati sono contenti che sia stato fatto un primo passo importante per superare la precarietà della loro situazione.




(foto: Anqa / pixabay.com)
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